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June 2020

Non sono previsti spettacoli per il mese selezionato.

immagine di copertina Alle porte d’Europa il suicidio dei bambini

Alle porte d’Europa il suicidio dei bambini

Visioni
di Gigi Mangia

Nei campi profughi sull’ isola Lesbo, d’avanti alla Grecia, alle porte dell’Europa i bambini si suicidano perché il campo profughi è un lager, un inferno contro il male, l’odio, più ancora il disprezzo della vita verso la persona. Il suicidio dei bambini, è la morte degli innocenti, morti non della guerra, ma dell’odio del disprezzo del diverso, dell’egoismo, della difesa, degli interessi del portafoglio contro la vita. Il loro è un sangue innocente che non trova neanche il conforto della narrazione nella storia. La loro vita scompare dalla memoria e non lascia traccia. È una vergogna della politica che ha scritto le convenzioni e non ha avuto la capacità di rispettarle per tutelare la vita dei deboli senza casa e senza terra. Il teatro lotta contro l’indifferenza, deve far sentire forte la sua voce per rifiutare il male e dare la parola alla giustizia. I bambini sono il futuro, il teatro è la palestra del pensiero che pensa il futuro. Non bisogna voltare le spalle al dolore e bisogna avere coraggio negli occhi per vedere la tragedia. Il teatro è una casa speciale perché ha l’onore di usare la parola dei poeti per raccontare la morte degli innocenti, dei morti senza nome che non hanno posto nelle pagine della storia.

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1 ott

LABPERM /Domenico Castaldo

LE PECORE DELLA LUNA

1, 2, 3, 4, 5 ott

con Domenico Castaldo, Marta Laneri e Zi Long Ying del LABPERM

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2 ott

Carla Pollastrelli , Eugenio Imbriani

TRA RITO E PERFORMANCE: catarsi e trance

immagine di copertina Giornata mondiale del profugo

Giornata mondiale del profugo

20 giugno 2020

Visioni
di Gigi Mangia

Il tema dei profughi, nell’agenda politica e nelle relazioni internazionali dei paesi, è quello irrisolto e manca l’applicazione delle convenzioni internazionali dei diritti, a partire dalla convenzione di Ginevra.

I numeri

I profughi, dal 2010 al 2020, sono raddoppiati raggiungendo gli 80 milioni: la popolazione di un grande Paese. Le cause sono molte e diversificate: dalla povertà al lavoro di schiavitù; dall’indigenza sociale alla mancanza di cure; dall’analfabetismo alla negazione dell’istruzione. Interi villaggi abbandonano la terra e scappano, dalla fame, dalla guerra sfidano le notti perché i cieli delle loro notti sono senza storia, i profughi per i trafficanti di persone sono merce. Nel suo libro “Pescatori di uomini” Nello Scavo, giornalista di Avvenire, documenta questa vergogna internazionale del traffico di essere umani.

La situazione odierna

Oggi la partenza avviene dalle coste libiche. I profughi sono sequestrati nei lager, violentati e obbligati a pagare, le donne invece sono stuprate. L’Italia finanzia l’inferno disumano della Libia, fornisce motovedette per controllare in mare le partenze e finanzia la mafia libica. Sono i capi a decidere, chi deve partire e chi deve restare e continuare a pagare.

La gestione delle partenze è sporca. I trafficanti mettono in mare tre quattro barconi di legno insicuri; quando sono in mare aperto due, tre li abbandonano, un solo barcone lo portano indietro per far vedere all’Italia il loro compito di controllare sul mare le partenze giustificandosi il merito dei finanziamenti. È un gioco di soldi e di morti che nessuno nel nostro paese vuole vedere a partire dal governo. Nel mare c’è l’obbligo di aiutare chi è in pericolo di morte. È un diritto questo nato con la storia dell’uomo, in passato sotto le leggi degli dei, nei tempi moderni sotto la tutela delle convenzioni internazionali dei diritti umani.

Giornata mondiale del Profugo, in conclusione

Davanti al nostro egoismo di rifiutare i poveri profughi, di sentirli nostri avversari, venuti a rubare la ricchezza e i nostri privilegi, la civiltà dei diritti è miseramente caduta e le convenzioni servono solo per scrivere le pagine dei libri di storia del diritto internazionale. L’ ingiustizia è la miseria nel mondo, dobbiamo sentirci tutti colpevoli.

