Calendario

Aprile 2020

Non sono previsti spettacoli per il mese selezionato.

immagine di copertina Note ai margini di un laboratorio teatrale

Note ai margini di un laboratorio teatrale

Andare a fondo

Visioni
di Emanuela Pisicchio

A dicembre ho cominciato un laboratorio teatrale con un gruppo di ragazzi e ragazze del Liceo Linguistico Virgilio-Redi di Lecce. Nella palestra del liceo ci sono Martina, Cristina, Beatrice, Simone, Giulio, Gaia e Claudia. Camminiamo insieme, come facciamo sempre all’inizio di un nuovo lavoro. La luce nella stanza è fredda. E il freddo si sente anche sulla punta delle dita. Ma camminiamo, guardandoci con un piccolo sorriso obliquo. Con gli occhi arresi e curiosi. E il passo svelto, vivo. Camminiamo e in un attimo siamo un corpo solo, un respiro unico, un’unica coscienza fatta di sguardi diversi. Qualcosa è accaduto. Possiamo cominciare.Il tema del nostro lavoro è “Il Nostos di Ulisse” e le due parole che guideranno il nostro viaggio sono nostos e oikos. Sono suoni aspri eppure carichi di immensa dolcezza. Il ritorno e la casa. Il tornare a casa. Abitando il tema dell’attesa del ritorno, ho chiesto loro di scrivere la propria attesa attraverso gli occhi di Penelope e di Ulisse. Quelle che seguono sono le parole della Penelope di Cristina.

Non ho nulla da aspettare.

All’inizio pensavo di sì. Pensavo che avrei dovuto aspettare a lungo la prossima passeggiata, il prossimo incontro con la persona a cui tengo. Mi sentivo in gabbia, in quest’attesa. Ho sempre goduto di ogni istante, apprezzato profondamente ogni piccola cosa, ogni incontro, ogni passo, ogni giornata. E mi manca poter apprezzare tutto questo vivendolo ancora. Ma a volte le pause sono necessarie e allora non c’è nulla da aspettare. Erano queste pause ad aspettarci. Anche se apprezziamo sempre ogni istante e diamo valore alla nostra vita, anche se siamo abituati ad andare dentro di noi e vedere tutto ciò che non va bene ed anche quello che va bene nella nostra vita, ci sono sempre momenti in cui si può andare ancora più a fondo. E chi non l’ha mai fatto forse si renderà conto di questo ed inizierà a farlo. È uno di quei momenti che chiedono di andare a fondo, ancora più a fondo. Ed è meraviglioso vedere come cose che già erano chiare, diventano ancora più limpide e la vita inizia a diventare trasparente. Non c’è nulla da aspettare. Se aspettiamo qualcosa siamo insoddisfatti. E invece dobbiamo imparare a non avere bisogno di aspettare per ottenere qualcosa più tardi, ma dovremmo vivere intensamente questo momento che è quello che conta. Anche se siamo soli in una stanza. L’amore, se c’è, resterà. Cristina

