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Maggio 2024

Non sono previsti spettacoli per il mese selezionato.

immagine di copertina Cinquant’anni fa i decreti delegati cambiavano la scuola

Cinquant’anni fa i decreti delegati cambiavano la scuola

Visioni
di Gigi Mangia

Il 31 maggio del 1974, venivano approvati i decreti delegati, che cambiavano la scuola, in particolare cambiava lo stato giuridico degli insegnanti, entravano nella scuola i genitori e cambiava anche l’organizzazione e l’insegnamento didattico.

Gli anni 70 furono gli anni dei grandi cambiamenti sociali e culturali dell’Italia originati dai movimenti, in particolare studentesci, del 68. Oggi i giovani sono in un grande fermento, le scuole sono occupate, gli studenti sono in autogestione : studiano, progettano, si battono per un cambiamento radicale, a partire dalla crisi climatica per passare a quella del lavoro, della salute, delle città green accessibili, ricche di iniziative culturali.

Chiedono di essere ascoltati, si battono per far ascoltare gli scienziati. Sono delusi e si sentono offesi dalle risposte : invece di essere ascoltati ricevono manganellate, repressione, le forze dell’ordine nella scuola. I giovaninon sono nè addormentati, nè distratti: sono svegli e sono preoccupati del loro futuro in pericolo esposto alla grande crisi mondiale con la maggior parte dei paesi in guerra, in particolare la porta d’Europa. I giovani non devono essere costretti a stare in recinti di protezione, obbligati a subire un paternalismo in ritardo con il cambiamento sociale e culturale.

I giovani al contrario hanno bisogno di libertà, chiedono di avere la nostra fiducia, dobbiamo lasciarli liberi di sognare. Sono passati cinquanta anni dai decreti delegati, ma la scuola è ancora in crisi, continua ad essere in ritardo e non è in grado di rispondere ai bisogni dei giovani che al contrario sono i protagonisti di una rivoluzione culturale e sociale.

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LABPERM /Domenico Castaldo

LE PECORE DELLA LUNA

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con Domenico Castaldo, Marta Laneri e Zi Long Ying del LABPERM

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TRA RITO E PERFORMANCE: catarsi e trance

immagine di copertina ORRORE, LA STRAGE DI RAFAH

ORRORE, LA STRAGE DI RAFAH

È fantastico in teatro avere idee per la pace

Visioni
di Gigi Mangia

La guerra di Benjamin Netanyahu di Israele contro i palestinesi non è guerra ma orrore e violenza di mancato rispetto di tutte le convenzioni del diritto internazionale che vietano di colpire le popolazioni civili.

Dopo la sua ammissione, non ci sono dubbi, sulla violenza e sul mancato rispetto del diritto umanitario internazionale da parte di israele nel raid a Rafah in cui sono morti 50 civili, e fra loro, nelle fiamme donne e bambini innocenti.

Nei social e nelle televisioni si sono viste le immagini di orrore, di violenza, di inaudita inumanità come quelle di vedere bruciare nelle fiamme i corpi di bambini e delle loro mamme.

La guerra che stiamo conoscendo è odio senza regole, è violenza e paura, è negazione dell’etica: cancellazione della morale. Senza morale, l’uomo perde la sua natura, cammina nelle tenebre e non riesce a vedere il suicidio dell’umanità. Senza cultura, senza filosofia, senza pedagogia del rispetto, l’europa è un teatro vuoto e inutile.

Orrore è la morale al buio. Grave è la responsabilità della diplomazia internazionale per non essere stata capace ad impedire a israele di bruciare l’innocenza perchè vuol dire consegnare la terra alla forza dell’odio, e quindi, nelle mani dell’uomo senza cuore, la società.

È fantastico in teatro avere idee per la pace.

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immagine di copertina La giornata mondiale dei bambini promossa da Papa Francesco

La giornata mondiale dei bambini promossa da Papa Francesco

Visioni
di Gigi Mangia

La giornata mondiale dei bambini del 25 maggio, promossa dal Papa, è un’iniziativa che accende la luce per vedere il mare della violenza, dell’odio, della morte dei bambini innocenti, di subire la guerra e non avere il rispetto del diritto alla vita.

La giornata mondiale dei bambini è un disegno civile e morale, pensato per insegnare all’uomo che la vita è rispetto, cammino, ricerca di fraternità. La giornata mondiale dei bambini ha mosso il mondo, infatti a Roma erano presenti ben 85 nazioni. L’entusiasmo si diffonde in tutto il mondo per i bambini che arrivano a Roma anche da paesi lontani come il Ruanda.

La forza più bella dell’entusiasmo della giornata mondiale dei bambini è stata la solidarietà di tanti bambini che hanno venduto i loro giocattoli per finanziare il viaggio dei bambini più bisognosi. L’aspetto più bello, più profondo, più solidale è stato quello in favore dei bambini provenienti dalle zone di guerra: Ucraina, Gaza e Terra Santa.

La giornata mondiale dei bambini è una visione di pace, un grido di fratellanza, un invito rivolto ai governi a liberarsi delle armi e usare la ragione per trovare la pace. I bambini non devono morire, non hanno nessuna colpa, sono nati innocenti. Tutti i bambini sognano la pace e sperano di vivere un mondo fraterno: senza la guerra!

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immagine di copertina Se le immagini diventano parole, le parole diventano storia

Se le immagini diventano parole, le parole diventano storia

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di Gigi Mangia

l Capo di Leuca, museo di pace e di accoglienza.
Il Capo di Santa Maria di Leuca è una terra sospesa fra cielo e mare, è una terra aperta ai venti, ai profumi, ai colori, al movimento delle onde del mare che assecondano i pensieri e l’inquietudine del tempo, nella forza della Fede. I Santuario di pietra bianca dà serenità. Le porte in bronzo, dell’artista Armando Marrocco, rappresentano lo sbarco degli albanesi.

