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Giugno 2023


31 lug

Tourneè

immagine di copertina Essere plurali

Essere plurali

Essere plurali

Saggio conclusivo del laboratorio teatrale 22/23 del progetto LE CASE SPECIALI DEI RAGAZZI E DELLE RAGAZZE

diretto da Alessandra De Luca

in collaborazione i pedagoghi teatrali del Teatro Koreja

in scena: HAMZA AMZIL, TOBIA BIANCO, LAYLA BUFFO, GIORGIA CANTORO, TERESA MARIA CONTE, MELANIA DE LUCA, EMANUELA E FATIMA DE MAGGIO, LISA FABRIZIO,

ALESSANDRA MELE, ALICE SANTORO, MIRIAM TROVISI

hanno partecipato al progetto:

MARIA ADAMO,SENEBAROSI – SESI DIARRA, BENEDETTA PINGIOTTI

…credevo ancora che fosse uno solo questo estraneo:

uno solo per tutti, come uno solo credevo d’essere io per me.

Ma presto l’atroce mio dramma si complicò:

con la scoperta dei centomila Moscarda ch’io ero…”

Uno, nessuno e centomila, Luigi pirandello

Per questo percorso laboratoriale siamo partiti dalla parola pluralità, spaziando in maniera libera e quasi anarchica tra temi anche molto diversi tra loro. Una pluralità di scenari, sguardi, punti di vista, identificazioni che sempre più il contemporaneo ci impone e sulla quale sempre più si interroga. Infiniti sono i mondi che il teatro costruisce e propone al nostro spirito, così come molteplici siamo noi come esseri umani. Il teatro è infine anche il luogo, non solo fisico, ma anche immateriale, in cui ci si educa ad uno scambio reciproco tra questi mondi; uno scambio che proposto alle ragazze e ai ragazzi può essere ancor più generativo di ricchezza, prospettive, idee, strumenti per affrontare meglio il presente e prepararci al futuro.

Questa piccola restituzione finale del progetto non aspira alla compiutezza di una drammaturgia teatrale convenzionale, obiettivo che avrebbe tolto spazio al processo di ricerca individuale e collettiva a favore di una apparente professionalità della confezione. Ci è sembrato più interessante invece pensarla e strutturarla come la raccolta di appunti di viaggio, l’esposizione cruda e la giustapposizione di momenti di un processo incompiuto ma vivo, come deve esserlo ogni processo autenticamente creativo. Non uno spettacolo dunque, quanto un percorso che attraversa più ambiti connessi sia al teatro, per la dimensione ludica e comunitaria con cui sono stati affrontati, che al mondo delle ragazze e dei ragazzi perché si fanno scena aperta su cosa siamo e cosa vorremmo essere come esseri umani.

L’operare artistico, in qualunque forma si realizzi, ha come precondizione necessaria quella dello straniamento dello sguardo, cioè osservare il proprio oggetto con occhi diversi per poterlo meglio comprendere. Noi speriamo che l’interesse di questa restituzione possa risiedere in un doppio straniamento, ovvero nell’opportunità di gettare uno sguardo sul mondo attraverso gli occhi di quegli alieni che troppo spesso sono per noi gli adolescenti.

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