In foto: The family – Egon Schiele

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1 ott

LABPERM /Domenico Castaldo

LE PECORE DELLA LUNA

1, 2, 3, 4, 5 ott

con Domenico Castaldo, Marta Laneri e Zi Long Ying del LABPERM

OPEN PRACTICE OPEN MIND IN LIVING BODY

2 ott

Carla Pollastrelli , Eugenio Imbriani

TRA RITO E PERFORMANCE: catarsi e trance

immagine di copertina Le parole ci cambiano

Le parole ci cambiano

Diario di un laboratorio-settimana quattro *

Visioni
di Giorgia Cocozza e e Anđelka Vulić

Come un’altalena i sentimenti, in questi giorni, si alternano e contraddicono. Viviamo nella costante ricerca di un equilibrio. Non si parla d’altro alla televisione e probabilmente anche a tavola: la drammatica pandemia e tutte le conseguenze che ne verranno. Può aiutare a sentirsi meglio il concedersi alla lettura di un libro, alla visione di un film, a giochi da tavola, alla musica, ascoltandola o magari approfondendo lo studio di uno strumento approfittando del tempo a disposizione. Tutto questo aiuta a distrarsi, a distogliere un po’ l’attenzione dall’ invadente Presente dell’ultimo periodo. In verità, il Presente dovrebbe sempre esserlo. Invadente. Dovremmo sempre occuparcene molto. Ma, invece, troppo spesso, tergiversiamo nei ricordi o ci culliamo riponendo troppa fiducia nel domani. Come non mai, probabilmente, oggi siamo presenti nel presente. E forse, dopotutto, è una sensazione positiva quella di sentire di esserci veramente nel tempo in cui si è. Quello ci tocca. Il tempo che c’è adesso. Rimpiangere tempi andati e aspirare a quelli che verranno, ci contraddistingue da sempre. Ma cerchiamo di sentirci vivi ora. Anche tappati in casa. Tempi migliori verranno. Ma viviamo pienamente anche il dubbio, l’attesa, il sacrificio, la tristezza, la malinconia. Guardiamo fuori dalle finestre, lasciamo che la luce primaverile avvolga lo sguardo e guardiamoci sempre dentro. In questo tempo sospeso e in qualsiasi tempo verrà dopo, cerchiamo di esserci, di sentirci vivi, pieni, spontanei, onesti, solidali. Condividiamo i pensieri e le domande.

DISTRAZIONE, 1 aprile 2020

In questo periodo si
sente molto il bisogno di “uscire” per distrarsi dai problemi dovuti al
Coronavirus. Ma l’unico modo che abbiamo è quello di portare almeno le nostre
menti fuori da questo incubo. Ludovica

Molte volte quando
parliamo di distrazione pensiamo a qualcosa di sbagliato ma in realtà è
semplicemente un modo per avere una pausa da ciò che facciamo. Valerio

Per me equivale al
cellulare. Un oggetto tramite cui potrei imparare ogni cosa, ma con cui finisco
solo per sprecare tempo. Giulia C.

Certe volte la
distrazione pone attenzione. Giovanna

In questo momento per me una distrazione fondamentale è lo studio grazie alla didattica a distanza. Chiara S.

Un
sentimento che può provocare piacere e può provocare disgrazie. Tutti vorremmo
distrarci da qualcosa che ci provoca emozioni negative ma non sempre distrarci
da qualcosa è la soluzione. Antonio

ALTALENA, 2 aprile 2020

Quando mi capita di
salire su un’altalena ritorno bambina perché ricordo la sensazione di volare
che provavo quando papà con una semplice spinta mi faceva andare in alto.
Ludovica

Sin da piccola ho sempre amato l’altalena, il lasciarsi dondolare con il vento che ti accarezza il viso quando vai in alto e il cuore in gola quando torni giù. È bellissimo andare su e giù, su e giù, anche se ad un certo punto desideri tornare con i piedi per terra. Chiara S.

Trovo
che l’altalena sia la migliore metafora della vita, la spinta verso il futuro è
il brivido di tornare indietro. Valerio

CONDIVISIONE, 3 aprile 2020

La cosa più bella
che noi facciamo a teatro. Condividiamo sogni, emozioni, pensieri, esperienze.
Condividiamo noi stessi. Giulia C.

Condividere
sentimenti, emozioni, oggetti, qualsiasi cosa. Significa voler far sentire a
qualcuno ciò che proviamo noi. Condividere. Giulia M.

Per
me la condivisione è un momento meraviglioso durante il quale una persona,
relazionandosi con un’altra, trova piacere nel dividere insieme un momento di
vita. Ludovica

DOMANDA, 4 aprile 2020

Qualcosa che spesso
noi esitiamo a fare. Anche se probabilmente nessuno ci giudicherebbe per averla
fatta, noi spesso preferiamo tenerci dentro i nostri dubbi per paura di
risultare ridicoli agli occhi degli altri. È anche per questo che viviamo con
molti dubbi intorno che vogliamo o pensiamo di poter risolvere da soli. Giulia C.

