Calendario

Aprile 2024


28 apr

Tourneè

immagine di copertina Superare la suscettibilità

Superare la suscettibilità

Visioni
di Gigi Mangia

La suscettibilità è un problema sociale assai complesso perchè riguarda i nostri comportamenti e le nostre relazioni. Gli studiosi distinguono due forme di suscettibilità: quella tossica e quella normale.

Nel mese di settembre 2023 si è tenuto un convegno a Urbino, organizzato dal Centro Internazionale di Semiotica Umberto Eco, sul tema “Suscettibilità, passione del nostro tempo.” per la semiotica, scienza che studia i comportamenti umani, il problema sociale riguarda le passioni, individuali e collettive, dove gli affetti intervengono sui valori, sono soggetti alle parole, ai giochi individuali e di gruppo.

Capire la suscettibilità è il modo più appropriato per superarla. La suscettibilità fa parte ed è l’abito della formazione della personalità morale e sociale del soggetto, riguarda l’equilibrio e l’autostima quindi la capacità di vivere in gruppo, di ascoltare e condividere. Lo studio, i laboratori di educazione alla recitazione in teatro, la scrittura, lo sport, come le visite culturali sono le forme migliori per superare la suscettibilità tossica.
Lo studioso Didier Anzieu insegna che : la suscettibilità è espressione del corpo. “È il luogo principale della profondità di superficie della psiche, là dove l’inconscio si dà a vedere prima in meglio che altrove”.
Siamo tutti troppo suscettibili.

prossimi Appuntamenti

17 mag

Fabrizio Gifuni

Con il vostro irridente silenzio

23, 24 mag

FORTY!

Koreja in tournée

28 apr

LàQua

05 mag

LàQua

11 mag

LàQua

immagine di copertina 2 aprile, giornata mondiale della consapevolezza dello spettro autistico

2 aprile, giornata mondiale della consapevolezza dello spettro autistico

Visioni
di Gigi Mangia

La luce blu è la luce che indica lo spettro autistico. Il colore blu è un colore triste perché nasconde la luce. Lo spettro autistico è uno fenomeno sociale estremamente rilevante. I soggetti coinvolti dallo spettro autistico in Italia sono mezzo milione, ma ancor più rilevante è il dato che fra i bambini dell’età 7-9 anni, 1 su 77 è autistico.
L’autismo prima di essere un problema sanitario è un problema sociale. Ciò che caratterizza questo problema è che noi non vogliamo vederlo, abbiamo paura e quindi voltiamo le spalle. L’autismo è un problema culturale che riguarda prima la società e poi la sanità. Mancano i servizi la scuola è in ritardo e tutto il problema è a carico delle famiglie. La preoccupazione più grande delle famiglie è quella del “dopo di noi” perché quando i genitori che hanno figli o parenti autistici, una volta vecchi sono angosciati dal destino sei propri figli autistici. L’Italia è in ritardo e ciò che manca è un progetto del “dopo di noi” adeguato a rimuovere le angosce e le preoccupazioni delle famiglie.

prossimi Appuntamenti

17 mag

Fabrizio Gifuni

Con il vostro irridente silenzio

23, 24 mag

FORTY!

Koreja in tournée

28 apr

LàQua

05 mag

LàQua

11 mag

LàQua

immagine di copertina Parole rubate

Parole rubate

Visioni
di Gigi Mangia

Per convincere e superare la resistenza dei residenti dei luoghi ad accettare interventi pesanti e distruttivi del paesaggio, si usano parole rubate, e poi spogliate del loro significato come “parco eolico” il quale è un intervento di un mega impianto industriale eolico realizzato nel posto sbagliato: nel parco marino regionale Otranto Santa Maria di Leuca.

