Calendario

December 2024

Non sono previsti spettacoli per il mese selezionato.

immagine di copertina Gli abissi del male

Gli abissi del male

Visioni
di Gigi Mangia

Nella notte di Natale, nella Striscia di Gaza, è morta di freddo, una bambina di neanche 10 mesi. La sua morte ci porta agli abissi del male, dove l’odio toglie, sospende la capacità di amare e di rispettare la vita, di non uccidere i bambini, senza nessuna colpa, innocenti e far perdere all’umanita il futuro. La città di Betlemme, vuota al buio, senza persone, nella notte delle tenebre nega all’uomo la luce necessaria per attraversare gli abissi del male e raggiungere il bene come la nascita del bambino dava inizio al Natale, cioè alla salvezza dell’uomo.
Non ci può essere una festa del Natale con le guerre che uccidono i bambini!
Perdiamo tutti perché non siamo capaci di vincere glia abissi del male, tradendo il Natale: sono troppe 52 le guerre nel mondo per festeggiare il Natale.

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17 mag

Fabrizio Gifuni

Con il vostro irridente silenzio

23, 24 mag

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immagine di copertina Un presepe francescano nella Basilica Minore di Santa Caterina nella città di Galatina

Un presepe francescano nella Basilica Minore di Santa Caterina nella città di Galatina

Visioni
di Gigi Mangia

Santa Caterina è una chiesa particolare, unica per le immagini, per la forza del messaggio del Vangelo in cui l’immagine degli affreschi accendono la fede e orientano il pensiero.

È la chiesa degli angeli musicanti, i quali in coro cantano la gloria a Dio. Un luogo di parole, una comunità che cammina nella fede verso Betlemme, la città della Luce, il cammino dei Pellegrini della speranza. Il presepe dei frati Francescani ha la forza di rappresentare l’inquietudine del presente, la paura del diverso, la difficoltà di essere fratello.
San Francesco non ebbe paura di fare la strada verso oriente per incontrare le terre mussulmane ed invitare i mussulmani a rinunciare alla violenza della spada in favore della forza della parola come pane per la mente e come voce del cuore. Il presepe dei francescani è un forte invito di incontro, di libertà contro il pregiudizio della pelle, il dialogo delle religioni ebraica ed araba, di guardare il povero con lo sguardo della solidarietà sincera. La figura più significativa è quella della donna vestita di bianco con una corda nelle mani legata all’ancora la quale vuole indicare la salvezza e il ruolo della donna sempre disponibile a offrirsi per la salvezza dell’uomo.
È un presepe che rappresenta la storia, il tempo dell’uomo che non rinuncia al passato ma ha il grande merito di parlare del presente invocando accoglienza e convivialità delle differenze come nella storia è stato sempre il cammino dei pellegrini verso la speranza.
È un presepe di pace per un Natale felice per tutti.

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17 mag

Fabrizio Gifuni

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23, 24 mag

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immagine di copertina Dietro le sbarre

Dietro le sbarre

Visioni
di Gigi Mangia

Dietro le sbarre del carcere non c’è il riscatto sociale, la rieducazione degli esclusi perché perdiamo tutti davanti al fallimento della pena intesa come recupero del delinquente. I

l 2024 è stato un fallimento sociale, quello del carcere, perchè sono stati 84 suicidi di detenuti che non hanno retto la violenza del carcere: non hanno creduto e hanno preferito la morte. Per combattere il disagio, per contenre la paura, per fermare la violenza, lo stato risponde costruendo più carceri, dando la risposta meno adatta al disagio sociale alla cultura dell’illegalità.

Il carcere è percepito come un contenitore dei disagiati, dei malati, dei poveri, dei tossici, dei delinquenti che non riescono a curare perchè il carcere non è un luogo dove esercitare la cura, dove educare l’uomo ad essere capace di vivere e di avere comportamenti rispettosi delle norme sociali. La libertà non è una virtù, ma un processo lungo e faticoso che si realizza nell’accettazione dei valori della socialità. Il carcere è il tempo della tristezza sociale, il buio dell’educazione: la fine della pena infatti, per il condannato, è senza futuro.