In questo periodo
buio ci poniamo sempre delle domande alle quali purtroppo non sappiamo darci
una risposta ben precisa. Non sappiamo se e quando vedremo un bagliore di luce
in fondo al tunnel. Ci chiediamo: “Quando terminerà questo incubo? Riusciremo
in qualche modo a riprendere i ritmi di quella vita frenetica che un tempo
conducevamo?”. Ludovica.

A volte non vogliamo
porci o porre domande per paura delle possibili conseguenze. In questo periodo
preferisco evitare di fare domande perché sono consapevole che le risposte non
saranno delle migliori. Aspetteremo tutti finché un giorno, alla domanda “è
finito?” si risponderà “Sì”. Lucrezia

La curiosità e la voglia di conoscere porta a fare tante domande. Ora la mia domanda è: quando ritorneremo alla vita? Chiara S.

Un
dubbio su qualcosa che non conosciamo e che ci fa paura e di conseguenza
vogliamo capire ciò che è. Valerio

TAVOLA, 5 aprile 2020

Penso a quei momenti
felici e spensierati passati in compagnia dei miei parenti. Il bello di
radunarsi la domenica a casa di mia zia per consumare il pranzo, il bello di
ridere e raccontare le tue giornate a scuola e giocare con i cugini. Purtroppo
a causa di questa pandemia da Coronavirus nessuno è mai venuto a trovarci. Mi
mancano un sacco quei momenti felici passati in compagnia. Tuttavia spero che
un giorno potrò rivedere tutti i miei amici e parenti. Ludovica.

Un luogo in cui ci
si riunisce per ritrovare un legame che durante la giornata si allenta. Valerio

Che bello mettersi a tavola! Non è solo un momento per mangiare, ma anche per rilassarsi e per parlare. Chiara S.

EQUILIBRIO, 6 aprile 2020

È quello di
mantenere stabile un rapporto tra due persone o più sulla corda tesa della
vita. Ludovica

Una volta raggiunto un certo equilibrio si riescono ad affrontare anche le situazioni più difficili. L’equilibrio consente la sopravvivenza. Chiara S.

PRIMA, 7 aprile 2020

Prima che arrivasse
la quarantena conducevo una vita serena fatta di impegni. Ora come ora, i
giorni sembrano essere infiniti. E prima che accadesse tutto questo, le cose
che sembravano scontate, ora hanno assunto dei valori inestimabili. Ludovica

Oggi pensando al
prima è impossibile non capire quanto fossero importanti alcune cose e non farsi
venire da piangere riguardandole. Valerio

Il prima di un mese fa era una quotidianità scontata e sicuramente poco apprezzata. Ora quel prima rappresenta un ritorno ad una quotidianità tanto aspettata e desiderata. Chiara S.

*Pratica in Cerca di Teoria under 17 – esperimento di laboratorio a distanza per la costruzione di pensiero.

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1 ott

LABPERM /Domenico Castaldo

LE PECORE DELLA LUNA

1, 2, 3, 4, 5 ott

con Domenico Castaldo, Marta Laneri e Zi Long Ying del LABPERM

OPEN PRACTICE OPEN MIND IN LIVING BODY

2 ott

Carla Pollastrelli , Eugenio Imbriani

TRA RITO E PERFORMANCE: catarsi e trance

immagine di copertina Noi siamo oggetti familiari

Noi siamo oggetti familiari

Parole scelte del Liceo "Virgilio - Redi " di Lecce

Visioni
di Giulia Falzea

Sono esistenze quotidiane che si ripetono sempre uguali. svegliarsi, forse non togliersi neppure il pigiama, dedicare la maggior parte del tempo alle videolezioni e alle serie su Netflix. Gloria, Alessia, Irene, Martina, Benedetta e Marina mi concedono un’ora a settimana del loro tempo scandito a piccole porzione di vita. Che a sedici anni dovrebbe essere fuori di casa. E invece, “Bisogna resistere”, come mi dice Irene, che è più adulta dell’età che ha. E bisogna circondarsi di oggetti che sono familiari e rassicurano e non spaventano e significano il dentro e il fuori, il prima e il dopo. E bisogna farsi oggetti, per essere rassicurati e non spaventarsi. Per questo terzo incontro via MEET con le ragazze del “Virgilio Redi” di Lecce ho scelto una poesia di Amelia Rosselli, poetessa ed etnomusicologa Italiana, _C’è come un dolore nella stanza da “Documento” (1966-1973)._ Ho chiesto alle ragazze di sceglierne un verso, farlo proprio, poi scegliere un oggetto quotidiano e a partire dal verso scrivere cosa significa l’oggetto per loro. Infine usare il corpo, il volto, per farsi oggetto. Per appartenersi, per ricordarsi di essere vive, come le loro voci, che secche, senza artefatti si rileggono e si guardano.

