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October 2024

Non sono previsti spettacoli per il mese selezionato.

immagine di copertina 10 ottobre >giornata internazionale della salute mentale

10 ottobre >giornata internazionale della salute mentale

Visioni
di Gigi Mangia

il 10 di Ottobre, ricorre la giornata internazionale della salute mentale per me è una ricorrenza di riflessione. Il diritto alla salute, riconosciuto dalla Costituzione, ormai è quello meno rispettato se 4,5milioni di cittadini rinunciano alle cure. La salute mentale interessa 2 milioni, e fra loro molti sono adolescenti e per di più la legge Basaglia che riguarda la cura mentale è rimasta sulla carta. La salute della mente non riguarda il corpo, ma semplicemente proprio la mente.

È una malattia difficile da vivere, socialmente complicata, perché mette in crisi i rapporti sociali e molto spesso i rapporti nelle famiglie, lasciate sole perché sul territorio mancano i servizi alla cura della persona. La sofferenza mentale nel nostro Paese è in aumento, riguarda i giovanissimi tra i 14 e i 25 anni e le cause sono da ricercare soprattutto nello stile di vita e nella dipendenza dai social.

Oggi infatti gli esperti e i sociologi si stanno occupando di studiare una nuova malattia: la “monofobia” ancora non riconosciuta dal Sistema Sanitario Nazionale. Siamo connessi, siamo in rete ma siamo soli. Siamo lontani e siamo fuori dal tempo. Corriamo nei parchi, passeggiamo nelle vie delle città, ci sediamo nelle panchine e abbiamo nelle orecchie le cuffie e gli occhi nello smartphone. Siamo assenti anche nel paesaggio, non sentiamo le voci, non salutiamo gli amici, siamo soli nella solitudine inutile senza emozioni. É la fragilità dei giovani, vivere all’aperto con la paura di essere giudicati, di non superare l’ansia di vivere e avere rapporti reali.
C’è una sola medicina che può curare la salute della mente ed è quella della cultura della socializzazione e della partecipazione. Costa poco, solo che serve tanta buona politica.

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Fabrizio Gifuni

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immagine di copertina Io non vedo il deserto, io vedo la primavera

Io non vedo il deserto, io vedo la primavera

Visioni
di Gigi Mangia

Il nostro tempo, è il tempo del cambiamento, della rivoluzione digitale. Per noi è l’impegno di attraversare la crisi, di avere la forza per camminare, di sentire nei piedi il calore della terra, di ascoltare le voci, di vivere tutti i colori con il corpo, nelle emozioni e poi aprire gli occhi e vedere con gioia la luce che nasce ogni giorno e ci faconoscere la vita: ci stupisce!
È l’uomo che non muore, che vince il buio, supera la solitudine e vede nei fiori la sua identità che fiorisce nel profumo ed è sempre allegro. Il cammino è faticoso perchè è pensiero, è orientamento, è ricerca di parole valide per narrare la visione dell’uomo nuovo nel futuro: nella primavera della vita.

L’uomo è unico come è unica la sua psiche. La sua identità sviluppa l’Io della mente e l’Io della socialità.

L’uomo è comunità: vive con gli altri e socializza la conoscenza delle scelte. L’uomo non è mai solo, è sempre in comunità. Il teatro è comunità: è incontro e sviluppa sempre narrazioni, divisioni dell’anima che cerca nei poeti e nei miti la felicità di credere che la cultura insegna sempre a vivere e fa crescere le capacità di amare l’altro.
Il teatro è il cuore nobile della città perchè la fa sognare, l’aiuta a crescere, la porta ad avere visioni attraverso la cultura la quale disegna il futuro felice della città in cui nessuno è solo e nessuno deve avere paura.
Contro la morte che viene dal cielo, il manifesto di strade maestre 2024-25, curato da Big Sur nella grafica e dalla foto di Paolo Ventura propone l’uomo-uccello in volo. È una figura surreale, libera di volare sulla terra, senza meta, nel cielo, dove sognare, con la forza della creatività, il futuro libero come da sempre fa il teatro nella sua lunga storia.

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immagine di copertina L’intelligenza artificiale cambierà anche la scuola, ma come?

L’intelligenza artificiale cambierà anche la scuola, ma come?

Visioni
di Gigi Mangia

In un college “David Game College” del Regno Unito, l’insegnamento sarà assegnato completamente all’intelligenza artificiale, senza gli insegnanti. Si tratta di una scuola privata di Londra e la retta di frequenza é 27mila sterline pari a 32 mila euro.

Il “David game college” é il primo a progettare un anno scolastico senza docenti per 20 studenti. Tuttavia peró i docenti sono sostituiti da un sistema di piattaforme di intelligenza artificiale installate sui loro computer e visori per la realtà virtuale. Un insegnamento così progettato per me pone una grande domanda : l’intelligenza artificiale potrà davvero sostituire l’insegnante “umano”?

