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January 2023

Non sono previsti spettacoli per il mese selezionato.

immagine di copertina Avere memoria

Avere memoria

Visioni
di Gigi Mangia

La Senatrice Liliana Segre riflette sull’ importanza della memoria come valore e fonte di conoscenza, la cui scomparsa invece di chiudere col passato del nazismo lascia un vuoto buio, perché spegne la luce della storia. Se nella scuola e se del nazismo ci sono poche pagine del disegno politico della follia di Hitler, il pericolo di denuncia della Senatrice a vita è vero ed è comprensibile la sua sfiducia.

Il Senato all’unanimità ha approvato la legge di finanziamento per la scuola, di portare in visita gli studenti ad Auschwitz, nei campi di morte degli Ebrei. Nell’ uomo nasce la pianta della memoria, ma la scuola è il giardino dove cresce e dove deve essere curata e difesa dall’ oblio. La memoria è la resistenza contro il male, le parole sono le armi per non dimenticare ed evitare di spegnere la luce della Storia e perdere la conoscenza. Lo studio favorisce la crescita, porta l’ uomo al sapere per fargli capire : che essere Uomo vuol dire vivere il rispetto dell’ Altro.

Lo sterminio degli Ebrei e le leggi razziali del 1938 sono state la morte della ragione, le camere a gas la follia onnipotente del potere di annullare l’Uomo, riducendo a semplice numero il suo corpo. Nel campo gli Ebrei non avevano il nome, erano numeri. Il viaggio ai campi di sterminio non deve essere vissuto come una gita in visita ai luoghi del male. È, invece, un incontro con la Storia, un passaggio del passato verso il futuro, la consegna del seme che tiene viva la luce della Storia. Per scoprire il seme del bene nella storia, bisogna vedere con gli occhi della ragione il paesaggio del freddo violento dei campi, sentire con la mente il silenzio disperato della solitudine inutile per la vita, con il corpo le forbici della fame, con i piedi nudi la guerra al gelo dell’ inverno.

Cancellare i sensi, svuotare dalla vita il corpo, tenere viva la ragione per resistere alla paura della morte, era questo il disegno criminale del nazismo che la storia non può cancellare e che la scuola al contrario ha il dovere di insegnare per non dimenticare. Non esiste l’Uomo senza storie, la Società senza la conoscenza, la cultura senza la luce dei sapere. Bisogna avere tanta Memoria!

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LABPERM /Domenico Castaldo

LE PECORE DELLA LUNA

1, 2, 3, 4, 5 ott

con Domenico Castaldo, Marta Laneri e Zi Long Ying del LABPERM

OPEN PRACTICE OPEN MIND IN LIVING BODY

2 ott

Carla Pollastrelli , Eugenio Imbriani

TRA RITO E PERFORMANCE: catarsi e trance

immagine di copertina Si chiude il capitolo della mafia stragista , ma non è la fine della mafia

Si chiude il capitolo della mafia stragista , ma non è la fine della mafia

Visioni
di Gigi Mangia

L’arresto del latitante Matteo Messina Denaro è una grande, importante e storica vittoria dello Stato, perché finalmente si chiude il capitolo della mafia stragista, ma non è la fine della mafia.

Bisogna fare i complimenti alla procura di Palermo, al grande impegno investigativo del Procuratore Maurizio De Lucia e del Sostituto Paolo Guido come all’impegno straordinario per le qualità investigative del Generale dei Carabinieri, Pasquale Angelo Santo, per essere riuscito ad arrestare “lu siccu” Matteo Messina Denaro, mettendo fine alla sua latitanza di trent’anni. Per lo Stato è una grande vittoria contro Cosa Nostra, ma non può essere considerata la fine della mafia.

La mafia in Italia ha una presenza di oltre 160 anni e per combatterla ci sono state 17 commissioni parlamentari, ma non è stata sconfitta. Il nuovo Parlamento non ha ancora eletto la nuova commissione anti-mafia, manca la legge, ed è in ritardo. La mafia è un fenomeno complesso del costume italiano. È un processo liquido che condiziona le classi sociali. La mafia entra nella cultura, gode dei favori della borghesia, vive e fa affari nell’economia, condiziona e gestisce la grande distribuzione nei supermercati. La mafia si sostituisce alla Stato. Offre un welfare alternativo, da lavoro e si cura dei poveri e garantisce loro l’assistenza.