I volti:

Il testo:

Èd è superato in parte perché mi sento libera È superato
in parte:

Ma vince il peso degli oggetti,

Il loro significare e

Aggrappata – non più al collo –

Riscalda solo gli altri cappotti,

La mia sciarpa.

Il loro significare peso e perdita,

come le violette che mi raccoglieva sempre il nonno.

Il loro significare peso e perdita,

come la grande giacca grigia di mamma che mi abbraccia
prima di dormire Comprato in luoghi che non voglio ricordare e ogni volta che
lo guardo, lui mi guarda, sbattendomi in faccia tutta la verità Come nulla
posso sapere della tua fame pigiamino mi ricorda la mia cameretta d’inverno
Come nulla posso sapere della tua fame queste foto mi ricordano il mio passato
i miei genitori e la mia casa Può ben situarsi un rovescio di un destino, cuore
rosa scrigno dei miei segreti, la mia acqua dalle mille fragranze che profuma
di libertà Di uomini separati per obliquo rumore è come se li toccassi con mano
mi fa percepire la loro presenza mi ricorda che sono più vicini di quanto io
possa pensare

Le voci: https://soundcloud.com/koreja/noi-siamo-oggetti-familiari

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1 ott

LABPERM /Domenico Castaldo

LE PECORE DELLA LUNA

1, 2, 3, 4, 5 ott

con Domenico Castaldo, Marta Laneri e Zi Long Ying del LABPERM

OPEN PRACTICE OPEN MIND IN LIVING BODY

2 ott

Carla Pollastrelli , Eugenio Imbriani

TRA RITO E PERFORMANCE: catarsi e trance

immagine di copertina La crisi può essere una opportunità

La crisi può essere una opportunità

Visioni
di Gigi Mangia

Il tema è: come uscire dalla crisi del nostro tempo e quale uso fare del passato.

Ci lega la musica e il teatro e ci accomuna il pensiero. Ci unisce la creatività dell’arte, che ci motiva e ci orienta a scoprire le parole da usare come le chiavi per aprire la porta dove trovare le risposte al nostro come.  Per superare la crisi bisogna ripensare, più ancora, di costruire i pilasti del sistema: il clima e la salute, il lavoro e la distribuzione della ricchezza; promuovere il passaggio dall’ Io individuale consumatore, a quello sociale educato all’ ascolto dell’altro. Bisogna uscire dai principi secondo cui si produce dove costa di meno, per favorire un modello ecosostenibile come risposta allo spreco di risorse. Il coronavirus non è solo una pandemia, perché è una rivoluzione che cambierà la globalizzazione. Nella poesia vive la memoria del futuro, nei borghi antichi vive e resiste la cultura del passato. I volti e i luoghi della terra, propositivi, mantengono vive le tradizioni. La terra umida, nel suo colore marrone, fa sentire i suoi profumi. I gerani sui balconi e sulle terrazze invitano a guardare “la luna coi capelli corti ghiotta d’anguria” del poeta Vittorio Bodini. Il paesaggio del pensiero scopre la meraviglia dei 5 sensi in quella mappa emotiva, che il camminare lento porta a scoprire la terra e ad amare la natura. Per vincere la guerra contro il virus bisogna tornare ai borghi e trovare la bellezza che abbiamo trascurato. Caro Papa Francesco, tu hai ragione a dire che dopo l’epidemia non sarà tutto come prima, proprio per questo dobbiamo dire quale futuro vogliamo frequentare.

