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Maggio 2023


28 apr

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immagine di copertina L’oblio oncologico

L’oblio oncologico

Visioni
di Gigi Mangia

Nella commissione “affari sociali” del senato è iniziata la discussione tra i parlamentari per arrivare ad approvare la legge sull’oblio oncologico, da concludere entro il 2025, rispettando le raccomandazioni del Parlamento Europeo.

L’Italia non ha ancora una legge sull’oblio oncologico, che hanno invece altri Paesi europei, tra cui: Francia, Belgio e Lussemburgo. Se hai avuto la sfortuna di avere una malattia oncologica, rischi di non poter avere: un mutuo bancario, un’assicurazione, un prestito, ed anche l’affido di un bambino.

Verso i malati di cancro, ma più ancora verso le donne, questo è un gravissimo problema di discriminazione, che riguarda la civiltà ed interessa il diritto. Per chi ha vinto la lotta contro il tumore e ha fatto la dura esperienza del dolore, subire l’umiliazione di raccontare davanti ad un impiegato sconosciuto il proprio dolore, come anche scrivere su di un modulo l’esperienza della cura, è una prova insopportabile e moralmente deplorevole.

Per chi ha fatto la dura esperienza del tumore, malattia devastante, nei rapporti sociali le cui conseguenze coinvolgono le famiglie, questi malati non devono essere umiliati, ma aiutati ad avere vita sociale, a frequentare, a partecipare e a fare teatro, a svolgere attività sportive, a frequentare i musei e il cinema. Bisogna aiutare i malati di cancro per farli liberare dell’incubo del cancro che rimane come uno stigma, come un pregiudizio. Al contrario, bisogna disegnare un tempo di vita sulla cultura inclusiva in cui il desiderio di vita, diventa la forza della partecipazione per disegnare un paesaggio interiore in grado di trovare un nuovo equilibrio con il corpo che è stato devastato dalla malattia. Le donne sono le più discriminate, le più colpite, anche se l’85% di loro supera la malattia del tumore al seno.

Non esiste l’uomo senza malattia. L’uomo sano è un “mito” costruito per non avere paura del male e per essere lontano dal pericolo di morire.

La malattia, come il dolore, sono prove, esperienza di vita, da non nascondere, da raccontare perché con le parole si crea comunità sociale e quindi forza di vincere il male. Il denaro non misura il valore della vita ma l’egoismo dell’interesse della società, malata, dal possesso di avere denaro. Per liberare la vita dal denaro bisogna approvare con urgenza la legge sull’oblio oncologico perché il cancro è semplicemente un male del nostro tempo, sconfitto e superato.

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immagine di copertina L’HO SCRITTO SUL MIO CORPO

L’HO SCRITTO SUL MIO CORPO

Visioni
di Gigi Mangia

È nota ed è sorprendente la lotta per il clima dell’ultima generazione contro la politica che non avverte la crisi climatica ed è sorda verso la scienza, la quale ogni giorno illustra i pericoli irreversibili per l’intero pianeta. La lotta dei giovani, dell’ultima generazione, è creativa e non violenta, si esprime in una sintassi profondamente nuova in cui il corpo diventa messaggio contestativo e radicale nell’indicare gli obbiettivi. Il corpo come comunicazione rompe i limiti dell’ideologia e la sintassi della contestazione rappresentata dal corpo narra un pensiero che porta a cercare l’equilibrio con la natura e ad affermare che l’uomo non è il padrone delle risorse che la Terra ogni giorno offre. La crisi del clima è la fine del modello dei padroni della natura, del capitalismo di rapina, della crisi definitiva dei fossili nella vita politica e sociale dei popoli.

Il corpo dell’attivista Anna è il manifesto del futuro, costruito con la voce del Mediterraneo, degli esclusi e degli invisibili.