Oggi la letteratura racconta la mafia keynesiana, quella che è interessata alla realizzazione delle grandi opere pubbliche. La mafia, infatti, costruisce grandi opere, poi le distrugge, come fa con i ponti, le strade e gli ospedali e poi li ricostruisce. I reati della nuova mafia non sono più quelli del sangue e della lupara, ma i reati illegali di interessi economici nella realizzazione delle grandi opere che valgono miliardi. La mafia keynesiana, infatti, è eserta nel prendere gli appalti, è specializzata nella cura dei rapporti con la pubblica amministrazione, sa fare affari con la politica e le banche compiacenti. La mafia alla guida di Matteo Messina Denari è quella che segue i soldi. Il latitante di Campobello di Mazzara è il leader indiscusso di questo movimento, il quale però ha a sua disposizione una rete e mafiosi preparati negli studi fatti nelle grandi Università e quindi in grado di muoversi sui mercati finanziari internazionali. Questa forma di mafia 4.0 è la mafia digitale e dello smartphone.

Matteo Messina Denaro è l’archivio della mafia stragista di Cosa Nostra, essendo stato protagonista diretto dei grandi attentati che hanno colpito Giovanni Falcone e Paolo Borsellino ed è anche la cassaforte di tutti gli affari illegali in Italia e all’Ester delle amicizie e dei rapporti. Difficilmente il mafioso parteciperà, aiutando i giudici alla ricerca della verità. Matteo Messina Denaro non collaborerà, sarà muto e non rivelerà nessun segreto. Questa considerazione nasce dalla biografia personale di Matteo Messina Denaro, fatta di sangue e di violenza senza scrupoli. Nasce anche, dalla famiglia: Don Ciccio Messina Denaro, suo padre, è stato un latitante morto in libertà però. Nella storia della mafia, la successone dei capi avviene secondo regole chiare e rigide, come una vera monarchia assoluta. La mafia continuerà e la strada dei nuovi interessi, soprattutto nell’economia, non finiranno. Bisogna combatterla quindi sui soldi. Un grande impegno in politica deve essere quello di impedire alla mafia di partecipare agli appalti, di condizionare la politica e le pubbliche amministrazioni, soprattutto di indagare quella zona grigia della borghesia mafiosa che, senza essere disturbata, continua a fare affari. In particolare, una grande attenzione va rivolta ai soldi del PNRR che potrebbe essere il piatto d’argento della mafia dei colletti bianchi.

La cattura di Matteo Messina Denaro è sui siti e nei telegiornali di tutto il mondo, ma le ombre, i dubbi, le pagine oscure e le molte domande ancora senza risposta, rimangono nella nostra storia. Le risposte spettano alla politica e in particolare alla cultura e alla scuola che devono portare il Paese verso una grande educazione legale, che metta fine alla mafia lunga di 160 anni nel costume italiano.

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immagine di copertina L’anno che verrà

L’anno che verrà

Visioni
di Gigi MAngia

Tre giovani attivisti ecologisti, con vernice arancione lavabile, hanno imbrattato il muro del Senato, è un gesto che non crea nessun danno ma ha la forza di accendere il dibattito sulla crisi del clima.

Sicuramente il 2023, l’anno nuovo che verrà, non cambierà molto la nostra vita: il grande tema sarà quello di come abitare il pianeta e rispettare la natura.

Ad Otranto, Punta Palacia continuerà ad essere la finestra sul mare dove per primo si potrà ammirare il sorgere del sole. I grandi temi della transizione ecologica, del cambiamento climatico e del nuovo modello di sviluppo sono scomparsi dal dibattito politico. È ritornato l’interesse per le fonti fossili: gas, carbone e nucleare e le grandi compagnie, quindi, realizzano grandi affari con il consenso della politica. I giovani hanno poche armi per lottare e per farsi sentire, perciò ricorrono a nuovi dirompenti linguaggi, come quello di sporcare con la vernice lavabile il muro del Senato, oppure con la salsa di pomodoro i Girasoli di Van Gogh. È questa una forma di comunicazione estrema, di disubbidienza civile che mette in crisi il potere. I tre giovani di appena 20 anni, due di loro arrestati, saranno incarcerati per direttissima e rischiano di essere condannati. La politica è complice della crisi, invece di ascoltare e rispondere alle richieste dei giovani, agisce con la repressione usando il carcere come soluzione. I giovani sono il futuro e hanno il diritto di difendere l’avvenire e la tutela dell’ambiente. Lo sviluppo che noi rifiutiamo, e che molto bene conosciamo, è quello dell’ acciaieria più grande d’ Europa di Taranto, dove la fabbrica ha divorato la vita degli operai, delle donne e dei bambini. Taranto è stata dichiarata dall’ONU una delle città più inquinate al mondo. I giovani sono nel giusto, hanno ragione a lottare. Dobbiamo incoraggiarli e solidarizzare.

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