Calendario

Marzo 2023

Non sono previsti spettacoli per il mese selezionato.

immagine di copertina Non braccia ma persone da accogliere e integrare

Non braccia ma persone da accogliere e integrare

Visioni
di Gigi Mangia

Qui, dove il salmastro

E lo scirocco battono le ore,

il vento aspro dell’inverno 

scolpisce ulivi padroni. 

Qui, dove la luce bianca 

trafigge il bagnasciuga,

il canto dei pescatori 

inventa il pane del giorno.

(Versi della poesia “Qui” di Angelo Lippo, Poeta di Taranto)

Vorrei partire da qui: dal nostro mare, dalla nostra terra, dalla storia dei popoli delle sponde sul mare. Lungo la terra, distesa sul mare, sono passate la storia dei Cristiani e la storia dei Musulmani. Il Salento un tempo era circondato da sette Paesi di religione e costumi arabi. I miti e gli dèi hanno unito le civiltà delle sponde dei Popoli sul mare. Atene e Gerusalemme sono state le due città di un lungo percorso di ricerca dei valori della fede e del diritto nel dialogo. Enea portò l’Oriente nel Mediterraneo, l’imperatore Giustiniano il Diritto. Abbiamo dimenticato il poeta Omero e il mare è diventato un cimitero di morti annegati.

Da qui voglio partire per esprimere tutto il mio dissenso contro il Governo che ha lasciato morire in mare famiglie in fuga dai paesi dove c’è fame e guerra. I migranti morti in mare scappavano dalla Siria, dall’Afghanistan, dall’Iran. Degli ottantasei morti identificati, sessanta erano afgani e molti erano bambini. I bambini morti nel mare, secondo l’Unicef italiano, sono più di cento dal 2022 ad oggi. I bambini sono gli innocenti annegati, la morte nel mare cancella dalla storia la loro esistenza, per loro non c’è neanche la sepoltura. Mai più cancellare la vita e la storia di bambini innocenti! 

Il Governo ha il torto politico di non aver rispettato il diritto del mare, il più antico nella civiltà del Mediterraneo. Ministri senza pietà, lontani dai valori. Alla fine del 1700, il filosofo Emmanuel Kant, nella sua opera “La ragion pratica”, nella prefazione sottolineava per l’uomo l’importanza della morale e il vedere di notte le stelle. Ai migranti annegati è stato impedito di respirare l’aria e di non avere l’acqua per evitare la sete. 

Il Governo povero e senza cultura, per salvare la faccia usa il Diritto Penale come una convincente campagna pubblicitaria. Giorgia Meloni, infatti, si inventa nuovi reati, urla ai quattro venti inasprimenti di pene fino ai trent’anni di carcere contro gli scafisti, dichiara loro la guerra e, come una grande e forte guerriera, cavalca la pubblicità e si lancia all’inseguimento degli scafisti dell’intero globo terrestre. Più che una strategia di governo, in cui manca la distinzione tra scafisti e trafficanti di esseri umani, sembra un romanzo d’avventura. 

Ciò che causa meraviglia è il consenso a questa “sgrammaticatura” del diritto è quella  del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Alfredo Mantovano, parlamentare esperto di diritto e magistrato. La politica di chiusura contraria verso gli immigrati è vecchia già da anni. La legge Bossi-Fini, che Alfredo Mantovano vuole aggiornare, è sua. Fu fatta quando egli era viceministro degli Interni del Governo di centro-destra nel 2002 di Silvio Berlusconi. Al Governo di destra manca una visione culturale corretta del movimento migratorio, che è di lungo periodo ed è causata dalla crisi economica che a sua volta causa la crisi climatica e porta fame e guerra nei Paesi più poveri da cui nascono i grandi movimenti migratori nel Mediterraneo e quindi in Europa. 

Il Governo Meloni, il Ministro Lollobrigida, parlano di flussi di immigrati, di braccia da far entrare in Italia, da impiegare in agricoltura, da manuali nell’edilizia, da lavapiatti nel turismo e non riescono a parlare invece di persone da accogliere e da integrare. La politica dei porti chiusi, del blocco navale, ed ora addirittura il coinvolgimento della Nato, sono tutti i ritardi della politica di destra che guarda e vede lo straniero come nemico e quindi come pericolo da cui difendersi negandogli l’accoglienza. Per questi sventurati, partire e rischiare di morire vuol dire perdere la vita. 

prossimi Appuntamenti

1 ott

LABPERM /Domenico Castaldo

LE PECORE DELLA LUNA

1, 2, 3, 4, 5 ott

con Domenico Castaldo, Marta Laneri e Zi Long Ying del LABPERM

OPEN PRACTICE OPEN MIND IN LIVING BODY

2 ott

Carla Pollastrelli , Eugenio Imbriani

TRA RITO E PERFORMANCE: catarsi e trance

immagine di copertina Il naufragio nel mare di Cutro

Il naufragio nel mare di Cutro

Visioni
di Gigi Mangia

Se il mare perde gli aggettivi dei poeti, il naufragio non è più quello dolce del poeta Giacomo Leopardi,

“Così tra questa

immensità s’annega il pensier mio:

e il naufragar m’è dolce in questo mare.”

Ma estremo, di morte, quella di annegare in mare, la più dura, la più lunga di dolore. Per i disperati anche l’azzurro è negato, per loro la notte è dolore buio disperato.