È un intervento industriale di un inaccettabile impatto paesaggistico sul mare. Le torri infatti superano i 300 metri d’altezza, ostacolano la navigazione ed intervengono sulle correnti e sono devastanti sia per i pesci sia per il paesaggio del fondale marino, come quello del canale d’Otranto. Non solo il grande impianto eolico sarebbe mortale per l’economia turistica del salento ma creerebbe una desertificazione dei borghi e disoccupazione. Il nostro mare, il nostro paesaggio sono l’oro della nostra offerta turistica alla base della differenza fra il turismo del sud rispetto a quello del nord che sia gli imprenditori sia i sindaci conoscono molto bene per questo devono lottare e assecondare la difesa del nostro mare.
Contro le parole rubate degli imprenditori egoisti di denaro, ci sono le parole dei poeti.
“Estate.
C’è un giardino chiaro, fra mura basse,
di erba secca e di luce, che puoce ad agio
la sua terra. È una luce che sa di mare.
Tu respiri quell’erba, tocchi i capelli.
E ne scuoti il ricordo.
Ho veduto cadere
molti frutti, dolci, su un’erba che so,
con un tuffo. Così tralasci tu pure
al sussurro del sangue. Tu muovi il capo
come intorno accadesse un prodigio d’aria
e il prodigio sei tu c’è un sapore unguale
nei tuoi occhi e nel caldo ricordo
ascolti

Cesare Pavese”.
Il 17 Marzo, a Porto Miggiano, manifestiamo uniti per difendere il mare e il nostro paesaggio, difeso nell’artico 9 della Costituzione. I valori e la conoscenza sono la sapienza dei comportamenti e delle nostre scelte.

prossimi Appuntamenti

17 mag

Fabrizio Gifuni

Con il vostro irridente silenzio

23, 24 mag

FORTY!

Koreja in tournée

28 apr

LàQua

05 mag

LàQua

11 mag

LàQua

immagine di copertina Un Ramadan di sangue per i bambini in Palestina

Un Ramadan di sangue per i bambini in Palestina

Visioni
di Gigi Mangia

In Palestina il Ramadan, iniziato il 10 marzo, sarà di sangue. La città di Gerusalemme è immobile, deserta, nel pieno della guerra. La Grotta Santa con la pietra da cui secondo la tradizione scese lo spirito di Maometto, è presieduta dai soldati armati di Israele e solo in pochi possono entrare per pregare. Gerusalemme è una città particolare destinata nella storia ad essere la città di tre religioni monoteiste: Cristiani, Ebrei e Mussulmani, ognuna con un Dio onnipotente, declinato nel Credo. La guerra è sempre una sconfitta, un sacrificio ingiusto e anche inutile. Peró nella violenza cieca e distruttiva della guerra i bambini superano la paura e vincono la fame, la sete e il pericolo delle bombe. Sono straordinari e riescono a costruire con fogli bianchi di cartone le lampade per la preghiera del ramadan. La forza della fede dei bambini per me è un esempio straordinario irriducibile nella radice della fiducia dell’uomo in Dio. Personalmente vivo e sono senza un Dio, ma i ragazzi di Palestina mi obbligano a riflettere e mi portano ad avere e a vivere una crisi del pensiero, un dubbio con la storia.

prossimi Appuntamenti

17 mag

Fabrizio Gifuni

Con il vostro irridente silenzio

23, 24 mag

FORTY!

