Calendario

March 2022

Non sono previsti spettacoli per il mese selezionato.

immagine di copertina Diritti negati

Diritti negati

Visioni
di Gigi Mangia

NELLO YEMEN I BAMBINI SOLDATO SONO MANDATI IN GUERRA E SONO FUORI DALA SCUOLA, NELL’AFGHANISTA LE DONNE SONO FUORI DALL’ISTRUZIONE, ALLE BAMBINI INVECE È VIETATA LA SCUOLA.

Davanti ad un diritto negato: mai chiudere gli occhi, mai perdere la voce, mai rinunciare alla denuncia.

La guerra non si limita solo alla conquista e al dominio politico dei popoli. Il suo progetto infame è quello di abolire la libertà, vietare l’istruzione, escludere le donne dalla cultura, per fare di loro solo produttrici di figli e del corpo palestra di sesso.

I Paesi fuori dall’illuminismo sono molti e sono utili al capitalismo di rapina. Le carte dei Diritti Internazionali si stanno rivelando atti formali e non hanno la forza di far valere i principi del diritto che le ispira. La Diplomazia è disarmata davanti agli interessi delle Grandi Potenze perché contano sempre la spada e i soldi. Il cuore della finanza
è il portafoglio, il diritto all’istruzione un dettaglio. Un popolo senza
istruzione è più facile da governare ed è molto più semplice da sfruttare.

Nel suo progetto di teatro, Koreja è teatro con impegno pedagogico, per scelta di lavoro e per vocazione culturale. La cura verso le scuole, la rassegna di Teatro Ragazzi, raccontano tutto l’interesse che il teatro ha verso l’educazione dei ragazzi giovani e bambini.

Non si può tacere davanti alla barbarie e al disprezzo dell’istruzione, che serve solo a gonfiare le vene del potere dispotico
dei tiranni di ogni colore.

Non possiamo tacere e quindi, accettare di mandare gli aiuti internazionali ai Paesi che negano l’istruzione alle donne, come avviene in Afghanistan e ai bambini nello Yemen, dove sono impiegati per fare la guerra.

La guerra della Russia contro l’Ucraina, nella nostra Europa, ha fatto sparire dalle pagine dei giornali e dai social, sia l’esclusione delle bambine dalla scuola imposta dai talebani, sia l’impiego dei bambini–soldato nello Yemen. L’ignoranza non è solo una barriera sociale, è una
gabbia, una vera prigione senza la luce della ragione.

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LABPERM /Domenico Castaldo

LE PECORE DELLA LUNA

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con Domenico Castaldo, Marta Laneri e Zi Long Ying del LABPERM

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Carla Pollastrelli , Eugenio Imbriani

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immagine di copertina La guerra è sempre una sconfitta della ragione:  “Bellum Iustum” non esiste.

La guerra è sempre una sconfitta della ragione: “Bellum Iustum” non esiste.

Visioni
di Gigi Mangia

La guerra della Russia contro l’Ucraina è diversa rispetto a quella del passato. È una guerra, infatti, che si serve della comunicazione e della propaganda, usa i social, i video, la fotografia, molto la televisione. È spettacolarizzata, vissuta come un videogioco davanti allo schermo televisivo o nello smartphone.

Io seguo la guerra ad occhi chiusi, la conosco, la sento, ma non la vedo. Sento le sirene, il rumore delle bombe e dei missili lanciati per colpire i palazzi, i condomini, gli ospedali, le scuole, i teatri, l’università e distruggere i supermercati. I carrarmati, i missili come le bombe, colpiscono anche i civili, gli sfollati in fuga dalle case in fiamme. Sento, in particolare, la voce dei disperati innocenti in fuga dalla guerra. La guerra colpisce il cuore della città, il suo obbiettivo è quello di cancellare la comunità. I bambini uccisi dalla guerra, ad oggi, sono 128; le scuole distrutte 63. Non sono numeri, ma chiodi di insopportabile dolore conficcati nel mio pensiero, avverto un’agitazione della mia coscienza disarmata ed impotente di agire. Quella del dittatore, Vladimir Putin, è una guerra cinica orientata all’odio, fondata nell’ideologia del potere assoluto in lotta contro il capitalismo della cultura occidentale, il suo progetto è un nazionalismo estremista.

Putin ritorna indietro e farnetica la storia. È stato il suo discorso avuto, prima della dichiarazione di guerra all’Ucraina. Putin, come il serbo Milošević, nella guerra in Serbia, vuole realizzare l’urbicidio delle città ritenute nemiche. Il suo progetto, infatti, è quello di distruggere tutti i luoghi della vita sociale come le piazze, i musei, i teatri, le scuole, gli asili, dove i bambini sono il futuro della città. La guerra riduce in macerie le città, Mariupol, Kharkiv e Kiev, sono città martiri, senz’acqua, pane e luce. La guerra colpisce e uccide i corpi. Le donne sono stuprate e impiccate in segno di disprezzo della vita.