“Torno… e una sera il mondo è nuovo,

una sera in cui non accade nulla – solo,

corro in macchina – e guardo in fondo

all’azzurro le case del Prenestino –

le guardo, non me ne accorgo, e invece,

quest’immagine di case popolari

dentro l’azzurro della sera, deve

restarmi come un’immagine del mondo (versi di Pierpaolo Pasolini).

Il mare sulla spiaggia di Cutro ha restituito: scarpe, abiti, giocattoli di bambini annegati. Sono immagini del nostro dolore perché li abbiamo lasciati soli, non li abbiamo soccorsi, perciò la morte è arrivata fino prima di noi, perché noi non abbiamo rispettato la legge del mare. Dalla barca, distrutta dal mare, sono stati recuperati due assi di legno ed è stata realizzata una croce, per fare una via crucis in mare. Cristo e la Croce sono valori vivi della cultura cristiana dei popoli che vivono sulle sponde del Mediterraneo. Il diritto ad emigrare, a scappare dalla fame, dalla carestia, dalle minacce di morte, è antico e ed è stato esercitato da Giuseppe e Maria quando scapparono dall’Egitto per mettere in salvo, dalla minaccia di morte di Erode il figlio Gesù. Fra i morti annegati c’erano tante donne in fuga che avevano visto uccidere i loro mariti e i loro figli. Donne che hanno visto uccidere ed avvelenare le loro figlie per essersi rifiutate di indossare il velo o per aver scioperato per rivendicare il diritto di andare a scuola. Erano uomini e donne che scappavano dalla fame e dalla guerra per trovare un mondo migliore, per dare un futuro ai loro figli.

Le parole: “donna, vita, libertà” scorrono nelle vene della storia e rendono inarrestabile la lotta del cambiamento dei rapporti sociali senza le barriere della religione e del patriarcato. Servono parole nuove per costruire e raccontare il paesaggio umano e sociale che dobbiamo sentire dentro di noi con il desiderio di cambiare, di non essere indifferenti perché “la rivoluzione non è che un sentimento”. Pierpaolo Pasolini versi in Alba in forma di rosa, Garzanti 1961 – 64 Milano.  

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TRA RITO E PERFORMANCE: catarsi e trance

immagine di copertina Il teatro Koreja si interroga sull’intelligenza artificiale

Il teatro Koreja si interroga sull’intelligenza artificiale

Visioni
di Gigi Mangia

Il mondo dell’informazione, la pedagogia, la scuola, come tutta la cultura, si interrogano e studiano il ruolo delle macchine intelligenti nella società. Si studia il cambiamento della scuola, il posto dell’uomo nel sapere e nella formazione del pensiero.

Chat GPT è una intelligenza artificiale generativa, in grado di creare contenuti e rispondere in tempo reale. Chat GPT è in grado di scrivere testi ed analizzarli, sa creare codici e applicazioni informatiche, sa sviluppare videogiochi, sa scrivere articoli di giornale, sceneggiature, sa inventare storie.

Chat GPT è una svolta rispetto al passato dell’intelligenza artificiale ed è per questo che apre a nuovi orizzonti. Il tema è quello dell’intelligenza artificiale rispetto al ruolo dell’uomo. Chat GPT è infatti in competizione con l’uomo nella realizzazione di prodotti intelligenti.

La storia delle macchine intelligenti ci dice che : l’uomo ha delegato alle macchine compiti che erano suoi, come il calcolo, la memoria, i numeri telefonici, le ricorrenze, i compleanni. Le macchine sono diventate sempre più brave rispetto a noi ed è così che noi siamo meno bravi e abbiamo perso l’intelligenza compresa la memoria, tanto che non ricordiamo più neanche i numeri di telefono di amici e parenti, per fortuna che abbiamo la rubrica.

Così chat GPT ci sta facendo vedere come, dopo il calcolo e la memoria, stiamo affidando alle macchine intelligenti la creatività, la capacità di ragionare e quindi la facoltà di creare contenuti, compreso il linguaggio.

Con Chat GPT è le altre intelligenze artificiali generative, anche i contenuti diventano una community e chiunque puó e potrà produrre qualsiasi contenuto di testo o di risposta in fretta e in poco tempo. L’intelligenza artificiale generativa mette in crisi l’uomo, il quale non é più al centro e forse è questo il motivo della grande attenzione per l’interesse generale che viene imposto dalle macchine intelligenti nell’organizzazione del saperi e della vita sociale.

La scuola è la prima ad essere coinvolta, perchè è la prima che deve fare i conti con la grande trasformazione del sapere, del fare, e della educazione alla libertà di pensare. Gli esperti di macchine intelligenti, come gli studiosi di pedagogia invitano a non avere timori e quindi ad essere positivi perché la scuola puó crescere e svolgere meglio il suo compito di formare il cittadino del futuro. Là chat GPT non chiude la scuola, la costringe a misurarsi con il cambiamento. La scuola che riesce ad essere aperta ed inclusiva rende più felice la città.

Dal teatro Koreja passano più di undicimila studenti nel corso dell’anno scolastico, segno questo di un grande rapporto di collaborazione fra teatro e scuola per offrire stimoli di formazione importanti sia nella scuola primaria sia per la secondaria, favorendo la sfera creativa e socioaffettiva degli studenti. Teatro Koreja sente e avverte le difficoltà della scuola, le vive e per questo cerca di dare il suo contributo. Ormai dobbiamo aprire un confronto con le nuove tecnologie e non possiamo avere atteggiamenti di chiusura perchè costruire le barricate al cambiamento porta a perdere la partita cioè quella del futuro.

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