Koreja in tournée

28 apr

LàQua

05 mag

LàQua

11 mag

LàQua

immagine di copertina Il bianco

Il bianco

Visioni
di Gigi Mangia

l bianco è una visione, l’inizio del nascere, il momento di entrare nel tempo, sentire la vita, e scoprire le emozioni.
Lo fa il teatro, lo scopre il bambino, quando lo domanda all’attore: “perché all’inizio eravate tutti bianchi?”
Risposta degli attori :”perchè il bianco è il colore che indica la purezza e l’innocenza dei bambini”. I bambini nascono puri ed innocenti. Il bambino nasce nell’amore, la sua vita comincia in due cuori. Il teatro è semplicità, la sua lingua è diretta e riesce a portare nella scoperta dell’amore il bambino che trova il verbo nascere, si emoziona, si afferma come identità: capisce il significato del nascere. “C’era due volte un cuore” di Tib Teatro è una favola d’amore, un canto alla vita, un grazie alla natura generosa di bellezza, declinata dal succedersi delle stagioni. È una visione di distanza dalla modernità digitale, dall’IO narcisistico vuoto e falso della bellezza artificiale nello schermo dello smartphone. Fra i 7 e i 10 anni, 7 bambini su 10 hanno un cellulare. A causa dell’uso scorretto del cellulare i bambini sono poveri nell’uso delle parole, scorretti nella scrittura, in ritardo nella logica sono poco attenti, ansiosi e depressi. I bambini hanno bisogno di stimoli della creatività, di dialogo, di gioco, di libertà, di fantasia. “C’era due volte un cuore” sembra uno spettacolo fatto proprio per il nostro presente, per capire e per affrontare le difficoltà dell’infanzia del bambino nel suo tempo più importante della crescita.

prossimi Appuntamenti

17 mag

Fabrizio Gifuni

Con il vostro irridente silenzio

23, 24 mag

FORTY!

Koreja in tournée

28 apr

LàQua

05 mag

LàQua

11 mag

LàQua

immagine di copertina L’italia è nata con la lingua italiana

L’italia è nata con la lingua italiana

Visioni
di Gigi Mangia

L’università di Bologna, la più antica in Europa, attiverà nel 2024 un corso di laurea in Economia Turistica in lingua inglese, escludendo la lingua italiana. La lingua italiana peró è nata dal Dolce Stilnovo del poeta Guido Guinizzelli proprio nell’università di Bologna. Un corso di laurea in economia turistica, solo in lingua inglese, fa discutere molto dal momento che la cultura per l’Italia è la risorsa principale ed è il grande vantaggio proprio nel turismo.

L’Italia infatti vanta un patrimonio culturale di grande ricchezza: sono 42.000 beni culturali: musei, teatri, chiese, monumenti, siti archeologici, fontane nelle piazze, il mare e le grotte. Il linguaggio della musica, sinfonica e del melodramma, è solo italiano riconosciuto nel mondo intero. Anche la lingua del mare, come le carte geografiche fanno parte della cultura italiana. La cultura italiana è un portafoglio unico per ricchezza e quindi per la proposta turistica.

Perchè rinunciare allora alla lingua italiana nel corso di laurea in cui formare i giovani nelle imprese del turismo?

E si puó studiare, conoscere, comprendere, capire e sentire le radici e la profondità dei valori con una lingua diversa del nostro paese?

La cultura, fuori dalle parole, non è forse un pensiero nudo, senza colori, senza sentimenti? Cesare Pavese ci ha insegnato che: gli intellettuali e i poeti, sono veri quando scrivono e parlano la linguae la terra che vivono e conoscono.

Per preparare i futuri professionisti del turismo della mobilità, non si puó e non si deve rinunciare ad insegnare la lingua italiana. È certo peró che va riconosciuto che l’inglese è insegnato poco e male nella scuola italiana a partire da quella primaria. Siamo in ritardo e poco preparati per organizzare un turismo culturale ed enogastronomico degno delle nostre tradizioni. Il turismo nelle nostre città spesso è nelle mani di cuochi e camerieri improvvisati, senza preparazione, senza la conoscenza delle lingue straniere. Sicuramente bisogna fare molto, investire risorse importanti nella formazione e nell’educazione, superando il provincialismo del governo che intende eliminare con legge le parole inglesi dalla lingua italiana. In passato anche Benito Mussolini eliminó e trasformó le parole straniere in italiano e fu sicuramente un gravissimo errore. Per una preparazione adeguata dei giovani nel turismo serve sicuramente più inglese senza peró rinunciare alla lingua italiana e bene ha fatto, L’Accademia della Crusca a difendere la lingua italiana, grazie alla quale è nata l’Italia ed è diventata uno degli stati più importanti d’Europa.

prossimi Appuntamenti

17 mag

Fabrizio Gifuni

Con il vostro irridente silenzio

23, 24 mag

FORTY!