La vita dei condannati nel carcere è quella de essere ancora più soli, più disperati, più cattivi, perchè si sentono sconfitti e non si sentono recuperati. Il carcere distrugge i corpi, annulla i sentimenti e rende torbida la memoria. Il carcere infatti non aiuta a trovare la via per superare e vincere il male; continua ad essere l’inferno sociale dietro le sbarre dei perdenti, gli esclusi della società. Dietro le sbarre fallisce l’educazione, forse per questo il carcere va ripensato.

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immagine di copertina Un femminicidio di massa quello delle donne afgane nell’indifferenza del mondo

Un femminicidio di massa quello delle donne afgane nell’indifferenza del mondo

Visioni
di Gigi Mangia

Sono parole, come chiodi, che fanno veramente tanto male e paralizzano il pensiero, quelle che vietano alle donne Afgane il diritto allo studio come infermiere, ostetriche e medicina.
È l’ultimo decreto del governo talebano che impedendo e vietando lo studio di fatto negano alle donne di poter curare il corpo e la loro salute. L’effetto del divieto allo studio di fatto costringe le donne a rischiare la vita. Secondo il ministero del decoro e della morale le donne non possono essere curate da uomini salvo che non ci sia l’autorizzazione del tutore.

L’Afganistan è l’unico paese al mondo in cui è negato il diritto allo studio alle donne. Le donne Afgane sono senza diritti: non possono parlare e neanche cantare perché con la loro voce macchiano la morale. Il modello politico dei talebani al potere, contro l’occidente e contro la corruzione, ha come obiettivo quello di emarginare le donne escludendole dalla società cancellando i loro diritti. Le più penalizzate sono le donne povere, le quali non hanno nessuna possibilità di potersi curare anche perché mancano gli ospedali e i pochi che ci sono per poterli raggiungere devono fare lunghe giornate di cammino. L’umanità che nega la donna, la combatte e la uccide è una umanità persa senza valori, senza un Dio a cui credere perché è la fine dell’uomo. L’umanità che uccide i bambini e uccide le donne è un’umanità senza futuro.
Mi stupisce e mi crea tanto stupore e sconforto il silenzio dell’ONU che avanti a tanta oscura violenza contro le donne non reagisce, non dice una parola mentre è un femminicidio di massa che vale come un crimine contro l’umanità.
La crisi del nuovo millennio è causata dal tramonto del diritto.

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immagine di copertina Ricordare Adele Corradi

Ricordare Adele Corradi

Visioni
di Gigi Mangia

Il 23 novembre, all’etá di novant’anni, é morta Adele Corradi, l’unica insegnante di lettere che Don Lorenzo Milani accolse nella sua scuola di Barbiana come docente. Il ruolo e la figura di Adele Corradi, nella scuola di Barbiana, é importante perché aiuta a capire e a comprendere meglio la pedagogia del maestro Don Milani.

A tale proposito , importante é l’opera: “Lettera ad una Professoressa” é il volume in cui troviamo la raccolta di 22 lettere. Don Milani era cresciuto in una famiglia colta ben inserita nella cultura del suo tempo. Il disegno di scuola, del prete ribelle, contro la chiesa perció non é semplice aspirazione spirituale ma vera pedagogia sociale che si fa carico di aiutare e guidare la crescita umana ed intellettuale della persona attraverso la fatica dello studio, per quel tempo una vera rivoluzione sociale.

La scuola di Barbiana non era scuola di parrocchia ma scuola vera, severa, ordinata , rigorosa nel metodo di studio. Gli anni della scuola a Barbiana, di Don Milani, furono molto difficili a causa del suo isolamento. Per arrivare a Barbiana infatti era ed é ancora difficile oggi.

Don Milani peró non fu emarginato, furono infatti molti gli intellettuali e gli studiosi che passarono e parteciparono agli incontri di studio organizzati dal prete ribelle nella sua scuola. Il ruolo e la presenza di Adele Corradi, é la più significativa perché con la sua presenza a scuola per tutta la sua vita professionale riuscì a portare ed arricchire il progetto pedagogico della scuola di Barbiana apportando la sensibilità e il punto di vista femminile, il quale arricchì ancora di più la scuola di Barbiana osteggiata dalla chiesa.

In conclusione la scuola di Barbiana é e si é affermata come scuola laica libera aperta al sociale da restare ancora come grande modello per recuperare alla cultura attraverso lo studio gli esclusi, i poveri, gli emarginati.

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