Gli esperti di intelligenza artificiale sono propositivi e convinti sostenitori del cambiamento che trova anche largo consenso fra le famiglie. Secondo loro, le piattaforme impareranno a capire in quali discipline gli studenti sono eccellenti e in quali hanno bisogno di aiuto. Le piattaforme perció adotteranno le lezioni nel corso dell’anno secondo le difficoltà. Il vantaggio per lo studente é quello che il programma delle lezioni sarà fatto su misura, relativo alle difficoltà personali nel tempo di studio. Bisogna precisare che nell’aula del College, dove l’intelligenza artificiale insegna, é presente l’esperto umano.

La classe infatti sarà supportata da 3 esperti dell’apprendimento, i quali hanno il compito di controllare il comportamento degli studenti e sono formati per fornire supporto tutte le volte che le necessità della lezione lo richiede.
Il progetto del college dell’insegnamento assegnato all’intelligenza artificiale non mi convince perché trascura l’area socio affettiva fondamentale per una crescita completa umana ed intellettiva. Ciò che viene a mancare é la verifica dell’autostima, il bisogno di relazionarsi con l’altro, di riconoscersi è di esercitare il rispetto, infine la libertà di scegliere e di decidere.

Personalmente non sono contro l’intelligenza artificiale credo al progresso ma continuo ancora a credere che: il compito della scuola non é quello di riempire le teste, bensì quello di formarle.

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immagine di copertina La guerra cancella la libertà

La guerra cancella la libertà

Visioni
di Gigi Mangia

La guerra cancella la libertà.  

La parola più in crisi del nostro tempo di guerra, che ha perso il suo valore, che è stata svuotata del suo significato, che è stata privata della sua straordinaria forza di ispirare le lotte degli oppressi, è libertà. La guerra porta morte; con la guerra perdono la vita i civili, la subiscono i bambini, i quali sono mutilati; gli ospedali vengono distrutti e non possono essere curati. I bambini della Palestina non hanno acqua da bere e quella che riescono a bere è inquinata. Non hanno la scuola, né casa né pane, e il virus della poliomielite si diffonde con rapidità: sono 640.000 i bambini da vaccinare per evitare loro invalidità permanenti. I medici, a causa della guerra, sono costretti a curare i bambini in condizioni estreme e difficili.  

Da più parti si dice che la guerra di Israele è combattuta per la libertà e quindi può uccidere gli innocenti, come i bambini. I grandi della Terra parlano e non vedono, sono indifferenti al dolore, non partecipano al tempo della morte degli innocenti, che non hanno alcuna responsabilità nella guerra. I grandi della Terra hanno perso la forza politica di risolvere i conflitti, la storia, la parola libertà. Dei bambini mutilati rimarranno solo le foto, ma nessuno si occuperà della loro vita, difficile e faticosa, di essere stati mutilati dalla guerra, di essere stati condannati a non avere futuro.  

La forza prevale sulla ragione e le diplomazie sono disarmate: mi chiedo se le Nazioni Unite abbiano ancora un ruolo.

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immagine di copertina Il G7 della disabilità ad Assisi sarà un incontro storico

Il G7 della disabilità ad Assisi sarà un incontro storico

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di Gigi Mangia

La disabilità è un grande problema sociale la cui soluzione spetta alla politica. I grandi della terra ad Ottobre ad Assisi si incontrano per condividere l’impegno di promuovere politiche sociali per costruire una società inclusiva.

Nella dichiarazione del G7 si legge che: tutti gli individui hanno gli stessi diritti alla piena ed effettiva partecipazione alla vita sociale, culturale, educativa, economica e civile. I grandi della terra dichiarano di volersi impegnare per promuovere i talenti, le capacità di tutte le persone per rendere le comunità più forti, coese e inclusive. I grandi del G7 dichiarano di volere integrare ulteriormente i diritti delle persone con disabilità in tutte le agende politiche e, a tal fine, di accogliere con favore la prima riunione dei ministri dell’inclusione e della disabilità del G7.

Sono queste dichiarazioni che fanno ben sperare perchè oltre a mettere in evidenza la promozione e l’inclusione sociale delle persone disabili, abbattono tutte le barriere che rendono difficile e faticosa la vita ai disabili.
Spiace peró che spesso la disabilità diventa una manifestazione di vetrina, di comunicazione di buone parole senza peró avere la convinzione e la determinazione di costruire una società veramente inclusiva.