Koreja in tournée

28 apr

LàQua

05 mag

LàQua

11 mag

LàQua

immagine di copertina Non c’è futuro per i nati di guerra in Palestina

Non c’è futuro per i nati di guerra in Palestina

Visioni
di Gigi Mangia

Sotto le bombe, senza pane senza acqua i bambini muoiono.
La guerra spezza la continuità del tempo, il prima dal dopo. Spezza e distrugge la memoria dei tempi di vita dei luoghi. La guerra ha raso al suolo le case e le scuole, gli ospedali, i teatri, le università, le piazze. Ha cancellato i rumori della natura con i rumori assordanti e spaventosi delle bombe della guerra. La guerra ha tolto ai bambini il cielo, il profumo dell’aria, il caldo del sole. Per i bambini in Palestina, vivere la vita è diventata una prova di un calvario del dolore impossibile da superare. La guerra continua e per ogni giiorno ci sono sempre morti.

La guerra ha già fatto 20mila morti e 68mila feriti: ormai è un costo della società civile imperdonabile. L’agenzia delle Nazioni Unite per l’infanzia, fa sapere che, la sua principale preoccupazione su Gaza, riguarda oltre 19mila bambini rimasti orfani, o soli, senza nessuno che si prenda cura di loro. Questa grave denuncia è stata fatta da Jonathan Crick, capo delle comunicazioni UNICEF della Palestina.

Molti bambini sono stati trovati sotto le macerie delle loro case distrutte dalle bombe di cui molti hanno perso i genitori in particolare nella città di Rafah. Altri babini sono stati trovati ai checkpoint Israeliani, negli ospedali, nelle strade, nelle piazze ridotte in cumuli di macerie. Sono tutti traumatizzati dalla violenza della guerra.

Sono scioccati, dimostrano paura e i più piccoli sono incapaci di dire anche il loro nome. I bambini della palestina sono una generazione della guerra senza futuro, perché la guerra ha spezzato il loro tempo e ha distrutto la memoria dei volti e dei luoghi della gente. I nati della guerra sono senza casa, senza scuola, sono malati, senza acqua e senza pane. Sono senza maestri, orfani abbandonati al dolore.

Non hanno più la scuola, hanno perso le parole, portano dentro il rumore delle bombe, vedono macerie e respirano l’aria acida della guerra. La guerra rende impossibile l’educazione perchè cancella il tempo affettivo e cognitivo, rendendo difficile la formazione morale ed intellettuale della persona. Senza la scuola, distrutta dalla guerra, ma più ancora, senza la forza delle parole, è davvero difficile avere la crescita sociale dei bambini.

La cultura non uccide mai, resiste e vince sulla guerra, ma mi chiedo: la cultura avrà la forza di educare e far diventare cittadini i nati di guerra, i quali in futuro forse non avranno neanche la terra dove vivere?
Israele infatti non vuole vincere solo la guerra, perchè vuole occupare l’intera Palestina, liberandola dai palestinesi, dalla valle del Giordano al mare. È questo un disegno che trova radici nei millenni degli anni passati della storia. È urgente, serve un’immediata sospensione del fuoco.

prossimi Appuntamenti

17 mag

Fabrizio Gifuni

Con il vostro irridente silenzio

23, 24 mag

FORTY!

Koreja in tournée

28 apr

LàQua

05 mag

LàQua

11 mag

LàQua

immagine di copertina Giovani ed emozioni

Giovani ed emozioni

Visioni
di Gigi Mangia

Alla vigilia di San Valentino, Save the Children ha pubblicato una inchiesta sulla condizione emotiva e sociale dei giovani dai 14 ai 18 anni.

Il risultato di questo studio é davvero preoccupante perché il 65% degli intervistati dichiara di aver subito violenza.

