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Maggio 2021

Non sono previsti spettacoli per il mese selezionato.

immagine di copertina Il Teatro ricorda Carla Fracci

Il Teatro ricorda Carla Fracci

Visioni
di Gigi Mangia

La storia artistica della danzatrice Carla Fracci, è la storia del teatro italiano nel Mondo.

La vita di Carla Fracci è cominciata in teatro, dove ha danzato da quando era ragazzina; il suo addio al teatro avverrà nel Foyer della scala, mentre i funerali si svolgeranno nella Chiesa di San Marco a Milano.

Ricorderemo la figura di Carla Fracci, il suo corpo elegantissimo, sempre vestita di bianco, la sua eleganza anche quando camminava nelle strade. Carla Fracci è stata il poeta di Euclide, perché la sua arte ha saputo disegnare lo spazio e, soprattutto, ha saputo mettere insieme la musica e la danza, il vedere e il sentire e, soprattutto, ha saputo entusiasmare la felicità della mente.

Carla Fracci rimarrà nella storia del teatro. La morte è fatta del vuoto che causa dolore, porta ad una parola, l’addio, la distanza dal corpo che, però, rimane nella memoria. Il teatro non dimentica, ma ricorda e quindi l’arte non si perde. Carla Fracci rimane nel teatro, ci insegnerà ancora a danzare e, soprattutto, ci insegnerà ad avere entusiasmo per la danza, un disegno ideale dello spazio dove la fantasia volteggia e non si ferma mai.

Foto Archivio Koreja

prossimi Appuntamenti

1 ott

LABPERM /Domenico Castaldo

LE PECORE DELLA LUNA

1, 2, 3, 4, 5 ott

con Domenico Castaldo, Marta Laneri e Zi Long Ying del LABPERM

OPEN PRACTICE OPEN MIND IN LIVING BODY

2 ott

Carla Pollastrelli , Eugenio Imbriani

TRA RITO E PERFORMANCE: catarsi e trance

immagine di copertina Immagini senza forza

Immagini senza forza

Visioni
di Gigi mangia

Il 25 Maggio del 2020, un poliziotto, con il suo ginocchio sul collo di George Floyd lo faceva morire. Tutti abbiamo visto quelle immagini terribili, piene di violenza raziale. Il 25 Maggio del 2021, sempre dal video di un telefonino, tutti abbiamo visto le terribili immagini del pestaggio a sangue di un giovane scappato dalla Guinea per trovare un mondo migliore. Immagini cariche di violenza raziale, come quelle del povero George Floyd. E sempre tutti, abbiamo visto immagini di bambini, cadaveri gonfi d’acqua, galleggiare su una spiaggia dalla sabbia bianca, della Libia. Anche queste, immagini cariche di violenza raziale, di
indifferenza verso gli immigrati.

Foto e video che creano emozioni della durata di poche ore, per poi sparire e non cambiare di una virgola la pubblica opinione. La verità è che la società è gonfia di odio raziale. La commozione è una forma di narcisismo sociale, mentre la paura del diverso, declinata nel rifiuto, è percepita come una forma di difesa e di tutela dei vantaggi sociali rispetto ai poveri del Mondo.

Le immagini senza la politica perdono la loro forza e finiscono per non cambiare la realtà sociale. Si dimentica, infatti, per liberare il pensiero dall’obbligo politico di agire. 

Il suicidio del giovane Musa Balde, nel CPR (Centro di Permanenza per il Rimpatrio) di Torino; è avvenuto nel pieno tradimento della Costituzione, la quale nell’articolo 3 sancisce il rispetto della persona ed in particolare, il rispetto della salute.

L’Italia fa parte del G20 ed è tra i fondatori dell’Europa. Ci chiediamo se l’Italia può avere dei CPR inumani, inadatti a trattenere persone, uguali a gabbie adatte a trattenere animali, come quelli della Libia, perché questo è stato il trattamento riservato ad un giovane straniero mentre i suoi assassini giravano liberamente per la città di Ventimiglia. Musa Balde è stato trattato in questo modo perché immigrato senza permesso di soggiorno e quindi come un soggetto senza diritti.

Per rispettare l’uomo, non basta averne solo pietà. Ci vuole il riconoscimento del rispetto dei diritti sanciti da tutte le Convenzioni internazionali. Quando i nostri politici torneranno a leggere e ad imparare la Costituzione?

Il Teatro prepara i giovani a farlo, perché la conoscenza è la base per il rispetto dei diritti della persona, il rifiuto della violenza e dell’indifferenza.

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TRA RITO E PERFORMANCE: catarsi e trance

immagine di copertina Preservare la terra è un impegno dell’arte

Preservare la terra è un impegno dell’arte

Visioni
di Gigi Mangia

Ecco la terra, la rottura della storia tra l’uomo e l’ulivo e la perdita della memoria. Nella campagna salentina, l’albero d’ulivo senza le sue foglie verde argento, sembra un fantasma di oscuro marrone che fa paura. È troppo grande la ferita al paesaggio. Sembra una pagina della campagna del passato e, invece, è quella del presente, distrutta dalla Xylella fastidiosa. Mancano gli uccelli ed è cambiato anche il rumore del vento. Nel paesaggio triste e ferito, la campagna è un cimitero dei vegetali. Lo sguardo è pesante, gli occhi sono secchi, senza lacrime. Gli ulivi morti non hanno sepoltura, la loro storia è fuori dal mito della sepoltura, riservato solo all’uomo. L’ulivo rimane, il suo tronco finisce in cenere nella terra, ma dalla cenere rinasce la natura.

Per rinascere bisogna lottare. Lottare per la terra, avere fiducia dei fiori, seguire la pecora viola, nel suo nuovo umanesimo, nello sviluppo sostenibile, come racconta il dipinto de Il quarto stato, nella
“rilettura” realizzata sulle pareti della stalla della Masseria Le Stanzìè di Supersano (Le) e teatralizzata grazie all’intervento del Teatro Koreja di Lecce.

Bisogna cambiare. Ora: dobbiamo imparare a conservare la terra, il cielo e il mare. È un impegno che nasce nell’arte e cresce nel teatro, nella casa della creatività dove sognare non è essere fuori dalla storia, ma partecipare alla lotta di una terra libera così come nella terra vive, libera, la pecora viola.

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