Il documento “linee guida politiche per la prossima commissione europea per il periodo 2024-2029 della presidente Ursula Von Der Leyne” non menziona chiaramente ne le persone con disabilità, ne la questione cruciale dell’accessibilità, suscitando l’impressione che i diritti di oltre 100 milioni di cittadini europei con disabilità non siano stati efficacemente inquadrati nel suo programma. Siamo consapevoli del momento difficile che l’Europa sta attraversando, siamo consapevoli anche delle difficoltà e in particolare dell’avanzamento delle destre che portano indietro le grandi conquiste sociali che proprio la cultura europea ha promosso e ha assecondato.

Ci chiediamo se l’Europa sarà davvero inclusiva?

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immagine di copertina È bello tornare per ricominciare

È bello tornare per ricominciare

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di Gigi Mangia

È bello tornare, incontrare i compagni e ricominciare un nuovo anno di scuola. È triste peró trovare la scuola ferma così come è stata lasciata.

La scuola ha cambiato solo il nome cioè “scuola del merito”, tradendo la sua vera funzione cioè quella di promuovere la crescita, l’amore per il sapere. La scuola del 1977 è stata quella dell’inclusione, la scuola che finalmente ha cancellato le classi speciali.

Oggi la scuola rimane ferma e si rifiuta di essere scuola dell’inclusione e dell’accoglienza. Rimane una grande vergogna, una grande ingiustizia quella di non concedere la cittadinanza ai figli degli immigrati nati in Italia o venuti da bambini, i quali conoscono la nostra lingua, le nostre città, i nostri costumi e cantano le nostre canzoni.

La novità più discussa che ha riempito le pagine dei giornali è quella di vietare lo smartphone agli studenti della scuola primaria e secondaria di primo grado. Una scuola che invece di progettare una pedagogia, di educare all’uso dello smartphone si limita al semplice divieto evitando di affrontare i grandi problemi dei nati digitali.

Gli studenti peró sono vivi e attenti, sono pronti più di ieri per chiedere una scuola diversa. Hanno fatto già sentire la loro voce manifestando davanti al ministero della pubblica istruzione. Hanno gridato ad alta voce di essere coinvolti, di avere voce, di essere protagonisti degli studi.

Gli studenti infatti hanno già programmato una manifestazione nazionale a Novembre dove presentare una scuola diversa, attenta, capace di dare risposte alle domande dei giovani mai ascoltate. È a questi studenti che mi sento di augurare un felice anno di studio. La scuola è la casa dove sognare, vedere oltre per fare il cammino della conoscenza.

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immagine di copertina Sconvolti, senza parole

Sconvolti, senza parole

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di Gigi Mangia

Spesso siamo coinvolti da fatti di cronaca violenti ed inspiegabili: ci sentiamo sconvolti, siamo senza parole, sprofondiamo in un silenzio di profondo smarrimento.

L’episodio di Monteprandone dell’adolescente di 17 anni, che il giorno prima aveva festeggiato il compleanno del padre, ha ucciso il fratello di 12 anni e poi la madre. Questo fatto provoca sgomento e la ragione è disarmata, senza parole, la comprensione è vuota, come è vuoto il nostro silenzio.

La salute della nostra società è malata, i più esposti sono i giovani compresi i preadolescenti. Il disagio, la sofferenza, la malattia mentale sono in un preoccupante aumento: invece di investire per la cura della mente, si taglia, mentre la maggior parte della popolazione è esclusa dalla cura perchè la cura mentale costa molto e perció solo i più ricchi possono accedere.

Per la cura della salute mentale non basta nè la biologia, nè la chimica. La cura della mente non deve essere quella della patologia del corpo affidato alla psichiatria e alla psicanalisi ma la cura riguarda l’intera società. Per questa ragione è necessario un progetto di cultura della salute che riguarda l’uomo, il suo benessere, la sua felicità.

La cultura deve prendere in considerazione i tempi di vita: il lavoro, il tempo libero, la partecipazione agli eventi culturali, alla socialità, alla cura della crescita, al futuro della terra. Ai grandi mali, ai grandi problemi, alle grandi sfide come alle grandi domande, noi non sappiamo rispondere, abbiamo paura, restiamo in silenzio, la nostra impotenza risulta essere la malattia più grave da curare perchè non ci sono i farmaci necessari per superare la nostra incapacità di progettare un nuovo modello di vita in cui l’alleanza fra l’uomo e la natura diventa la regola fondamentale su cui costruire un futuro sano senza male.

Quando l’uomo cade nel silenzio ed è senza parole non puó ascoltare, non puó aiutare chi vive nel dolore della malattia subendo la disperazione  di non avere la vita.

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immagine di copertina È spaventosa l’arma da fuoco nelle mani dei criminali della mafia

È spaventosa l’arma da fuoco nelle mani dei criminali della mafia

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di Gigi Mangia

È spaventosa l’arma da fuoco nelle mani dei criminali della mafia.
È un incendio spaventoso, sicuramente doloso, quello che sta devastando “Campo felice” di Vieste. Con le barche sono stati messi in salvo 1200 turisti. 70 anni fa un incendio, sempre doloso, nel Gargano devastó e distrusse Peschici, una delle marine più belle del Gargano.