Lo studio di Save the Children analizza i rapporti tra i ragazzi ed emerge il fatto che spesso c’è violenza di genere. I maschi infatti controllano le loro compagne sul loro vestire, sulle relazioni amicali, sul trucco, sui luoghi che frequentano e in più di avere il possesso delle loro password.

Il tempo che vivono gli adolescenti, in particolare le ragazze, é quello del controllo. Il controllo riguarda tutte le ore di vita, i genitori controllano i figli entrando nel registro elettronico, quando sono a scuola, quando escono durante il tragitto da scuola a casa, insomma é un controllo asfissiante, non c’é un attimo di spazio intimo, di libertà personale.

L’altro aspetto rilevante é quello che il 42% delle ragazze dichiarano di aver subito violenza dallo schiaffo ai rimproveri, dall’essere maleducata e resistente alle raccomandazioni. L’esame dell’associazione inoltre analizza la stera emotiva ed emerge una forma grave di fragilità negli adolescenti. La scuola é direttamente interessata e coinvolta ma i provvedimenti del ministero risultano inadeguati perché sono ispirati alla repressione, alla bocciatura e al cattivo voto in condotta.

Manca l’ascolto e soprattutto manca una scuola capace di rispondere alle nuove esigenze dei giovani studenti. All’estero le scuole chiudono la sera e sono organizzate su un tempo lungo. La scuola infatti del tempo lungo é dotata di piscina, di teatro, di laboratori, di aule magne dov’è organizzare dibattiti, convegni e incontri. La scuola italiana al contrario, di pomeriggio é chiusa. Solo gli studenti delle famiglie benestanti hanno la possibilità di fare teatro, di fare piscina, palestra, di frequentare cinema e partecipare a concerti; i poveri invece non hanno spazio, spesso devono condividere la camera, il computer, non hanno la possibilità di fare teatro, di andare ad un concerto e spesso non hanno neanche un angolo di tavolo dove studiare. Si é pensato di risolvere il problema dando alla scuola i computer, i tablet e non si é pensato invece di costruire una scuola dove i ragazzi possano studiare, imparare a crescere e soprattutto a costruire il loro futuro.

prossimi Appuntamenti

17 mag

Fabrizio Gifuni

Con il vostro irridente silenzio

23, 24 mag

FORTY!

Koreja in tournée

28 apr

LàQua

05 mag

LàQua

11 mag

LàQua

immagine di copertina L’orchestra del mare

L’orchestra del mare

Visioni
di Gigi Mangia

L’arte non rinuncia mai al suo coraggio di lottare per abbattere le barriere e promuovere con la cultura, in particolare con la musica, la liberazione dell’uomo realizzando l’orchestra del mare.
Il progetto: “Metamorfosi”, unico, innovativo, coraggioso, forte nei contenuti culturali e sociali del carcere di opera a Milano coinvolgendo i detenuti nel lavoro e guidati dai maestri liutai e maestri esperti della scuola stradivari, sono riusciti a costruire strumenti musicali recuperando i legni delle barche dei migranti distrutte e destinate al fuoco.

“Metamorfosi” così è diventato la realizzazione dell’orchestra del mare fatta di 14 strumenti: 8 viole, 4 violini, una chitarra ed un contrabbasso a forma di barca. Anche la scelta del colore degli strumenti musicali è fortemente indicativa della creatività e del coraggio che traspare nell’azzurro del mare e nell’azzurro più chiaro ad indicare il dolore e disperazione delle lacrime dei disperati. L’arte non conosce ostacoli al suo cammino e le sue strade portano sempre al porto della creatività, dove la bellezza scalda il cuore.

