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immagine di copertina Nostalgia del futuro. Un mare, due sponde, la forza dell’utopia di come essere teatro nel futuro del cambiamento.

Nostalgia del futuro. Un mare, due sponde, la forza dell’utopia di come essere teatro nel futuro del cambiamento.

Visioni
di Gigi Mangia

Nostalgia del futuro è un ossimoro, che stimola il pensiero ed interroga l’arte per declinare la nostalgia del futuro: il tempo, i luoghi, la storia. Il poeta Ugo Foscolo nei suoi versi definì sacre le nostre sponde, azzurre e feconde le acque del mare e diede risalto al sentimento della nostalgia della terra come ricordo, come desiderio del ritorno di un lungo viaggio nella figura di Ulisse il quale dopo anni vecchio, tornó nella sua Itaca.

La nostalgia dei luoghi la troviamo anche nella poesia di Giacomo Leopardi: nel passero solitario e nel canto di un pastore errante, dove forte e profonda è la visione dell’Oriente e la scoperta della Luna. Sacro è l’Ulivo, che la dea Atene donó a Zeus e nel poeta degli ulivi Girolamo Comi, l’ulivo diventa visione di fede trascendente:
“dalle radici è luce la figura
Del nascere e del crescere, ed è ombra
Solare ogni sua pausa che cattura
La densità del fiore e della tomba.”
(Cantico del Tempo e del Seme).

Sacri erano i viaggi dei pescatori nel mare fra le coste. Troviamo le testimonianze nelle grotte, con le quali i pescatori chiedevano grazia agli dei per portare a termine le fatiche della pesca.
Il museo Castromediano è ricco di archeologia, la quale conserva i miti dei popoli che vissero nel mare e dei grandi che lo attraversavano.

L’Archeologia studia e ci aiuta a conoscere il passatoe apre finestre sul presente, dove troviamo la nostalgia del futuro: la visione dell’Utopia della nostra terra fatta di molti fili, che attraversano le lingue, i miti e le religioni. Non è un lavoro facile quello di progettare architetture culturali per promuovere ponti e strade maestre per raggiiungere la convivialità delle differenze. Il teatro puó essere il cantiere aperto per costruire le proposte al cambiamento e alle sfide delle nuove generazioni per rispondere e cercare il perchè cambia il mondo.
Sono passati 25 anni del nuovo secolo e il mondo non è più quello di prima, è cambiato profondamente, la politica lo deve capire ma questo è il grande problema che dobbiamo affrontare.

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