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Elegia delle cose perdute
Elegìa delle cose perdute, riscrittura in danza dal romanzo I Poveri dello scrittore e storico portoghese Raul Brandao, esplora la separazione dell’essere umano dalle proprie radici e dalla propria identità e il sentimento di esilio non solo geografico ma anche morale che ne scaturisce. Personaggi come anime misere, accomunati dai medesimi sentimenti di straniamento raccontati attraverso una danza che è vertigine e abbandono, che ha la forma della nostalgia e della ricerca e dei paesaggi che vengono attraversati, ma anche della speranza e del riscatto di chi non ha più niente da perdere.
soggetto, regia e coreografia Stefano Mazzotta una riscrittura da Os Pobres di Raul Brandao creato con e interpretato da Alessio Rundeddu, Amina Amici, Damien Camunez, Gabriel Beddoes, Manuel Martin, Miriam Cinieri, Riccardo Micheletti collaborazione alla drammaturgia Anthony Mathieu, Fabio Chiriatti luci Tommaso Contu assistente di scena Riccardo Micheletti costumi e scene Stefano Mazzotta segreteria di produzione Maria Elisa Carzedda