Quel diavolo d’un Bertuccia (1999) e (2002)
Bertuccia è un burattino frutto di un “gioco” teatrale che si ispira alla letteratura popolare delle fiabe, alla commedia dell’arte e al teatro di figura classico. Una volta alla luce, acquisisce però un
suo carattere, una sua specifica tipologia di personaggio: quello dello scansafatiche, furbastro, sempre affamato, ma pur sempre capace di gesta “eroiche”. Le avventure del nostro burattino
hanno la stessa struttura delle favole antiche, pur “tradendola” spesso, allo scopo di adattare stili arcaici a messe in scena moderne. Ci sono le prove da superare, i buoni e i cattivi, e c’è la
Signora Morte, personaggio chiave, al di sopra delle parti, ironica e capace di organizzare le prove da superare con l’abilità di un giocatore di scacchi. Quindi Bertuccia, coinvolto pur controvoglia
all’interno di questo meccanismo, inizia il suo viaggio alla ricerca del figlio scomparso. Nella messa in scena sparisce il tradizionale teatrino per dare spazio a immagini video, diapositive, luci
in cui burattini e attori, con pari importanza, diventano un tutt’ uno narrante.
primo studio nel 1999 con il titolo Bertuccia all’inferno
con Fabrizio Pugliese, Fabrizio Saccomanno, Cristina Belgioioso, Francesca Manno regia Fabrizio Pugliese cura tecnica Marco Oliani
collaborazione alle scenografia Cecco Fattizzo e Sabrina Daniele
ripreso nel 2002 con il titolo Quel diavolo d’un Bertuccia
con Fabrizio Pugliese e Fabrizio Saccomanno testo, regia e messa in opera Fabrizio Pugliese luci ed elaborazioni sonore Marco Oliani