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LE PECORE DELLA LUNA

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Note ai margini di un laboratorio teatrale

Il ritorno a casa

Visioni
di Emanuela Pisicchio

A dicembre ho cominciato un laboratorio teatrale con un gruppo di ragazzi e ragazze del Liceo Linguistico Virgilio-Redi di Lecce.Nella palestra del liceo ci sono Martina, Cristina, Beatrice, Simone, Giulio, Gaia e Claudia. Camminiamo insieme, come facciamo sempre all’inizio di un nuovo lavoro. La luce nella stanza è fredda. E il freddo si sente anche sulla punta delle dita. Ma camminiamo, guardandoci con un piccolo sorriso obliquo. Con gli occhi arresi e curiosi. E il passo svelto, vivo. Camminiamo e in un attimo siamo un corpo solo, un respiro unico, un’unica coscienza fatta di sguardi diversi. Qualcosa è accaduto. Possiamo cominciare.Il tema del nostro lavoro è “Il Nostos di Ulisse” e le due parole che guideranno il nostro viaggio sono nostos e oikos. Sono suoni aspri eppure carichi di immensa dolcezza. Il ritorno e la casa. Il tornare a casa. Ci incontriamo ogni lunedì. E la prima isola che conquistiamo è la nostra casa. La costruiamo pezzo per pezzo, ognuno con le sue parole, ma a occhi chiusi. Quella che segue è la casa costruita da Martina, Cristina, Beatrice, Simone, Giulio, Gaia e Claudia.

La mia casa è calore e saggezza. Fine della nostalgia.

Espansione, mancanza. Mi batte forte il cuore, penso al mio
paese. Apro le braccia e il petto. Ma a me non viene in mente casa mia.

Penso alla mia casa e sento mancanza. E serenità.

Ricordo:

il cane sul letto che dorme,

il sole del tramonto sulle case abbandonate, l’erba secca,

una televisione accesa, mia madre che beve il caffè,

un libro di matematica sul tavolo,

il sentiero del boschetto vicino al lago,

le ombre dei pullman sul muretto,

delle figure sul balcone di casa,

un camino acceso,

luce, spiragli, aperture,

il tè alla cannella sul tavolo, appena uscito dal microonde,

mia madre, il profumo dalla cucina del minestrone,

la luce bianca che attraversa la tenda mentre studio
matematica,

gli alberi di fronte alla panchina, accanto all’hotel dove
qualcuno fa colazione,

il mio cane che sbatte la coda e fa un rumore preciso. Quel
rumore lì.

il libro di Aghata Christie,

mia nonna che bastona il mio cane per aver dormito sul letto,
mentre lei guardava la televisione.

mia madre che scrive un nuovo racconto.

Apro le braccia e il petto.

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1 ott

LABPERM /Domenico Castaldo

LE PECORE DELLA LUNA

1, 2, 3, 4, 5 ott

con Domenico Castaldo, Marta Laneri e Zi Long Ying del LABPERM

OPEN PRACTICE OPEN MIND IN LIVING BODY

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Carla Pollastrelli , Eugenio Imbriani

TRA RITO E PERFORMANCE: catarsi e trance

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Le parole ci cambiano

Diario di un laboratorio- settimana tre*

Visioni
di Giorgia Cocozza e Anđelka Vulić

Cari ragazzi, secondo voi, cosa sta cambiando in queste settimane? Come sarà il futuro? Ci chiedono di restare a casa, tra le mura domestiche, e aspettare. Forse questa “imposizione all’attesa” ci aiuterà a diventare più pazienti, a rallentare, ad essere meno frenetici e superficiali, quindi ad aderire meglio agli eventi e ai sentimenti, a fare ordine tra i pensieri, i libri, i cassetti, i vestiti… Forse, dopo l’attesa, sapremo meglio godere della libertà a cui eravamo abituati, forse riusciremo ad assaporare meglio ogni giorno. Forse ogni giorno lo vivremo come fosse il sabato del villaggio, felici e speranzosi della pace e il riposo della domenica. Impariamo ad essere resilienti. La definizione di resilienza sul dizionario è questa: la capacità di un materiale di assorbire un urto senza rompersi. Attutiamo l’urto! In psicologia: “la resilienza è un concetto che indica la capacità di far fronte in maniera positiva a eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà, di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza alienare la propria identità. Sono persone resilienti quelle che, immerse in circostanze avverse, riescono, nonostante tutto e talvolta contro ogni previsione, a fronteggiare efficacemente le contrarietà, a dare nuovo slancio alla propria esistenza e persino a raggiungere mete importanti”. Sapremo risollevarci. Continuiamo a crederci, a sperare, a riflettere.