Per cancellare la memoria, per impedire di vivere, per interrompere la continuità delle generazioni, per compiere l’urbicidio, la guerra uccide donne e bambini, senza colpa, ma obbligati a subire la guerra. Le città distrutte dalla guerra rimangono per lunghi anni con le ferite e per guarire ci vogliono anni e anni di grandi cure. L’urbicidio è una morte particolare della città, perché non c’è la sepoltura né delle macerie che rimangono visibili come piaghe della guerra, né dei morti che finiscono in fosse comuni. Non c’è la guerra buona o giusta, la guerra è sempre sbagliata ed è la perdita della ragione, per questo deve essere sempre disprezzata. L’Ucraina è stata aggredita da Putin per questo, almeno a me, tocca il dovere di aiutare, anche con le armi la resistenza degli ucraini in lotta contro i russi invasori per difendere la loro libertà. Nella realtà il pacifismo etico – ideale è un pensiero debole che non sempre può essere praticato, così come la storia ci ha insegnato.

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immagine di copertina Giornata mondiale <br>della poesia

Giornata mondiale
della poesia

Visioni
di Gigi Mangia

La penna dei poeti puó scrivere con parole chiare la responsabilità della guerra incivile e cinica del dittatore Vladimir Putin.
Il 21 marzo è la giornata mondiale della poesia. Il mondo stordito dal rumore delle bombe ha bisogno di sentire le parole nella voce dei poeti perchè i poeti aiutano l’uomo, non lo lasciano mai solo, lo guidano sempre. La poesia è chiamata a dire parole di chiarezza:
mai più sui bambini la morte del cielo, mai più dal cielo e dalla terra terrore e sangue. La guerra che uccide, il dittatore che bombarda le scuole, gli ospedali, i teatri e i condomini, si rende responsabile di una guerra cinica e incivile perchè scarica tutta la sua devastante violenza sul corpo. La donna infatti diventa l’obiettivo privilegiato e pregiato del soldato, si esercita così lo stupro di guerra contro le donne. La voce dei poeti si condensa in nuvole di parole in opposizione alle bombe a grappolo che distruggono e uccidono i bambini vittime invisibili della guerra. Ai poeti il compito di scrivere con la loro penna il futuro dei bambini sopravvissuti alla violenza devastatrice della guerra cinica e violenta per essere curati dalle gravi ferite della guerra. Il 21 marzo, giornata mondiale della poesia, deve essere dedicato al teatro di Mariupol’ distrutto da una pioggia di bombe. Il teatro è la casa dei poeti dove le parole possono essere la voce della resistenza al male e quindi la forza della narrazione del futuro.
Se vuoi avere un maestro e non essere mai solo trova nella tua vita un poeta.

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immagine di copertina Il mio ricordo della voce di Carmelo Bene

Il mio ricordo della voce di Carmelo Bene

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di Gigi Mangia

Il 16 marzo ricorre il ventesimo anniversario della morte di Carmelo Bene. È difficile dire chi sia stato per noi Carmelo Bene: un grande intellettuale, un grande poeta, un maestro di teatro, una forza creativa illuminante sempre inquieta, mai ferma, sempre impegnata ad arricchire l’estetica della sua arte.

Carmelo Bene è stato un maestro difficile e scomodo perché egli stesso era impegnato nella ricerca di se stesso come forza, come verbo creativo, come voce. L’esperienza, il trasporto, la contaminazione del corpo nel ritmo della poesia sono stati, a mio avviso, gli elementi fondamentali della Divina Commedia, recitata da Bene dalla Torre degli Asinelli a Bologna.

Quel giorno davanti ad oltre diecimila persone, la sua voce è stata una magia, la pura forza della parola, capace davvero di far entrare con il corpo ciascuno dei presenti nel viaggio Infernale. Carmelo Bene con la sua voce creava, dava vita ai corpi, li coinvolgeva nell’ascolto, li spogliava dal tempo. Li portava ad essere nella musica e nella parola ed era protagonista, attore, creatore di emozione.

Ricordo ancora la sua voce con la quale dava risalto al pensiero dei grandi della letteratura, da Italo Calvino a Nietzsche: erano le sue interviste impossibili. Ha lasciato la sua voce alla radio, sempre straordinario, sempre bello da sentire.

Carmelo Bene è stato un figlio particolare del Salento. La luce, la terra, l’acqua e il vento, il sole e lo scirocco erano il suo corpo, la forza del suo essere poeta, attore, teatro ed erano anche le radici del suo essere voce degli Dei, mito di Dionisio. È stato capace di illuminare di modernità la cultura pagana e di fare esperienza di cristianità col Santo dei Voli di Copertino.

La sua identità, la sua appartenenza, il suo essere salentino sono presenti fin da giovane nei suoi versi, infatti così poetava:

“La mia vita è d’acqua.

È di musica. Acqua è musica. Musica d’acqua.

