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Maggio 2024


28 apr

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immagine di copertina Cinquant’anni fa i decreti delegati cambiavano la scuola

Cinquant’anni fa i decreti delegati cambiavano la scuola

Visioni
di Gigi Mangia

Il 31 maggio del 1974, venivano approvati i decreti delegati, che cambiavano la scuola, in particolare cambiava lo stato giuridico degli insegnanti, entravano nella scuola i genitori e cambiava anche l’organizzazione e l’insegnamento didattico.

Gli anni 70 furono gli anni dei grandi cambiamenti sociali e culturali dell’Italia originati dai movimenti, in particolare studentesci, del 68. Oggi i giovani sono in un grande fermento, le scuole sono occupate, gli studenti sono in autogestione : studiano, progettano, si battono per un cambiamento radicale, a partire dalla crisi climatica per passare a quella del lavoro, della salute, delle città green accessibili, ricche di iniziative culturali.

Chiedono di essere ascoltati, si battono per far ascoltare gli scienziati. Sono delusi e si sentono offesi dalle risposte : invece di essere ascoltati ricevono manganellate, repressione, le forze dell’ordine nella scuola. I giovaninon sono nè addormentati, nè distratti: sono svegli e sono preoccupati del loro futuro in pericolo esposto alla grande crisi mondiale con la maggior parte dei paesi in guerra, in particolare la porta d’Europa. I giovani non devono essere costretti a stare in recinti di protezione, obbligati a subire un paternalismo in ritardo con il cambiamento sociale e culturale.

I giovani al contrario hanno bisogno di libertà, chiedono di avere la nostra fiducia, dobbiamo lasciarli liberi di sognare. Sono passati cinquanta anni dai decreti delegati, ma la scuola è ancora in crisi, continua ad essere in ritardo e non è in grado di rispondere ai bisogni dei giovani che al contrario sono i protagonisti di una rivoluzione culturale e sociale.

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immagine di copertina ORRORE, LA STRAGE DI RAFAH

ORRORE, LA STRAGE DI RAFAH

È fantastico in teatro avere idee per la pace

Visioni
di Gigi Mangia

La guerra di Benjamin Netanyahu di Israele contro i palestinesi non è guerra ma orrore e violenza di mancato rispetto di tutte le convenzioni del diritto internazionale che vietano di colpire le popolazioni civili.

Dopo la sua ammissione, non ci sono dubbi, sulla violenza e sul mancato rispetto del diritto umanitario internazionale da parte di israele nel raid a Rafah in cui sono morti 50 civili, e fra loro, nelle fiamme donne e bambini innocenti.

Nei social e nelle televisioni si sono viste le immagini di orrore, di violenza, di inaudita inumanità come quelle di vedere bruciare nelle fiamme i corpi di bambini e delle loro mamme.

La guerra che stiamo conoscendo è odio senza regole, è violenza e paura, è negazione dell’etica: cancellazione della morale. Senza morale, l’uomo perde la sua natura, cammina nelle tenebre e non riesce a vedere il suicidio dell’umanità. Senza cultura, senza filosofia, senza pedagogia del rispetto, l’europa è un teatro vuoto e inutile.

Orrore è la morale al buio. Grave è la responsabilità della diplomazia internazionale per non essere stata capace ad impedire a israele di bruciare l’innocenza perchè vuol dire consegnare la terra alla forza dell’odio, e quindi, nelle mani dell’uomo senza cuore, la società.

È fantastico in teatro avere idee per la pace.

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immagine di copertina La giornata mondiale dei bambini promossa da Papa Francesco

La giornata mondiale dei bambini promossa da Papa Francesco

Visioni
di Gigi Mangia

La giornata mondiale dei bambini del 25 maggio, promossa dal Papa, è un’iniziativa che accende la luce per vedere il mare della violenza, dell’odio, della morte dei bambini innocenti, di subire la guerra e non avere il rispetto del diritto alla vita.

La giornata mondiale dei bambini è un disegno civile e morale, pensato per insegnare all’uomo che la vita è rispetto, cammino, ricerca di fraternità. La giornata mondiale dei bambini ha mosso il mondo, infatti a Roma erano presenti ben 85 nazioni. L’entusiasmo si diffonde in tutto il mondo per i bambini che arrivano a Roma anche da paesi lontani come il Ruanda.

La forza più bella dell’entusiasmo della giornata mondiale dei bambini è stata la solidarietà di tanti bambini che hanno venduto i loro giocattoli per finanziare il viaggio dei bambini più bisognosi. L’aspetto più bello, più profondo, più solidale è stato quello in favore dei bambini provenienti dalle zone di guerra: Ucraina, Gaza e Terra Santa.