FUTURO, 25 marzo 2020

Aggrapparsi alla
speranza di un domani prevedibile, continuando a credere che non possa essere
sconvolto da un battito d’ali di una farfalla. Giulia P.

Il futuro è il
destino, ciò che dovrà succedere, solo che in questo periodo il futuro di molte
persone è improbabile. Giorgio

Mentre sto qui a
scegliere il mio futuro, il futuro è davanti a me e mi tende la mano. Marco

Un mistero, a volte
fa anche paura. Le persone si chiedono cosa ne sarà di loro, quando spariranno
i loro dolori, quando saranno felici, ma solo il destino lo sa. Sofia

Tutti vorremmo
conoscere il nostro, ma il nostro viaggio non si compirebbe se conoscessimo già
la meta. Giulia C.

La nostra ansia non
proviene dal pensiero del futuro ma dal desiderio di controllarlo. Emma

Troppo spesso ci
facciamo domande come “da grande che farò?” oppure “cosa succederà?”. La verità
è che bisogna godersi il momento, bisogna godersi il presente. Il futuro, per
ora, non ci deve importare perché bisogna vivere ogni secondo come se fosse
l’ultimo. Lucrezia

Il futuro è
presente, un presente più lontano. Dobbiamo costruire il nostro presente: solo
in questo modo si avrà un futuro. Giulia M.

Non sappiamo per
certo cosa ci aspetta ma quello che è certo è che la parola “FUTURO”
oggi vuol dire speranza. Ludovica

Personalmente fa
paura pensare al futuro perché se qualcuno pensa troppo al futuro si aggrappa a
qualcosa che potrebbe non avverarsi e quindi tralascia il presente che è la
cosa più importante. Antonio

Mi interessa molto
il futuro: è lì che passerò il resto della mia vita. Giovanna

Non cercare quel che
di secondo in secondo ti raggiunge. Stefano

Tutto ciò che è
ignoto ma con cui convivremo a vita. Valerio

Il futuro è sempre un’incognita, ma nonostante tutto bisogna lottare per costruirne uno migliore. Chiara S.

ATTESA, 26 marzo 2020

Siamo tutti in
attesa…. Ci hanno messo in: “stand by” aspettando che in
televisione qualcuno ci dica: “È finita. Potete tornare alla vita di
sempre”. Ludovica

Viviamo di attese,
aspettiamo solo l’attimo, con il vento a favore, per spiegare le ali e prendere
il volo. Giulia P.

Per qualsiasi cosa
c’è una attesa da rispettare, e molte persone non riescono a rispettarla. Marco

Ciò che rende
speciale qualcosa, raffinandone il valore a seconda del tempo passato. Valerio

La vita è un’attesa
tra un passo e l’altro. Giovanna

Questa parola non mi
piace molto, perché non amo attendere. L’attesa mi mette ansia e mi fa
innervosire.  Chiara Stigliano

Io vedo l’attesa
come un momento in cui ti fermi e pensi. Pensi a tutto, alle cose felici e alle
cose tristi, pensi e basta. Lucrezia

Tutto
si ferma, il tempo non si muove, passano tante cose per la testa, i pensieri
scorrono veloci. Giulia M.