La coincidenza degli incendi per distruggere il paesaggio è sempre inquietante, perchè i criminali del territorio usano il fuoco per realizzare i loro sporchi interessi, la coincidenza vuole dimostrare la loro forza e il loro potere. Manca la prevenzione, il controllo e la difesa del territorio, la tutela del paesaggio.

Per evitare la libertà della mafia del fuoco, per impedire gli affari, servono leggi severe, forze dell’ordine preparate e ben addestrate, serve sopratutto sostenere i sindaci impegnati nella battaglia del fuoco per difendere le marine amministrate. Il disegno della politica deve essere quello che afferma che: neanche un centimetro di terra bruciata puó essere usata per costruire villaggi residenziali e in particolare per impedire ogni forma di speculazione. Infine per salvare la bellezza della puglia dobbiamo ragionare come il mare, fare il cammino delle sue onde.

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immagine di copertina Ci ha lasciati Nicola Savarese

Ci ha lasciati Nicola Savarese

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di Gigi Mangia

Giovedì 20 Giugno, ormai ottantenne, ci ha lasciati il professore Nicola Savarese.

La morte spezza il tempo, crea un trauma, un forte dolore, ma quando a morire è un grande intellettuale, un grande professore, un esperto di teatro, che ha insegnato ad essere teatro e come farlo, il dolore è ancora più grande.

Nicola Savarese, per lunghi anni docente nell’Università del Salento, è stato un intellettuale che ha cambiato e arricchito con le sue ricerche, le sue lezioni, il suo insegnamento la cultura del Salento, riuscendo a costruire la facoltà dei beni culturali portando Lecce, provincia dimenticata, a realtà nazionale ed internazionale nei beni culturali.

Nei suoi lunghi anni di docente infatti, ha scritto importanti libri sul teatro dando una visione del teatro senza confini ma aperto alla conoscenza del fare teatro di diversi paesi dell’Europa, del Mondo. Diverse generazioni di studenti si sono formati al suo insegnamento affermandosi con successo nel teatro. Nicola Savarese, per teatro Koreja è stato una presenza importante e una guida indispensabile seguendo la vita del teatro Koreja con la sua presenza nel comitato scientifico. Ricordare la scomparsa di questo grande intellettuale per noi è voler esprimere l’impegno di riconoscergli il lavoro, l’impegno e l’insegnamento che ci ha lasciato.

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immagine di copertina L’Utopia del reale

L’Utopia del reale

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di Gigi Mangia

Borgo Egnazia è un luogo, un angolo di terra dove una vecchia masseria è cambiata: è diventata un resort di lusso, una cartolina della Puglia nel mondo, un luogo di lusso e dei potenti. Borgo Egnazia peró è una terra antica che vive ancora delle grandi tradizioni della puglia, della terra, dell’attraversamento dei popoli, dei migranti. È una terra dove le radici e i simboli vivono ancora. Borgo Egnazia infatti è un presidio di archeologia dove i reperti antichi parlano ancora del presente. È la terra degli ulivi, dei giganti della storia che hanno attraversato i secoli del pensiero del mediterraneo e hanno accompagnato l’ingresso a Gerusalemme del nuovo iniziatore dell’europa cristiana: Gesù Cristo!

Borgo Egnazia è anche la terra attraversata dalla vecchia via Appia, dalla quale passarono gli apostoli Pietro e Paolo per arrivare a Roma e mettere la pietra della Città Eterna. È la strada che ebbe il coraggio di trovare nelle culture, l’unione di Roma e Gerusalemme per disegnare quel grande disegno dell’umanità dell’uomo libero.

Oggi al vertice del G7 parteciperà il pontefice Papa Francesco, il quale porterà all’attenzione dei grandi il suo disegno di mondo in cui l’uomo diventa protagonista di una vita felice e libera. Si discuterà dell’intelligenza artificiale che oggi preoccupa il mondo perchè il mondo sfugge al disegno dell’uomo. L’intelligenza è una facoltà dell’uomo che vive dei miti e dei valori che sono il sale della creatività.

Mi sento di chiedere a Papa Francesco il coraggio di cancellare e quindi di liberare l’intelligenza dall’aggettivo artificiale perchè l’intelligenza è solo una facoltà dell’uomo che attraverso la parola disegna e definisce le relazioni della vita.

L’utopia del reale è la propensione alla libertà. Per essere peró liberi bisogna assolutamente liberare l’altro; bisogna abbattere le barriere, i pregiudizi, il vizio dell’egoismo. L’uomo, solo l’uomo, ha la facoltà di vivere, di abitare, di difendere la terra che non è sua ma è un suo dono.

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