La giornata mondiale dei bambini è una visione di pace, un grido di fratellanza, un invito rivolto ai governi a liberarsi delle armi e usare la ragione per trovare la pace. I bambini non devono morire, non hanno nessuna colpa, sono nati innocenti. Tutti i bambini sognano la pace e sperano di vivere un mondo fraterno: senza la guerra!

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Se le immagini diventano parole, le parole diventano storia

Visioni
di Gigi Mangia

l Capo di Leuca, museo di pace e di accoglienza.
Il Capo di Santa Maria di Leuca è una terra sospesa fra cielo e mare, è una terra aperta ai venti, ai profumi, ai colori, al movimento delle onde del mare che assecondano i pensieri e l’inquietudine del tempo, nella forza della Fede. I Santuario di pietra bianca dà serenità. Le porte in bronzo, dell’artista Armando Marrocco, rappresentano lo sbarco degli albanesi.

La narrazione dello sbarco, nelle tre porte, è ricca e profonda di umanità assecondata dal mare fermo e dal cielo stellato. I profughi respirano fiducia, sentono il favore della terra che li accoglie e si sentono di essere salvi. Entrando in Santuario si incontra la statua della Madonna, con la lampada della Pace. Le parole: “Lux pacis” sono l’indicazione della fede nel ruolo della Madonna nel Cristianesimo in cui la pace è visione, disegno della salvezza; la luce infatti apre le tenebre, sconfigge la paura del buio e illumina la vita in cammino.

Le parole, “Lux e Pacis” sono parole senza tempo, sono parole che uniscono il cuore con la mente, la volontà con l’intelletto. Le parole “Lux Pacis” sono il sentiero del pensiero in cui la filosofia incontra la teologia: per conoscere bisogna credere. Fu questo nella storia l’insegnamento di San Tommaso. Nel paesaggio del Capo di Leuca si nota e si osserva l’ulivo, quello sano che ha resistito alla Xilella fastidiosa e quello invece che ha subito la malattia, perdendo la sua bellezza tingendosi in un tronco spoglio e diventando così archeologia vegetale.

È un tronco peró che non muore perchè ha una nuova vita. Sui tronchi infatti crescono funghi, vivono insetti e gli uccelli continuano a costruire i loro nidi. Con le mani si possono sentire le forme, scoprire gli anni, toccare la storia. I tronchi malati aiutano a capire il rapporto fra l’uomo e l’ambiente, ma fra uomo e ambiente non c’è separazione, la e congiunzione, è sbaglianta perchè ambiente e uomo sono unità, come unità è anche uomo e natura. Da una nuova antropologia culturale puó nascere una visione di pace, una pedagogia del rispetto. Se le immagini diventano parole, le parole diventano storia ed è questa la storia che vogliamo: STORIA DI PACE.

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immagine di copertina L’inno alla gioia

L’inno alla gioia

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di Gigi Mangia

Il 7 maggio ricorre il bicentenario dell’esecuzione a Vienna della nona sinfonia di Beethoven, la cui conclusione è : L’inno alla gioia, che il consiglio Europeo nel 1972 scelse come inno dell’Europa. La musica è l’arte dell’universalità, che non conosce barriere, confini da superare, la sua grande forza è quella di essere l’arte di tutti i popoli. La musica di Van Ludwig Beethoven fu quella che riuscì ad interpretare i sentimenti più profondi dell’animo umano e rendere universali i valori culturali del canto nella dimensione della gloria. Beethoven, con la sua musica, introducendo nella sinfonia la voce, aprì orizzonti nuovi all’Europa del romanticismo esaltando lo spirito come forza universale nel disegno della storia.

L’inno alla gioia, nella forza del coro esaltava la potenza dello spirito, dei valori dei popoli del nord Europa impegnati nella difesa della libertà repressa nel sangue dalle monarchie reazionarie. La cultura dell’Europa si fondava sulla cultura classica dell’antica Grecia, della democrazia e del diritto della città a partire dalla grande centralità di Atene nella storia dell’antichità e della città di Gerusalemme che con il muro del pianto aveva alimentato guerre di tensione fra le religioni monoteiste. L’inno alla gioia esalta e comprende i valori che sono al fondamento dell’identità dell’Europa in cui la città celeste, della fede, e la città della ragione, Atene, della democrazia e della civiltà, del diritto non sono separate, al contrario, sono le radici dell’Europa che deve completare il percorso della sua unità politica trasformandosi negli Stati Uniti d’Europa. La strada migliore che oggi abbiamo è quella di: studiare i poeti, promuovere la musica, finanziare la cultura, progettare città accessibili nei servizi culturali: teatri, musei, biblioteche, scuole; in cui non sentirsi soli, esclusi, malati, abbandonati, in lotta contro la povertà che rende inutile anche la solitudine.

