Vaccinarsi in un museo
A Lecce la cultura è un valore accessibile per la salute e il benessere sociale
Visioni
di Gigi Mangia
Al Museo Castromediano di Lecce ci si vaccina ascoltando musica classica e passeggiando fra i reperti archeologici. Il vaccino al museo è un segnale importante di lotta al Coronavirus, un cambiamento e un’idea nuova, che promuove la cultura come valore accessibile per la salute ed il benessere sociale. È una strada per non cadere nella solitudine. Un’idea di museo come cuore attivo della città, che vive per la comunità. Il museo è la casa delle muse, dove l’arte continua, dove la città si ritrova, dove la cittadinanza non si perde. Il museo conserva la Storia, resiste al tempo, sente l’uomo, lo conosce, parla della sua vita e lo difende. Il museo diventa il fronte dell’impegno civico contro la pandemia, evitando di affrontare il vaccino nel disagio, nella sofferenza della paura.
Ci sono tanti modi per non cadere nell’inferno del dolore, nel peccato della paura: difendere la salute in un museo è come trovare la strada che abbatte tutte le barriere.
L’arte è il solo farmaco che non ha bisogno di essere accompagnato dal bugiardino perché è un bene assoluto.
Chiudere i musei è stato un errore perché ha disorientato la vita della città. Aprirli al vaccino è un modo per ripianare il debito che le città d’arte, a torto, hanno pagato.