L’ho scritto sul mio corpo: stop ai fossili. Non investire più un centesimo in gas, petrolio e carbone. Usare tutti i soldi in azioni urgenti per fermare in tempo il collasso del clima. Lo dice l’attivista Anna nell’intervista di Repubblica del 6 maggio.

Sono richieste chiare e sono obbiettivi precisi. La scelta di usare il corpo nudo, da parte delle donne, è anche la scelta di essere più chiare rispetto alla crisi, per la quale è scaduto il tempo del rinvio di non prendere decisioni vere. Il corpo nudo delle donne in topless vuole indicare tutta la fragilità dell’uomo coinvolto nella crisi del pianeta, in cui vivere ed abitare vuol dire lottare ogni giorno con il pericolo della morte e della malattia. Il corpo della donna è l’inizio della vita nei poteri della natura. Dal seno della donna comincia la scoperta necessaria per l’inizio della relazione dei corpi, fra quello della donna e del suo bambino

L’IO ha bisogno di essere corpo cioè di essere relazione. Il seno è certezza e la sicurezza della relazione dei corpi. I corpi si sentono con il cuore, si vedono con gli occhi, si scoprono con le mani ed è la donna che insegna ad amare e a rispettare. Amare è sentire l’altro prenderlo per mano non lasciarlo mai solo, aiutarlo quando piange e sente il bisogno di essere conforto di comunità. Il corpo usato come protesta porta verso l’alto il livello del messaggio, tanto da essere una lingua con la forza tale da indicare quel modello di futuro fondato sul rapporto uomo – natura regolato dal rispetto.

Le donne hanno la forza di insegnare ad avere amore e rispetto per la vita, perché la vita comincia nel loro corpo. Brave le donne che hanno capito come lottare e non si lasciano condizionare dalla retorica del buoncostume e hanno la forza di sfidare la morale che non vede la libertà del corpo e per questo lo criminalizza.

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25 aprile Liberazione dell’Italia dal fascismo

e la Costituzione è antifascista

Visioni
di Gigi Mangia

Sono passati 78 anni dal 25 Aprile del 1945, da quando il nostro Paese venne liberato dalle truppe naziste, alleate del regime fascista , di Benito Mussolini. Fu la vittoria dei contadini, degli operai, degli intellettuali, degli studenti e delle donne, insomma di tantissima gente che ha creduto e lottato per dare e per avere voce di libertà.

Il 25 Aprile è la vittoria dell’ antifascismo che diede all’Italia la costituzione antifascista. La guerra dei fascisti fu storia violenta e guerra irrispettosa delle leggi di guerra internazionali. I fascisti infatti si macchiarono di crimini di guerra ma i processi non furono svolti.

I documenti per lungi anni rimasero negli armadi chiusi contro i muri per impedire agli storici di fare la storia e ai magistrati di svolgere i processi.

La storia dell’Italia é storia incompiuta con molte ombre e la destra le sfrutta oggi per non riconoscere l’antifascismo della costituzione. Molti capitoli della storia del ventennio sono incompleti, di mezza verità. Stabilire le distanze dal fascismo, avere conoscenza degli eventi, liberarsi dei nomi famosi del regime non é facile perchè nelle nostre città ci sono strade intitolate ai fascisti e piazze con monumenti come per esempio quello al generale Rodolfo Graziani, vice re dell’Etiopia accusato di crimini di guerra.

Del regime fascista una delle pagine più orrende sono quelle delle leggi razziali. Tra le firme del comitato scientifico troviamo quella dello scienziato Niccolò Pende, nato a Noicattaro di Bari,Il quale fu professore nelle università di Messina, di Genova, Firenze e Roma e nel 1926 fu nominato Rettore dell’università Adriatica di Benito Mussolini.

Lo studioso pugliese con le sue ricerche sostenne il fondamento scientifico della superiorità della razza fascista rispetto a quella ebraica e teorizzó l’omosessualità come malattia. Niccolò Pende teorizzó il razzismo scientifico quale esperto di endocrinologia.

