Un campo di morte per lo sterminio degli ebrei
Visioni
di Gigi Mangia
Uno spietato sterminatore di ebrei fu Rudolf Hoss, per suo padre doveva diventare sacerdote, ma diventó invece il più grande criminale nazista, responsabile della più terribile impresa di morte mai concepita dalla mente umana. Quando, il 1 marzo 1941, Himmler del campo si congratuló con lui e lo incaricó di ingrandire il campo in vista di accogliere grandi arrivi di prigionieri ebrei: centomila internati, un grande disegno di sterminio di ebrei sconosciuto nella storia.
Bisognava trovare il metodo più efficace per realizzare lo sterminio. In un primo momento si pensó al monossido di carbonio prodotto da motori diesel, venne peró scartato perchè ritenuto artigianale. Karl Frtzsch trovó la soluzione: “lo Zyklon, un preparato di acido prossico usato al campo per la disinfettazione dei parassiti edin particolare perchè si trovava facilmente in grandi quantità in commercio. La prima prova fu fatta su 900 prigionieri russi. I prigionieri vennero fatti entrare in una sala e venne detto loro che sarebbero stati spidocchiati.
Dalle aperture del soffitto lo Zyklon B venne gettato in palline all’interno della sala. Si sentì un urlo disperato, i prigionieri russi cercarono di forzare le porte che peró non riuscirono ad aprire. Le porte, passata mezz’ora, vennero aperte e comparvero enormi quantità di cadaveri gassati. I cadaveri non mostravano ne spasmi e ne contrazioni perchè lo Zyklon B agisce sui polmoni e causa effetti paralizzanti. Cominciava così lo sterminio degli ebrei. Dal 1942 al 1944 arrivarono ogni giorno treni carichi di ebrei provenienti dai paesi europei occupati dai tedeschi o loro alleati. Le 250 baracche potevano contenere 300 prigionieri ciascuna e le 4 camere a gas di Birkenau erano in grado di uccidere 2000 internati alla volta.
Non era solo un piano di morte degli ebrei, ma era la loro cancellazione dalla storia. Era questa la follia, l’abisso del male della ragione che l’uomo non puó dimenticare. A questo serve la Giornata della Memoria, che la cultura, il teatro, la scuola devono far studiare, devono promuovere e informare, perchè la lotta per sconfiggere l’odio non è ancora finita e deve continuare.