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immagine di copertina L’interesse del teatro Koreja verso la fragilità

L’interesse del teatro Koreja verso la fragilità

Visioni
di Gigi Mangia

l progetto “le case speciali” : la crescita difficile degli adolescenti, la povertà educativa, il desiderio di sentirsi liberi sono il lavoro del teatro Koreja, in collaborazione con la scuola e le famiglie.

Il laboratorio di Alessandra De Luca, attraversa i tempi difficili della fragilità, dei modi e dei tempi dell’adolescenza nella fatica di trovare l’identità nella libertà. “Non devi” è il muro da superare per gli adolescenti. Attraverso frammenti di esistenza, di sofferenza al male, di essere debole e fragile e quindi di subire, Alessandra De Luca riesce a comporre un universo di vita in cui l’Io si accende nella creatività, affermandosi come pensiero e come cuore: amare e pensare, vivere e rispettare l’altro.

Per sua natura l’essere umano si muove, tra libertà e necessità, tra libero arbitrio e costrizione, tra quello che puó e quello che non vuole fare, cercando un equilibrio tra le regole che la società nelle sue strutture impone rispetto ai desideri tra diritti e doveri che in una società armoniosa dovrebbe essere in grado di assecondare la crescita degli adolescenti. Gli adolescenti non devono subire le aspettative degli adulti, della scuola, non devono sentirsi falliti, non sono la ripetizione del passato al contrario rappresentano il futuro sono la creatività, sono la società che desideriamo essere.
La libertà è il profumo della vita e il teatro lo crede.

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immagine di copertina L’inclusione scolastica fa un passo avanti

L’inclusione scolastica fa un passo avanti

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di Gigi Mangia

La scuola con il DDL del Ministro Giuseppe Valditara, “semplificazioni”, fa un positivo passo avanti nell’inclusione scolastica dei disabili. Il DDL modifica infatti la normativa del decreto legislativo del 3/04/2017 n66, recante “norme per la promozione per l’inclusione scolastica degli studenti con disabilità”, articolo 1 commi 180 e 181 lettera C della legge 13/07/2017 n107, al fine di garantire la continuità dei docenti a tempo determinato sul posto di sostegno.

La nuova normativa colma finalmente il grave ritardo presente nell’ordinamento scolastico de lungo tempo, che impediva l’effettivo diritto allo studio degli studenti disabili. Questo risultato lo dobbiamo alla lotta delle famiglie che per lunghi anni si sono impegnate per avere la continuità didattica per i loro figli nella scuola.

La continuità didattica non è soltanto un valore pedagogico un principio culturale ma è un rispetto della crescita intellettuale e personale dello studente disabile più vulnerabile. La continuità didattica favorisce il primario interesse dell’alunno disabile, dando piena attuazione ai principi costituzionale così come stabiliti dalla costituzione nel diritto allo studio, perchè favoriscono l’armonioso percorso della formazione socio cognitiva umana, evitandone gli ostacoli.

La scuola inclusiva misura la salute della città. Per il teatro Koreja, che incontra ogni anno più di 10.000 studenti, che collabora con molti docenti e partecipa alla formazione di tutti gli studenti in particolare degli studenti più bisognosi, il DDL “semplificazioni” del Ministro Valditara è visto con grande interesse ed accolto con spirito positivo.

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immagine di copertina Pausa pranzo a Koreja<br>la ricetta di Laura

Pausa pranzo a Koreja
la ricetta di Laura

Ricette
di Iole Zaccaria

IL SAPORE DELLA DIVERSITÀ: UN’INSALATA DI PATATE E PERSONE

Un pasto che unisce. Questa è la pausa pranzo nella caffetteria di Koreja, un luogo dai toni caldi e l’arredamento industrial in cui accomodarsi alla lunga tavolata e condividere buon cibo e piacevoli chiacchierate. Accanto a te può sedersi chiunque e così ti ritroverai fianco a fianco con colleghi e compagnie ospiti, persone così simili e diverse da te, provenienti da ogni dove e legate dalla grande passione per il teatro. A giugno, durante il Ponte dei Venti, Koreja si colora più del solito di sapori e linguaggi internazionali. Per l’occasione portiamo in tavola un pasto da condividere, che accolga tutte le differenze culturali…e alimentari! No lattosio, no glutine, vegetariano e vegano, è per tutti l’insalata di patate preparata con cura da Laura.

Ingredienti per circa 8 persone:

  • 1,5 kg patate a pasta gialla
  • 1 kg pomodori per insalata
  • 1 kg cocomeri carosello o barattiere
  • 1 cipolla di Acquaviva
  • 4 cucchiai capperi sott’aceto
  • 4 cucchiai olive nere celline
  • 1 mazzettino rucola
  • 1/2 kg peperoni varietà cornetto
  • Peperoncino piccante (per chi lo desidera)
  • Sale
  • Olio evo

In una pentola capiente, mettete le patate intere con la buccia e copritele con acqua fredda leggermente salata. Portate l’acqua ad ebollizione e cuocete le patate per circa 30-40 minuti o fino a quando saranno tenere. Una volta cotte, scolatele e lasciatele raffreddare leggermente prima di sbucciarle.