Lo scienziato Niccolò Pende ora è sepolto nella chiesa matrice di Noicattaro sotto l’altare e l’istituto scolastico comprensivo del paese porta il suo nome. Ora mi chiedo : quanto pesa questa figura nella storia e soprattutto nella cultura ? E quanto studio bisogna fare ancora per liberare le nuove generazioni dal pericolo del ritorno della cultura fascista, pericolo che in questi giorni é stato correttamente evidenziato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

La scuola è la cultura sono chiamate a svolgere un grande compito nella ricerca e nella formazione per colmare i vuoti e superare le ombre che pesano ancora sul presente del paese. Benito Mussolini ebbe largo consenso tra gli intellettuali e fu assecondato anche dall’arte ma ci fu chi si oppose. A Galatina in piazza Dante Alighieri la scultura in bronzo di Gaetano Martinez con il piede schiaccia la faccia di Benito Mussolini per dimostrare il rifiuto e la distanza dal duce. A Galatina ora governa la destra ma la nostra città non é fascista.

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La mobilità lenta

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di Gigi Mangia

La Ciclovia d’Italia dal monte san Bernardo a Santa Maria di Leuca.
Filosofia di un cammino.

La Ciclovia di Italia, parte dal Monte San Bernardo per arrivare nel Capo di Leuca, al Santuario, che secondo la tradizione era il passaggio delle anime verso la salvezza. È un lungo viaggio, di migliaia di ore pedalate. É un camminare di un felice attraversamento dei borghi e delle piazze dove ammirare i campanili e sentire il suono delle campane, ricordare la vita delle Fede.

È una scoperta delle parole e degli aggettivi dei luoghi. Sono parole vive, resistono, e raccontano ancora la vita dei luoghi. È un camminare verso la scoperta del sapore della terra, il calore dei raggi del sole, la compagnia degli uccelli, il piacere di respirare aria pulita, di sentire il rumore delle foglie, di avere bisogno di toccare con le mani i tronchi dei giganti del tempo, che sollecitano la mente a trovare la quiete serena con la natura, offesa e trascurata.

È un andare nei versi dei poeti che ci hanno insegnato ad amare la terra e a rispettare il mare. È un lungo cammino che finisce a Santa Maria di Leuca, dove la terra è sospesa tra il cielo e il mare. Qui la terra é aperta ai venti, é educata a sentire ed é pronta ad accogliere. Il Santuario, con la forza del Credo, accende il pensiero e il desiderio di futuro, come anche l’invito di lasciare la terra nella sapienza delle mani e ancora di liberare dalla paura, il tempo che abbiamo da vivere e da abitare. É un cammino nella filosofia, nella ricerca delle parole che hanno la forza di sostenere il cammino dell’uomo che non puó vivere solo. Sono parole importanti : accoglienza, ospitalità e gentilezza. La cultura dell’Europa é nata dal cammino dei popoli, da Oriente a Occidente ma l’Italia è una ricca strada che porta l’uomo a credere e a sperare così come Agostino ha insegnato nell’opera “Le Confessioni”.

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immagine di copertina Non braccia ma persone da accogliere e integrare

Non braccia ma persone da accogliere e integrare

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di Gigi Mangia

Qui, dove il salmastro

E lo scirocco battono le ore,

il vento aspro dell’inverno 

scolpisce ulivi padroni. 

Qui, dove la luce bianca 

trafigge il bagnasciuga,

il canto dei pescatori 

inventa il pane del giorno.

(Versi della poesia “Qui” di Angelo Lippo, Poeta di Taranto)

Vorrei partire da qui: dal nostro mare, dalla nostra terra, dalla storia dei popoli delle sponde sul mare. Lungo la terra, distesa sul mare, sono passate la storia dei Cristiani e la storia dei Musulmani. Il Salento un tempo era circondato da sette Paesi di religione e costumi arabi. I miti e gli dèi hanno unito le civiltà delle sponde dei Popoli sul mare. Atene e Gerusalemme sono state le due città di un lungo percorso di ricerca dei valori della fede e del diritto nel dialogo. Enea portò l’Oriente nel Mediterraneo, l’imperatore Giustiniano il Diritto. Abbiamo dimenticato il poeta Omero e il mare è diventato un cimitero di morti annegati.