Leggi anche: Giornata internazionale del clima

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immagine di copertina 15 giugno, ancora, sono Koreja

15 giugno, ancora, sono Koreja

Visioni
di Gigi Mangia

15 Giugno e sono ancora Koreja, con tanta voglia di essere un teatro normale. Finalmente è la fine, un ritorno, l’inizio di un nuovo tempo, la fine del tempo sospeso. E’un incontro con la città e con la comunità che vive del teatro e si riconosce in esso. Koreja ritorna: spazio pubblico, teatro pubblico, sociale, spazio della parola, dell’ascolto, del sentire il respiro del tempo della creatività che, segna il cuore e riempie la mente. Koreja ritorna nella fatica del tempo, nel calendario della città. Il Teatro è stato chiuso, non è stato fermo, è stato resistenza. Un antico proverbio cinese recita: “Il cielo è senza rumori e senza odori”. Essere padroni del destino significa controllare il tempo della morte. Se si è senza forma e senza rumori, i nostri movimenti e le nostre intenzioni saranno invisibili al nemico. Se sincronizziamo le nostre azioni con i processi naturali, la nostra forza sarà inarrestabile. Il teatro non è indifferenza al tempo, ma consapevolezza di essere resistenza, di essere nato per educare e per conoscere l’uomo. Il “tempo ora” nella storia è quello della sfida. È quello di liberare “la distanza sociale” dal suo falso significato. È infatti una parola sbagliata e malata che disorienta il vivere e latitare la città. La sfida del presente è quella di trovare un nuovo “alfabeto” e una grammatica che non neghi all ’uomo, la sua natura sociale. Bisogna imparare dalle piante: avere pazienza e non avere fretta per la conoscenza. Le piante conoscono la sapienza del giorno e vivono della sua luce e rispondono alle avversità con i fiori. Il fiore non teme il cielo, lo riempie di profumi e di colori, lo fa diventare più bello! Koreja ritorna per continuare la corsa e attraversare le fatiche della sfida, col cervo bianco, con le corna fiorite. Ritorna per portare nei campi i semi della creatività del futuro. Il teatro è nato: per sognare, per conoscere, per resistere e lottare, per portare un fiore nel cuore. Il ritorno di Koreja comincia da qui: incontrandoci nel desiderio di essere normali.

Nella poesia la nostra cura, nelle parole la salute del
pensiero

“io mi trovo il vecchio cuore, e pago

il tributo ad esso, con lacrime

ricacciate, odiate, e nella bocca

le parole della bandiera rossa,

le parole che ogni uomo sa, e sa far tacere”

Poesia di Pierpaolo Pasolini (Garzanti Milano 1964).

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immagine di copertina Giornata internazionale del clima

Giornata internazionale del clima

Visioni
di Gigi Mangia

Ricorre oggi la giornata internazionale dedicata al clima. Per noi è una giornata particolare di riflessione, di ricerca per trovare un modo per costruire un’alleanza che porti a trovare un nuovo Umanesimo. Il teatro e i musei, i poeti e gli architetti, la scuola e l’ecologia sono le agenzie culturali che possono indicare un nuovo alfabeto per abitare e vivere la città. L’Umanesimo, nel passato, ebbe la forza di liberare l’uomo dall’ oscurità, di guidarlo al nuovo pensiero e, soprattutto, di rafforzare la fiducia delle sue capacità. Il nuovo Umanesimo dovrebbe continuare la pedagogia del vecchio, per questo serve una strada nuova di riflessione su come vivere e usare la cultura in tutte le sue manifestazioni e in tutti i suoi linguaggi. Dobbiamo, quindi, rispondere a come costruire la distanza sociale attraverso un nuovo modo di vivere i rapporti; in particolare ragionare su come l’uomo possa trovare la strada per superare la maschera che ha segnato la crisi dei rapporti e ha messo in discussione gli spazi sociali come il teatro, il museo, la scuola e, in generale, la città. Chi pianta un albero, salva la Terra.

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