Mette
ansia, può essere causato da qualsiasi cosa, è come una suspence, mette
curiosità. Sofia

MURI, 27 marzo 2020

Il pensiero dei muri
mi riporta all’idea della prigione dove l’individuo si trova rinchiuso e non ha
la possibilità di uscire come sta succedendo oggi a causa del Coronavirus.
Ludovica

Pareti,
dove la libertà viene intrappolata, dove solo da una porta puoi uscire. Però in
questo periodo, rimanere chiusi in quattro pareti fa sentire in galera e pensi
sempre a quando tutto questo finirà. Sofia

A
volte proteggono le persone e, in queste situazioni, sono necessari. Altre
volte però sono delle barriere che noi creiamo per delle cose che preferiamo
lasciare in sospeso al posto di affrontarle. Giulia C.

I muri possono sembrare a volte insormontabili ma tutto si può abbattere con il coraggio e la voglia di non lasciarsi soccombere. Chiara S.

LIBERTÀ, 28 marzo 2020

Qualcosa per cui
lotti, perché vuoi essere te stessa. Ma che alla fine non avrai mai
completamente. Questo perché gli uomini si sono dati delle regole di vita, di
routine, che tu devi seguire perché hanno deciso che si vive così. Giulia C.

Quel senso di
vittoria che porti dentro finché non esplode e inizi a sentirti più leggera. La
miglior sensazione credo sia proprio questa.  Lucrezia

Anche se a volte il
vento non ti permetterà di volare, troverai sempre un momento per spiegare le
ali. Giulia P.

Che cos’è la
libertà?  Per me, significa tutto. Quando
penso alla libertà immagino una persona che sogna di spalancare la finestra e
spiega le ali, volando felice nel cielo infinito. Ludovica

La libertà è un po’
come l’aria ne comprendi il valore solo quando inizia a mancare. Valerio

La libertà è una
cosa che abbiamo in molti, ma che anche molti non hanno, alcune persone in una
parte del mondo, ora, vogliono scappare dai propri padroni, non vogliono essere
più schiavi, mentre adesso tutti non siamo liberi, perché siamo nelle nostre
case, ci sentiamo bloccati! E in effetti, ho fatto anche amicizia con i mobili
di casa mia! Giorgio

Una parola che porta
dietro di sé anni di battaglie, lotte, dimostranze, manifestazioni ed è
considerata uno dei principi massimi dell’uomo. Giovanna

Nessuno ci potrà mai privare della libertà: è un diritto inalienabile. Chiara S.

DOMENICA, 29 marzo 2020

La domenica è
l’ultimo giorno della settimana dedicato al riposo, al divertimento, e certe
volte, anche allo studio. Ma oggi stando tutti a casa, sembra che ogni giorno
sia domenica. Ludovica

Un giorno speciale,
dove poter stare tutti insieme: la famiglia riunita, gli amici… Ora però, in
questo periodo di tensione, si è trasformato in un giorno qualunque. Lucrezia

La domenica è un
apostrofo d’ansia fra le parole “sabato” e “lunedì”. Giovanna

Per alcuni un
semplice giorno della settimana, per altri un giorno di riposo, ma ultimamente
è un giorno come un altro. Antonio

Il giorno in cui
devi fare tutti i compiti che non hai fatto sabato sera. Giulia C.

Riposo, messa, casa dei nonni, passeggiata…  Era così fino a poco tempo fa e ora mi manca molto. Chiara S.

Una
pausa della settimana che riesce a farci capire quanto sia importante la calma.
Valerio

RESILIENZA, 30 marzo 2020

La mia resilienza, presente
per tante avversità della vita, si azzera nel momento in cui mi confronto con
la morte di una persona a me cara. Ludovica

Di fronte ad un incubo quale quello che stiamo vivendo in questo momento fondamentale è la resilienza di ognuno di noi, la forza di opporsi a tutto ciò e a voler andare avanti a tutti i costi. Chiara S.

ORDINE, 31 marzo 2020

Quando non accade
nulla di nuovo. Giulia C.

Questa parola può
sottintendere quel bisogno che si ha ad un certo punto di riorganizzare la
propria vita mettendo le cose al loro posto. 
Per altri versi, invece, l’ordine può essere sottinteso come il
compimento di qualcosa che ci viene imposto spesso per il nostro bene, come, in
questo caso, è un ordine rimanere in casa.  Ludovica

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LE PECORE DELLA LUNA

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