La narrazione dello sbarco, nelle tre porte, è ricca e profonda di umanità assecondata dal mare fermo e dal cielo stellato. I profughi respirano fiducia, sentono il favore della terra che li accoglie e si sentono di essere salvi. Entrando in Santuario si incontra la statua della Madonna, con la lampada della Pace. Le parole: “Lux pacis” sono l’indicazione della fede nel ruolo della Madonna nel Cristianesimo in cui la pace è visione, disegno della salvezza; la luce infatti apre le tenebre, sconfigge la paura del buio e illumina la vita in cammino.

Le parole, “Lux e Pacis” sono parole senza tempo, sono parole che uniscono il cuore con la mente, la volontà con l’intelletto. Le parole “Lux Pacis” sono il sentiero del pensiero in cui la filosofia incontra la teologia: per conoscere bisogna credere. Fu questo nella storia l’insegnamento di San Tommaso. Nel paesaggio del Capo di Leuca si nota e si osserva l’ulivo, quello sano che ha resistito alla Xilella fastidiosa e quello invece che ha subito la malattia, perdendo la sua bellezza tingendosi in un tronco spoglio e diventando così archeologia vegetale.

È un tronco peró che non muore perchè ha una nuova vita. Sui tronchi infatti crescono funghi, vivono insetti e gli uccelli continuano a costruire i loro nidi. Con le mani si possono sentire le forme, scoprire gli anni, toccare la storia. I tronchi malati aiutano a capire il rapporto fra l’uomo e l’ambiente, ma fra uomo e ambiente non c’è separazione, la e congiunzione, è sbaglianta perchè ambiente e uomo sono unità, come unità è anche uomo e natura. Da una nuova antropologia culturale puó nascere una visione di pace, una pedagogia del rispetto. Se le immagini diventano parole, le parole diventano storia ed è questa la storia che vogliamo: STORIA DI PACE.

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immagine di copertina L’inno alla gioia

L’inno alla gioia

Visioni
di Gigi Mangia

Il 7 maggio ricorre il bicentenario dell’esecuzione a Vienna della nona sinfonia di Beethoven, la cui conclusione è : L’inno alla gioia, che il consiglio Europeo nel 1972 scelse come inno dell’Europa. La musica è l’arte dell’universalità, che non conosce barriere, confini da superare, la sua grande forza è quella di essere l’arte di tutti i popoli. La musica di Van Ludwig Beethoven fu quella che riuscì ad interpretare i sentimenti più profondi dell’animo umano e rendere universali i valori culturali del canto nella dimensione della gloria. Beethoven, con la sua musica, introducendo nella sinfonia la voce, aprì orizzonti nuovi all’Europa del romanticismo esaltando lo spirito come forza universale nel disegno della storia.

L’inno alla gioia, nella forza del coro esaltava la potenza dello spirito, dei valori dei popoli del nord Europa impegnati nella difesa della libertà repressa nel sangue dalle monarchie reazionarie. La cultura dell’Europa si fondava sulla cultura classica dell’antica Grecia, della democrazia e del diritto della città a partire dalla grande centralità di Atene nella storia dell’antichità e della città di Gerusalemme che con il muro del pianto aveva alimentato guerre di tensione fra le religioni monoteiste. L’inno alla gioia esalta e comprende i valori che sono al fondamento dell’identità dell’Europa in cui la città celeste, della fede, e la città della ragione, Atene, della democrazia e della civiltà, del diritto non sono separate, al contrario, sono le radici dell’Europa che deve completare il percorso della sua unità politica trasformandosi negli Stati Uniti d’Europa. La strada migliore che oggi abbiamo è quella di: studiare i poeti, promuovere la musica, finanziare la cultura, progettare città accessibili nei servizi culturali: teatri, musei, biblioteche, scuole; in cui non sentirsi soli, esclusi, malati, abbandonati, in lotta contro la povertà che rende inutile anche la solitudine.

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immagine di copertina L’interesse del teatro Koreja verso la fragilità

L’interesse del teatro Koreja verso la fragilità

Visioni
di Gigi Mangia

l progetto “le case speciali” : la crescita difficile degli adolescenti, la povertà educativa, il desiderio di sentirsi liberi sono il lavoro del teatro Koreja, in collaborazione con la scuola e le famiglie.

Il laboratorio di Alessandra De Luca, attraversa i tempi difficili della fragilità, dei modi e dei tempi dell’adolescenza nella fatica di trovare l’identità nella libertà. “Non devi” è il muro da superare per gli adolescenti. Attraverso frammenti di esistenza, di sofferenza al male, di essere debole e fragile e quindi di subire, Alessandra De Luca riesce a comporre un universo di vita in cui l’Io si accende nella creatività, affermandosi come pensiero e come cuore: amare e pensare, vivere e rispettare l’altro.

Per sua natura l’essere umano si muove, tra libertà e necessità, tra libero arbitrio e costrizione, tra quello che puó e quello che non vuole fare, cercando un equilibrio tra le regole che la società nelle sue strutture impone rispetto ai desideri tra diritti e doveri che in una società armoniosa dovrebbe essere in grado di assecondare la crescita degli adolescenti. Gli adolescenti non devono subire le aspettative degli adulti, della scuola, non devono sentirsi falliti, non sono la ripetizione del passato al contrario rappresentano il futuro sono la creatività, sono la società che desideriamo essere.
La libertà è il profumo della vita e il teatro lo crede.

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