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immagine di copertina Lo specchio é il paesaggio dove io mi conosco

Lo specchio é il paesaggio dove io mi conosco

Visioni
di Gigi Mangia

Camminare, attraversare gli anni del tempo, passare i luoghi, ricordare i volti, sentire la lingua, è il modo più profondo per conoscere il paesaggio. Il paesaggio é intimità delle radici dell’identità delle persone, le quali sono corpi in relazione con il paesaggio e i cinque sensi sono i piani della conoscenza: estesa, piena e completa. Il paesaggio é la vita infinita dei colori, dei sapori, dei profumi e della voce del vento che il corpo vive conosce e sente. Il corpo infatti é il libro più grande che la natura ha fatto per avere la conoscenza della bellezza del paesaggio e nella memoria la sua preziosa conservazione. Il paesaggio è l’uomo sono la cultura in cammino, il porto é quello del futuro, dove il tempo non finisce perché il paesaggio é il cambiamento, l’orizzonte, l’infinito della bellezza nella creatività. Nella forza dei poeti
Le donne che colgono le olive
Fra gli olivastri, con la bocca viola;
Tutto é univoco e perso a furia di esistere.
Dove hai nascosto, cielo, l’altra ipotesi?
Quale parte é la nostra?
Non saremo null’altro
Che rozzi testimoni di questo esistere?”

(Vittorio Bodini)
Gli anni del paesaggio li scopri toccando con le mani le pietre, le trasformazioni delle città con gli scavi. Lecce alla luce degli scavi vuole cambiare la sua identità: infatti vuole essere città romana e poi città barocca. L’archeologia é ricerca meravigliosa; studia il paesaggio, aiuta a conoscere il presente e ci dà gli anni del tempo del paesaggio come la trasformazione e il cambiamento che sta venendo in piazza sant’Oronzo, l’anfiteatro e la scoperta del fossato del castello Carlo V.
Solo la fotografia sincera aiuta a raccontare il paesaggio, perché é linguaggio vero.
L’intelligenza artificiale invece, a causa della sua forza artificiale, non puó favorire la conoscenza del paesaggio perché il suo linguaggio é lontano dalla verità.
Io non sono contrario all’intelligenza artificiale ma sono profondamente convinto che é stata la parola e quindi il linguaggio, il primo mezzo di comunicazione fra le persone che ha attraversato tutti i cambiamenti. Stiamo assistendo non solo allo stralcio dei grandi trattati ma anche allo svuotamento del significato delle parole che portano l’uomo ad essere disorientato, a perdere il cammino del conoscere.

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