Domani il suono di quest’ora

si sfiumerà sul mare

…e sia il nostro

silenzio a colpirci in un bacio…

nel suono del mare”

Carmelo bene visse i suoi ultimi anni di vita a Otranto, dove la prima
luce del giorno incontra il mare: era questo il paesaggio nella vena creativa dell’arte di Carmelo Bene.

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C’è ancora troppa violenza
contro le donne

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di Gigi Mangia

Lettera aperta

Il mio tempo è iniziato nei tuoi occhi, la mia vita al tuo seno. Nelle tue braccia ho scoperto l’amore. Tu hai sempre scaldato il mio corpo e hai sentito il mio cuore, sei stata segreta. Tu sei stata per me come
un fiore, hai riempito i miei gironi di profumi e colori. Tu non meriti il maschilismo, è più amaro del veleno, offende la tua storia, inquina la nostra felicità. L’8 Marzo è una pagina bianca. Nel primo rigo bisogna scrivere la parola “SCUSAMI se ho mancato di seguire la strada che tu mi volevi insegnare: amare e basta”.

C’è troppa violenza contro le donne, l’8 Marzo non può essere una giornata di festa, ma di riflessione.

Vorrei dedicare l’8 Marzo a una bambina “Embla Ademi”, una piccola bambina di 11 anni della Macedonia del nord, affetta da sindrome di
Down è stata vittima di maltrattamenti e di atti di bullismo dai suoi compagni di classe.

È ancora inaccettabile minacciare e mettere in pericolo i bambini, soprattutto quando sono affetti da problemi fisici e deficienze nello
sviluppo. L’uguaglianza è un processo di educazione e comincia proprio a scuola, il traguardo però per raggiungere l’uguaglianza e la parità di genere è ancora lontano.

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immagine di copertina Per i grandi poeti il tempo <br> non finisce mai

Per i grandi poeti il tempo
non finisce mai

Visioni
di Gigi Mangia

Cent’anni fa a Casarsa, in Friuli, nasceva Pierpaolo Pasolini, un intellettuale divenuto modello della cultura italiana. Pierpaolo Pasolini secondo me non è stato un poeta profeta, al contrario è stato un genio e un talento, una forza creativa in grado di sperimentare i grandi linguaggi del novecento. Pasolini infatti fu poeta, pittore, produttore cinematografico. Nella sua vita inizialmente il poeta ebbe un grande amore per il padre dal quale peró si allontanó quando tornó dall’Africa perchè era diventato duro e violento.

Alla figura del padre, Pasolini sostituì quella della madre alla quale fu profondamente legato e da cui non si separó mai, si prese sempre una grandissima cura ed ebbe sempre un grande e profondo amore. Un articolo di Pasolini creava, sui giornali, grande discussione e onde lunghe di pensiero. Il poeta fu sempre in lotta, diverso e lontano dal costume
e dalle norme. La sua più grande sofferenza fu quella di essere accusato di violenza sessuale su minori, reato per il quale subì un processo.

Di Pierpaolo Pasolini ci rimane il mistero e l’ombra della sua incredibile morte all’idroscalo di Ostia, legata alla macchina che più volte passò sul suo corpo.

Pasolini ancora oggi è un amico, una guida, un compagno nella ricerca e nella sperimentazione, è un poeta maestro, per questo il suo tempo non finisce ma continua.

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immagine di copertina Gli invisibili innocenti della guerra in Ucraina

Gli invisibili innocenti della guerra in Ucraina

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di Gigi Mangia

Secondo la Croce Rossa, l’UNICEF e l’UNHCR, sono almeno 17 milioni i bambini vittime della guerra, sono vittime innocenti e invisibili nella narrazione del conflitto. Per loro la violenza della guerra è senza regole, priva di ogni forma di rispetto della loro vita. Nelle città di guerra l’aria è irrespirabile, il rumore delle armi causano terrore, i bambini muoiono sotto il cielo nero. Non hanno nessuna colpa e noi dovremmo avere il coraggio di chiedere scusa per averli fatti nascere in un Mondo di guerra. Sono bambini che hanno bisogno di essere curati dalle ferite di guerra, di essere aiutati a superare il trauma causato dalle armi, e di essere stati allontanati di notte dalle loro case, strappati al loro letto, svegliati in piena notte per scappare nel buio gelato per essere allontanati dai loro padri, portati al confine dove essere consegnati alle loro madri, liberando i loro papà a tornare a combattere per difendere, dai russi, la loro terra e la loro libertà.

La guerra che uccide i bambini, priva il Paese di avere la continuazione della generazione, causando la morte sociale e l’impoverimento della società. L’arte, la cultura, possono essere utili ad evitare la follia del dittatore russo. L’arte, infatti, può fermare e sconfiggere la guerra. Tocca a noi l’impegno di incontrare e scegliere le parole, per conoscerle, per comprenderle e per poi usarle, per cambiare, quindi per costruire un modello culturale fondato sulla pace e sul riconoscimento dei popoli come fratelli

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