L’arte trionfa, guida la mano, ispira i gesti e porta i legni delle barche lasciati sulle spiagge di Lampedusa nel carcere di Milano, unendo i luoghi dei disperati, degli esclusi, degli emarginati sociali e fa cadere il muro della paura e il rifiuto del diverso proponendo l’Orchestra del mare, portando la musica al teatro La Scala, il teatro più famoso al mondo, costruito subito dopo la seconda guerra mondiale per indicare con la cultura il futuro del riscatto. È stato un concerto unico e diverso. La cura del programma musicale è stata affidata al maestro di violino Mario Brunello. L’orchestra del mare ha eseguito musica barocca, classica, di Bach e musica africana. Due interventi sono stati particolari: una canzone popolare della Chiesa greco-ortodossa del 1300 dell’Ucraina, e una del grande maestro, Giovanni Soli, grande ricercatore e innovatore della musica mediterranea e già maestro concertatore della Notte della Taranta nel Salento. Il concerto è stato un trionfo e un grande successo. Ha promosso una visione aperta e nuova di ascoltare e vivere la musica, aperta al conoscere, al comprendere, all’amare educando a rinunciare di alzare il dito contro l’altro. Così l’orchestra del mare è una speranza perchè apre una strada nuova verso il grande problema degli emigrati rispetto a cui le risposte della politica sono repressive e quindi incapaci di dare soluzione a politiche di accoglienza.

prossimi Appuntamenti

17 mag

Fabrizio Gifuni

Con il vostro irridente silenzio

23, 24 mag

FORTY!

Koreja in tournée

28 apr

LàQua

05 mag

LàQua

11 mag

LàQua

immagine di copertina Pausa pranzo a Koreja <br>la ricetta di Laura

Pausa pranzo a Koreja
la ricetta di Laura

Ricette
di Iole Zaccaria

PATATE E CARCIOFI AL FORNO

È universalmente riconosciuto che la semplicità è la chiave per massimizzare il risultato,minimizzando lo sforzo. Come detto nella puntata precedente (vedi lo scorso numero di Baal), alle ore 13.30, non un minuto in più, il gong di Koreja deve – ripeto, DEVE – suonare per annunciare il pranzo. Non importa se la mattinata sia stata particolarmente movimentata dalle scolaresche dei matinée o da ospiti e riunioni, la nostra cuoca Laura deve proporre un gustoso pranzo che dia la giusta motivazione ed energia al grande team di Koreja. 

Prendete una teglia capiente, accendete il forno e cominciamo: patate e carciofi al forno saranno da oggi anche il vostro cavallo di battaglia per un pranzo o una cena gustosa e veloce.

Ingredienti per circa 4 persone:

  • 6 carciofi
  • 6 patate medie
  • 2 sponsale (o cipollotti)
  • pecorino grattugiato
  • pangrattato
  • prezzemolo
  • olio evo
  • sale
  • pepe

Pulite i carciofi eliminando le parti esterne più dure, quindi divideteli a metà e togliete la barbetta interna qualora ci fosse. Tagliateli a fette non troppo sottili e metteteli in acqua acidulata per evitare che anneriscano.

Piccolo consiglio: non buttare i gambi, sono la parte più buona! Basta sbucciarli togliendo la parte esterna e filamentosa. Tagliateli e tocchetti e tuffateli in acqua acidulata.

Lavate e pelate le patate, quindi tagliatele a fette spesse circa mezzo centimetro.

Dedicatevi poi alle sponsale, basterà lavarle, eliminare i tre veli esterni e tagliarle a rondelle.

Sciacquate i carciofi e trasferiteli insieme alle patate e alle sponsale in una teglia da forno capiente. 

Condite il tutto con sale, pepe, prezzemolo e abbondante olio e mescolate bene. 

Completate con una ricca panatura di pecorino grattugiato, pangrattato e un piccolo spicchio d’aglio tagliato a pezzettini.

Aggiungete mezzo bicchiere di acqua e infornate in forno preriscaldato per 50 minuti circa a 180°.

Et voilà, il piatto è servito. Fumante, gustoso e fragrante, il successo è garantito!

prossimi Appuntamenti

17 mag

Fabrizio Gifuni

Con il vostro irridente silenzio

23, 24 mag

FORTY!

Koreja in tournée

28 apr

LàQua

05 mag

LàQua

11 mag

LàQua