L’intelligenza artificiale cambierà anche la scuola, ma come?
Visioni
di Gigi Mangia
In un college “David Game College” del Regno Unito, l’insegnamento sarà assegnato completamente all’intelligenza artificiale, senza gli insegnanti. Si tratta di una scuola privata di Londra e la retta di frequenza é 27mila sterline pari a 32 mila euro.
Il “David game college” é il primo a progettare un anno scolastico senza docenti per 20 studenti. Tuttavia peró i docenti sono sostituiti da un sistema di piattaforme di intelligenza artificiale installate sui loro computer e visori per la realtà virtuale. Un insegnamento così progettato per me pone una grande domanda : l’intelligenza artificiale potrà davvero sostituire l’insegnante “umano”?
Gli esperti di intelligenza artificiale sono propositivi e convinti sostenitori del cambiamento che trova anche largo consenso fra le famiglie. Secondo loro, le piattaforme impareranno a capire in quali discipline gli studenti sono eccellenti e in quali hanno bisogno di aiuto. Le piattaforme perció adotteranno le lezioni nel corso dell’anno secondo le difficoltà. Il vantaggio per lo studente é quello che il programma delle lezioni sarà fatto su misura, relativo alle difficoltà personali nel tempo di studio. Bisogna precisare che nell’aula del College, dove l’intelligenza artificiale insegna, é presente l’esperto umano.
La classe infatti sarà supportata da 3 esperti dell’apprendimento, i quali hanno il compito di controllare il comportamento degli studenti e sono formati per fornire supporto tutte le volte che le necessità della lezione lo richiede.
Il progetto del college dell’insegnamento assegnato all’intelligenza artificiale non mi convince perché trascura l’area socio affettiva fondamentale per una crescita completa umana ed intellettiva. Ciò che viene a mancare é la verifica dell’autostima, il bisogno di relazionarsi con l’altro, di riconoscersi è di esercitare il rispetto, infine la libertà di scegliere e di decidere.
Personalmente non sono contro l’intelligenza artificiale credo al progresso ma continuo ancora a credere che: il compito della scuola non é quello di riempire le teste, bensì quello di formarle.