Nel frattempo, lavate e tagliate i pomodori a cubetti. Sbucciate e tagliate a cubetti anche i cocomeri. Affettate sottilmente la cipolla di Acquaviva. Lavate e asciugate la rucola. Tagliate i peperoni in piccoli pezzi.

In una grande ciotola da insalata, mettete le patate tagliate a fette spesse circa mezzo centimetro, i pomodori, i cocomeri, la cipolla, i capperi, le olive, la rucola spezzettata grossolanamente e i peperoni. Mescolate delicatamente per combinare tutti gli ingredienti.

Condite l’insalata con sale e abbondante olio extra vergine d’oliva. Mescolate bene per distribuire uniformemente il condimento e, per chi lo desidera, aggiungete il peperoncino sminuzzato.

Fate riposare l’insalata di patate in frigorifero per almeno un’ora prima di servirla, in modo che i sapori si amalgamino bene. Una volta raffreddata, servite l’insalata di patate come contorno o come piatto principale per un pasto leggero, gustoso e inclusivo.

L’insalata di patate è un piatto fresco, ricco di sapori estivi e colori vivaci, perfetta da condividere con tutti. Buon appetito!

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Generazione Pianeta

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La terra è in sofferenza, attraversa gravi difficoltà, ma è l’uomo quello ad essere malato e ad essere a rischio della sua vita nel pianeta.

In questi anni abbiamo assistito a grandi movimenti culturali in cui i veri protagonisti sono stati i giovani. Il potere non ha avuto l’intelligenza di vedere la capacità di ascoltare anzi l’atteggiamento del potere verso i giovani è stato quello di offenderli, di prenderli in giro, di denigrarli, l’appellativo usato è stato quello di cretini e la giovanissima Greta Thunberg è stata derisa, beffeggiata, rappresentata down.

Al contrario il grande fenomeno sociale è stato quello della formaziione di una nuova generazione, cioè la generazione pianeta fatta da giovani, donne, ragazzi, studenti e giovani disoccupati. La generazione pianeta è stata quella che ha avuto sguardi e orizzonti di lotta aperti e non legati ai piccoli problemi. I giovani infatti hanno rimproverato agli adulti e al potere, l’incapacità di ascoltare e di seguire la scienza.

La lotta dei giovani è stata quella di mettere il futuro negli occhi e di invitare a guardare ai grandi problemi: dallo scioglimento dei ghiacciai all’inquinamento dell’aria, all’avvelenamento della Terra e alla presenza ingombrante della plastica. I giovani hanno posto il vero tema di una forma green di abitare le città e di trovare un rapporto di rispetto e di alleanza con la natura.

La grande rivendicazione del movimento giovani pianeta è stata quella di indicare la strada per raggiungere un nuovo modello di sviluppo alternativo al modello capitalistico fondato sulla necessità della crescita incondizionata. I giovani non è vero che sono vuoti e assenti, al contrario sono la vera resistenza dell’avvenire sulla terra.
I FIORI SALVANO IL PIANETA TERRA.

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Olimpiadi 2024

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Ad Olimpia, in Grecia, il 16 aprile è stata accesa la torcia olimpica per le Olimpiadi 2024 in Francia a Parigi.
Il rito dell’accensione della torcia olimpica resiste ancora e conserva forte ed irresistibile il tema della pace fra i popoli. La torcia olimpica, dalla Grecia attraverserà il Mar Mediterraneo per raggiungere il porto di Marsiglia, la città multietnica aperta alle culture e all’accoglienza dei migranti.

Impiegherà 100 giorni il fuoco olimpico, prima di arrivare a Parigi dove inizieranno i giochi.

Il fuoco olimpico arriva in un momento di grande crisi per l’Europa. Le guerre ai confini del vecchio continente e nel mondo, portano paura e preoccupazione per i possibili attentati e per i lupi solitari difficilmente da controllare evitando gli attentati.

Lo sport è cultura di pace, festa e incontro di popoli. Nel lontano passato, la torcia olimpica fermava le guerre e fra i popoli trionfava la fede negli dei e i popoli credevano e obbedivano alle leggi, le quali avevano la forza di regolare le relazioni e governare la democrazia.

La globalizzazione del sistema economico, politico, culturale e sociale ha esaurito il suo tempo e ha perso la ragione. La carta geografica mondiale dei popoli non è più quella del 900′, del secolo breve delle due guerre mondiali. Rispetto ai conflitti, la regione è nuda, rispetto ai migranti, impotente ed è disarmata senza umanità. Serve fiducia, abbiamo un grande bisogno del fuoco, della luce della torcia olimpica per scaldare il cuore ed illuminare la ragione.

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