Da qui voglio partire per esprimere tutto il mio dissenso contro il Governo che ha lasciato morire in mare famiglie in fuga dai paesi dove c’è fame e guerra. I migranti morti in mare scappavano dalla Siria, dall’Afghanistan, dall’Iran. Degli ottantasei morti identificati, sessanta erano afgani e molti erano bambini. I bambini morti nel mare, secondo l’Unicef italiano, sono più di cento dal 2022 ad oggi. I bambini sono gli innocenti annegati, la morte nel mare cancella dalla storia la loro esistenza, per loro non c’è neanche la sepoltura. Mai più cancellare la vita e la storia di bambini innocenti! 

Il Governo ha il torto politico di non aver rispettato il diritto del mare, il più antico nella civiltà del Mediterraneo. Ministri senza pietà, lontani dai valori. Alla fine del 1700, il filosofo Emmanuel Kant, nella sua opera “La ragion pratica”, nella prefazione sottolineava per l’uomo l’importanza della morale e il vedere di notte le stelle. Ai migranti annegati è stato impedito di respirare l’aria e di non avere l’acqua per evitare la sete. 

Il Governo povero e senza cultura, per salvare la faccia usa il Diritto Penale come una convincente campagna pubblicitaria. Giorgia Meloni, infatti, si inventa nuovi reati, urla ai quattro venti inasprimenti di pene fino ai trent’anni di carcere contro gli scafisti, dichiara loro la guerra e, come una grande e forte guerriera, cavalca la pubblicità e si lancia all’inseguimento degli scafisti dell’intero globo terrestre. Più che una strategia di governo, in cui manca la distinzione tra scafisti e trafficanti di esseri umani, sembra un romanzo d’avventura. 

Ciò che causa meraviglia è il consenso a questa “sgrammaticatura” del diritto è quella  del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Alfredo Mantovano, parlamentare esperto di diritto e magistrato. La politica di chiusura contraria verso gli immigrati è vecchia già da anni. La legge Bossi-Fini, che Alfredo Mantovano vuole aggiornare, è sua. Fu fatta quando egli era viceministro degli Interni del Governo di centro-destra nel 2002 di Silvio Berlusconi. Al Governo di destra manca una visione culturale corretta del movimento migratorio, che è di lungo periodo ed è causata dalla crisi economica che a sua volta causa la crisi climatica e porta fame e guerra nei Paesi più poveri da cui nascono i grandi movimenti migratori nel Mediterraneo e quindi in Europa. 

Il Governo Meloni, il Ministro Lollobrigida, parlano di flussi di immigrati, di braccia da far entrare in Italia, da impiegare in agricoltura, da manuali nell’edilizia, da lavapiatti nel turismo e non riescono a parlare invece di persone da accogliere e da integrare. La politica dei porti chiusi, del blocco navale, ed ora addirittura il coinvolgimento della Nato, sono tutti i ritardi della politica di destra che guarda e vede lo straniero come nemico e quindi come pericolo da cui difendersi negandogli l’accoglienza. Per questi sventurati, partire e rischiare di morire vuol dire perdere la vita. 

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immagine di copertina Il naufragio nel mare di Cutro

Il naufragio nel mare di Cutro

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di Gigi Mangia

Se il mare perde gli aggettivi dei poeti, il naufragio non è più quello dolce del poeta Giacomo Leopardi,

“Così tra questa

immensità s’annega il pensier mio:

e il naufragar m’è dolce in questo mare.”

Ma estremo, di morte, quella di annegare in mare, la più dura, la più lunga di dolore. Per i disperati anche l’azzurro è negato, per loro la notte è dolore buio disperato.

