Calendario

November 2022


16 lug

Socìetas/Romeo Castellucci

Senza Titolo

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17 lug

Socìetas/Romeo Castellucci

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Socìetas/Romeo Castellucci

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Socìetas/Romeo Castellucci

Senza Titolo

Ludovica Rambelli Teatro

La conversione di un cavallo

Ludovica Rambelli Teatro

La conversione di un cavallo


18 lug

Socìetas/Romeo Castellucci

Senza Titolo

Socìetas/Romeo Castellucci

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Socìetas/Romeo Castellucci

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Socìetas/Romeo Castellucci

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Socìetas/Romeo Castellucci

Senza Titolo

Socìetas/Romeo Castellucci

Senza Titolo

Andrea Baracco / Cardellino srl

Metamorfosi


19 lug

Nicola Lagioia

Presto saprò chi sono

Pippo Delbono

Di notte


20 lug

Stefano Massini

Alfabeto delle emozioni


21 lug

Concita De Gregorio e Erica Mou/Teatri di Bari

Un’ultima cosa


22 lug

Ermanna Montanari/Albe

Vergine madre, figlia del tuo figlio


23 lug

Masque teatro e a seguire Dewey Dell

Voodoo

Dewey Dell

Deriva traversa

Teatro Koreja

Paladini di Francia


24 lug

Spellbound Contemporary Ballet

The real you

Leo Bassi

70 Anni


25 lug

Parini Secondo + Parini Secondo / Bremo

Speeed +What will happen tomorrow

Ivo Dimchev

Top Faves

immagine di copertina La violenza è una brutalità sociale e all’educazione spetta il compito di superarla

La violenza è una brutalità sociale e all’educazione spetta il compito di superarla

25 Novembre giornata mondiale della violenza sulle donne

Visioni
di Gigi Mangia

La violenza subita dalle donne è un macigno che pesa sulla società, che la politica però non riesce a combattere. Questo compito è assegnato all’educazione. Le donne prendono coscienza dei loro diritti, si organizzano, lottano, diventano un movimento e trovano consenso nella cultura. Sostengono la lotta delle donne, il teatro, la musica, il cinema, la scuola, la fotografia. Finalmente le donne in lotta, contro la violenza, non sono più sole. L’informazione, i video nei social e la fotografia tagliano le unghie ai governi che non sono in grado di nascondere al mondo la violenza sulle donne, la repressione e la negazione dei loro diritti. Nelle carceri iraniane ci sono più di 15mila giovani, donne e uomini, reclusi e tenuti in condizioni disumane perché lottano per la libertà e le donne per la loro liberazione.

250 parlamentari iraniani vogliono introdurre la pena di morte per reprimere la lotta giovanile. Le scuole e le università del Paese rimangono occupate, le giovani donne non si arrendono, il movimento cresce e cresce anche il consenso politico  e culturale a sostegno della loro lotta, iniziata con la morte della giovane Mahsa Amini. Il rifiuto del velo bruciato è diventato il simbolo, la bandiera della liberazione delle giovani donne dall’Islam, fermo ancora ad una società medievale nella quale la donna era serva sottomessa priva di diritti. Il corpo della donna non è né di proprietà dell’uomo, né dello Stato, né della religione. È, invece, della donna ed è il fondamento della sua libertà. Il principio della libertà del corpo supera e annulla il modello sociale della superiorità dell’uomo sulla donna e porta tutti ad essere liberi di vivere e di sentire i sentimenti della vita. Non ci sono due umanità, quella maschile e quella femminile, l’umanità è una sola e al centro ha la persona. Il rispetto delle emozioni, la libertà di sentire, di scegliere come amare è il sentiero del futuro del nuovo paesaggio umano senza barriere, libero dei pregiudizi in cui cancellare la parola “razza” che ha dato origine al modello delle disuguaglianze.

Questo è cantiere della cultura dove tutta l’arte è impegnata per promuovere la comunità libera attraverso un patto educativo, aperto a tutte le culture. Le scuole sono chiamate a sentire questo grande impegno coinvolgendo i giovani. Sarebbe un grande gesto di fiducia e di coraggio, dedicare la giornata internazionale della violenza sulle donne, alle giovani donne iraniane, in lotta per la liberazione perché dalla loro lotta può cambiare la società in cui i diritti e le libertà sono chiari, senza ombre, riconosciuti per tutti, senza distinzione del colore della pelle, di lingua, di costume, di religione. La violenza è un macigno sociale, tocca all’educazione il compito di cambiare il modello sociale, riconoscendo a tutti la felicità di vivere e di amare.

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16 lug · 18 lug

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17 lug

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