“Torno… e una sera il mondo è nuovo,

una sera in cui non accade nulla – solo,

corro in macchina – e guardo in fondo

all’azzurro le case del Prenestino –

le guardo, non me ne accorgo, e invece,

quest’immagine di case popolari

dentro l’azzurro della sera, deve

restarmi come un’immagine del mondo (versi di Pierpaolo Pasolini).

Il mare sulla spiaggia di Cutro ha restituito: scarpe, abiti, giocattoli di bambini annegati. Sono immagini del nostro dolore perché li abbiamo lasciati soli, non li abbiamo soccorsi, perciò la morte è arrivata fino prima di noi, perché noi non abbiamo rispettato la legge del mare. Dalla barca, distrutta dal mare, sono stati recuperati due assi di legno ed è stata realizzata una croce, per fare una via crucis in mare. Cristo e la Croce sono valori vivi della cultura cristiana dei popoli che vivono sulle sponde del Mediterraneo. Il diritto ad emigrare, a scappare dalla fame, dalla carestia, dalle minacce di morte, è antico e ed è stato esercitato da Giuseppe e Maria quando scapparono dall’Egitto per mettere in salvo, dalla minaccia di morte di Erode il figlio Gesù. Fra i morti annegati c’erano tante donne in fuga che avevano visto uccidere i loro mariti e i loro figli. Donne che hanno visto uccidere ed avvelenare le loro figlie per essersi rifiutate di indossare il velo o per aver scioperato per rivendicare il diritto di andare a scuola. Erano uomini e donne che scappavano dalla fame e dalla guerra per trovare un mondo migliore, per dare un futuro ai loro figli.

Le parole: “donna, vita, libertà” scorrono nelle vene della storia e rendono inarrestabile la lotta del cambiamento dei rapporti sociali senza le barriere della religione e del patriarcato. Servono parole nuove per costruire e raccontare il paesaggio umano e sociale che dobbiamo sentire dentro di noi con il desiderio di cambiare, di non essere indifferenti perché “la rivoluzione non è che un sentimento”. Pierpaolo Pasolini versi in Alba in forma di rosa, Garzanti 1961 – 64 Milano.  

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immagine di copertina Il teatro Koreja si interroga sull’intelligenza artificiale

Il teatro Koreja si interroga sull’intelligenza artificiale

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di Gigi Mangia

Il mondo dell’informazione, la pedagogia, la scuola, come tutta la cultura, si interrogano e studiano il ruolo delle macchine intelligenti nella società. Si studia il cambiamento della scuola, il posto dell’uomo nel sapere e nella formazione del pensiero.

Chat GPT è una intelligenza artificiale generativa, in grado di creare contenuti e rispondere in tempo reale. Chat GPT è in grado di scrivere testi ed analizzarli, sa creare codici e applicazioni informatiche, sa sviluppare videogiochi, sa scrivere articoli di giornale, sceneggiature, sa inventare storie.

Chat GPT è una svolta rispetto al passato dell’intelligenza artificiale ed è per questo che apre a nuovi orizzonti. Il tema è quello dell’intelligenza artificiale rispetto al ruolo dell’uomo. Chat GPT è infatti in competizione con l’uomo nella realizzazione di prodotti intelligenti.

La storia delle macchine intelligenti ci dice che : l’uomo ha delegato alle macchine compiti che erano suoi, come il calcolo, la memoria, i numeri telefonici, le ricorrenze, i compleanni. Le macchine sono diventate sempre più brave rispetto a noi ed è così che noi siamo meno bravi e abbiamo perso l’intelligenza compresa la memoria, tanto che non ricordiamo più neanche i numeri di telefono di amici e parenti, per fortuna che abbiamo la rubrica.

Così chat GPT ci sta facendo vedere come, dopo il calcolo e la memoria, stiamo affidando alle macchine intelligenti la creatività, la capacità di ragionare e quindi la facoltà di creare contenuti, compreso il linguaggio.

Con Chat GPT è le altre intelligenze artificiali generative, anche i contenuti diventano una community e chiunque puó e potrà produrre qualsiasi contenuto di testo o di risposta in fretta e in poco tempo. L’intelligenza artificiale generativa mette in crisi l’uomo, il quale non é più al centro e forse è questo il motivo della grande attenzione per l’interesse generale che viene imposto dalle macchine intelligenti nell’organizzazione del saperi e della vita sociale.

La scuola è la prima ad essere coinvolta, perchè è la prima che deve fare i conti con la grande trasformazione del sapere, del fare, e della educazione alla libertà di pensare. Gli esperti di macchine intelligenti, come gli studiosi di pedagogia invitano a non avere timori e quindi ad essere positivi perché la scuola puó crescere e svolgere meglio il suo compito di formare il cittadino del futuro. Là chat GPT non chiude la scuola, la costringe a misurarsi con il cambiamento. La scuola che riesce ad essere aperta ed inclusiva rende più felice la città.

Dal teatro Koreja passano più di undicimila studenti nel corso dell’anno scolastico, segno questo di un grande rapporto di collaborazione fra teatro e scuola per offrire stimoli di formazione importanti sia nella scuola primaria sia per la secondaria, favorendo la sfera creativa e socioaffettiva degli studenti. Teatro Koreja sente e avverte le difficoltà della scuola, le vive e per questo cerca di dare il suo contributo. Ormai dobbiamo aprire un confronto con le nuove tecnologie e non possiamo avere atteggiamenti di chiusura perchè costruire le barricate al cambiamento porta a perdere la partita cioè quella del futuro.

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immagine di copertina In Iran il potere avvelena le bambine per chiudere le scuole

In Iran il potere avvelena le bambine per chiudere le scuole

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di Gigi Mangia

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Il viceministro della salute Panahi, ha denunciato che nel suo Paese le bambine vengono avvelenate le impedire loro di frequentare le scuole e quindi avere l’occasione, essendo vuote, di chiuderle.

Non sono solo le bambine ad essere avvelenate ma anche le adolescenti e le giovani ragazze universitarie. Mi sembra un comportamento che nega ogni diritto alla persona, in particolare alle donne.

Il modello dell’Iran è quello dell’ Afghanistan, dove l’istruzione è negata alle donne. Le donne nella lotta sono straordinarie, capaci di un’ intelligenza superiore ad ogni forma di violenza. Le donne per affermare la loro dignità, il loro rispetto, non usano le armi ma l’astuzia dell’intelligenza.

Per dare istruzione alle loro bambine, le donne nelle loro case istruiscono le proprie figlie in segreto e per evitare di incorrere in sanzioni del potere, hanno subito pronte le pagine del Corano per evitare che ispezione della polizia morale intervenga condannandole. È questa una delle pagine più oscure di violenza che spezza il cuore e la felicità della convivenza civile.

La cultura vincerà, per questo dobbiamo assecondare e promuovere la lotta delle donne iraniane. Non dobbiamo tacere, perciò chiediamo con forza che il governo intervenga dimostrando la nostra contrarietà a questi metodi incivili, che mancano di rispetto alle donne, convocando l’ambasciatore. Infine chiediamo alla nuova segretaria, appena eletta nel Pd, donna giovane, piena di energia e di lotta, di intervenire promuovendo iniziative politiche in Parlamento per dare una risposta all’incivile Governo dell’Iran che nega l’istruzione alle donne. Il movimento “donne, vita, libertà” vincerà.

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Fermiamo la guerra!

Promuoviamo l'armistizio per la pace tra la Russia e l'Ucraina

Visioni
di Gigi Mangia

PROMUOVIAMO L’ARMISTIZIO PER LA PACE FRA RUSSIA E UCRAINA.

Il 24 febbraio si svolgerà di notte la marcia della pace Assisi-Perugia, promossa dai frati francescani, dalla comunità di Sant’Egidio e dall’appello di Papa Francesco, il pastore che ha il potere di parlare di pace al mondo e di essere ascoltato.

Un anno di guerra ha fatto troppi morti, ha distrutto troppe città, ha raso al suolo teatri, scuole ospedali e chiese. Ha distrutto la vita e ormai l’Europa intera ha il cuore spezzato dalla violenza delle bombe. Spetta alla cultura il compito di illuminare le menti e liberare il potere della politica dall’odio e dalla voglia di comandare contro ogni regola, contro ogni rispetto, vanificando tutte le convenzioni dei diritti internazionali di tutela e di rispetto delle civiltà del diritto dell’uomo.

Siamo stanchi, non abbiamo più neanche la forza della poesia perché siamo prigionieri dell’angoscia della paura di subire la morte e di non avere più neanche la sepoltura.

Chiediamo ai direttori di museo, di biblioteche, ai rettori delle università e agli studenti il 24 di febbraio di condividere e di partecipare idealmente all marcia di Assisi per la pace, esponendo nei luoghi di cultura la bandiera della pace per dare il segno al tutto il mondo che vogliamo soltanto avere la fine di una guerra immeritata. Facciamo sentire la nostra voce rispettando chi ha perso la vita. Non gridate più!
Cessate d’uccidere i morti,
Non gridate più, non gridate
Se li volete ancora udire,
Se sperate di non perire.

Hanno l’impercettibile sussurro,
Non fanno più rumore
Del crescere dell’erba,
Lieta dove non passa l’uomo
(Ungaretti)

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immagine di copertina Avere memoria

Avere memoria

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di Gigi Mangia

La Senatrice Liliana Segre riflette sull’ importanza della memoria come valore e fonte di conoscenza, la cui scomparsa invece di chiudere col passato del nazismo lascia un vuoto buio, perché spegne la luce della storia. Se nella scuola e se del nazismo ci sono poche pagine del disegno politico della follia di Hitler, il pericolo di denuncia della Senatrice a vita è vero ed è comprensibile la sua sfiducia.

Il Senato all’unanimità ha approvato la legge di finanziamento per la scuola, di portare in visita gli studenti ad Auschwitz, nei campi di morte degli Ebrei. Nell’ uomo nasce la pianta della memoria, ma la scuola è il giardino dove cresce e dove deve essere curata e difesa dall’ oblio. La memoria è la resistenza contro il male, le parole sono le armi per non dimenticare ed evitare di spegnere la luce della Storia e perdere la conoscenza. Lo studio favorisce la crescita, porta l’ uomo al sapere per fargli capire : che essere Uomo vuol dire vivere il rispetto dell’ Altro.

Lo sterminio degli Ebrei e le leggi razziali del 1938 sono state la morte della ragione, le camere a gas la follia onnipotente del potere di annullare l’Uomo, riducendo a semplice numero il suo corpo. Nel campo gli Ebrei non avevano il nome, erano numeri. Il viaggio ai campi di sterminio non deve essere vissuto come una gita in visita ai luoghi del male. È, invece, un incontro con la Storia, un passaggio del passato verso il futuro, la consegna del seme che tiene viva la luce della Storia. Per scoprire il seme del bene nella storia, bisogna vedere con gli occhi della ragione il paesaggio del freddo violento dei campi, sentire con la mente il silenzio disperato della solitudine inutile per la vita, con il corpo le forbici della fame, con i piedi nudi la guerra al gelo dell’ inverno.

Cancellare i sensi, svuotare dalla vita il corpo, tenere viva la ragione per resistere alla paura della morte, era questo il disegno criminale del nazismo che la storia non può cancellare e che la scuola al contrario ha il dovere di insegnare per non dimenticare. Non esiste l’Uomo senza storie, la Società senza la conoscenza, la cultura senza la luce dei sapere. Bisogna avere tanta Memoria!

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