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Marzo 2023

Non sono previsti spettacoli per il mese selezionato.

immagine di copertina FUTURA-LA PUGLIA PER LA PARITÀ

FUTURA-LA PUGLIA PER LA PARITÀ

Le donne in un mondo del lavoro in evoluzione: verso un pianeta 50-50 nel 2030

Il Futura è donna

IDEA PROGETTUALE

La Nuova Agenda Europea della Cultura 2030 indica come pilastri delle prossime decadi i crossover culturali, ovvero le relazioni sistemiche e sistematiche con altri ambiti di policy anche quelli, un tempo, debolmente interconnessi come cultura e welfare: parlare di crossover culturali vuol dire chiedersi come la cultura, con tutto il suo patrimonio di diversità e complessità, possa dare luogo ad ibridazioni innovative fra i settori più vari, connettendoli al benessere della comunità.

Il progetto, dunque, vuole inserirsi nell’ambito degli strumenti utilizzati in materia di prevenzione e contrasto della violenza di genere (Goal 5 Agenda 2030), nella direzione di un necessario cambiamento culturale, soprattutto al Sud e all’empowerment femminile.

Il progetto IL FUTURA È DONNA rappresenta un momento di riflessione e approfondimento attraverso tre momenti culturali diversi, fortemente interconnessi.

ATTIVITÀ

Workshop: La violenza contro le donne e i minori è frequente e produce conseguenze sulle vittime e sulla comunità, ma rimane spesso invisibile. Spesso le risposte sociali sono frammentate o insufficienti. Attraverso i linguaggi dell’arte, il workshop, della durata di 5 giorni, vuole affrontare gli stereotipi di genere ed essere un importante momento socio-culturale e formativo nell’ambito degli interventi di sensibilizzazione sull’argomento.

Tavola Rotonda: un momento, più istituzionale, dedicato all’analisi della situazione territoriale e delle problematiche locali in materia; ai temi della Convenzione di Istanbul e al Codice Rosso, la legge 19 luglio 2019, n. 69, la legge della Repubblica Italiana a tutela delle donne e dei soggetti deboli che subiscono violenze, per atti persecutori e maltrattamenti.

Spettacolo: di teatro/concerto dal titolo ROSA ROSE. I corpi, le voci, dedicato alla cantautrice siciliana Rosa Balistreri, una figura del sud legata al passato, ma estremamente contemporanea: un racconto in musica e parole che riavvolge con cura il nastro delicato della sua vita intensa e drammatica. La storia di Rosa è una storia attraversata dalla fatica e dal dolore, una storia di violenze subite e di ingiustizie, ma è anche una storia vissuta nella lotta e nella conquista di una libertà, una storia di coraggio, di riscatto. Rosa è anticonformista, audace e caparbia. È cresciuta in una Sicilia chiusa e tradizionalista, arcaica e ostile, dove i desideri delle donne nulla contano, mentre quelli degli uomini diventano destino. Rosa è un’artista dalla voce potente, che si porta addosso tutto il peso di essere donna.


Incontro post spettacolo
: assistere alla rappresentazione teatrale è un’esperienza sensoriale complessa dettata dal confronto con una materia viva che genera un impatto intimo, coinvolgendo lo spettatore ed intervenendo su coscienza, memoria e capacità di giudizio.

Incontri come questo svolgono, dunque, una funzione particolarmente importante di accompagnamento alla visione, che permette di stabilire un rapporto attivo tra creatore/esecutore e spettatore/fruitore dello spettacolo. Partendo dalla storia di Rosa Balistreri, dunque, si dialogherà attorno al potere dell’arte e della musica come forme di cambiamento culturale.

TEMATICA                                  

L’arte costituisce un’importante arena simbolica in cui affrontare e rielaborate questioni di identità, di genere e di potere: i linguaggi del teatro, della musica e del canto si configurano, dunque, come strumenti indispensabili e innovativi per dialogare sul tema della parità di genere e della violenza sulle donne. Oggi più che mai, è evidente il peso della cultura e della creatività per la società tutta. La partecipazione attiva alla vita e allo sviluppo culturale individuale e collettivo e la promozione di varie espressioni artistiche sono componenti centrali dello sviluppo umano e possono senz’altro avere effetti positivi in molte aree, anche come strumento per contribuire al raggiungimento degli obiettivi globali per lo sviluppo sostenibile enucleati dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite (Goal 5), anche in sinergia con l’agenda della Regione Puglia.

Secondo l’Articolo 1 della Dichiarazione sull’Eliminazione della Violenza contro le Donne, emanata dall’Assemblea Generale nel 1993, la violenza contro le donne è “Qualsiasi atto di violenza di genere che si traduca o possa provocare danni o sofferenze fisiche, sessuali o psicologiche alle donne, comprese le minacce di tali atti, la coercizione o privazione arbitraria della libertà, sia che avvengano nella vita pubblica che in quella privata”.

E nella stessa dichiarazione si riconosce la matrice storica, sociale e culturale della violenza di genere: “Il femminicidio è la manifestazione di una disparità storica nei rapporti di forza tra uomo e donna che ha portato al dominio dell’uomo sulle donne e alla discriminazione contro di loro, e ha impedito un vero progresso nella condizione della donna”.

Dal 1993 a oggi, con l’evolversi della consapevolezza sociale, i sistemi legislativi dei vari paesi e le organizzazioni internazionali hanno via via modificato norme, pene, definizioni di reato e fissato diritti e nuove misure di protezione per le vittime di violenza. Anche se molto resta ancora da fare visti i numeri attuali della violenza di genere. Il femminicidio è diffuso a livello mondiale, ma ha forme ed incidenza diverse in ogni paese: sono i paesi dell’America centrale e America del Sud quelli in cui è più studiato e si è dato più spazio nella discussione politica. Nel 2021 in Italia sono stati commessi 295 omicidi, con 118 vittime donne di cui 102 uccise in ambito familiare/affettivo; di queste, 70 hanno trovato la morte per mano del partner o dell’ex partner. In Puglia, l’89% delle violenze di genere avviene in famiglia. Il fenomeno non è solo un’emergenza, ma una problematica criminale ampia e strutturale, tanto da generare un ossimoro: all’aumento delle violenze infatti, si registra stranamente una diminuzione delle denunce.

Dilaga l’idea di una donna inferiore, da annientare, da cui deriva quella violenza maschile che ha le sue radici nei processi culturali e relazionali da sempre diffusi, indipendentemente dai ceti sociali di appartenenza o dalle latitudini geografiche. Per questo motivo il teatro può, attraverso i suoi linguaggi, intervenire nel processo culturale educativo e formativo.

IL TERRITORIO                            

Le donne sono più svantaggiate rispetto agli uomini in Calabria, Campania, Basilicata e Puglia, regioni fanalini di coda in Italia – ma anche fra le peggiori in Ue – per la parità di genere: è quanto emerge dalla prima mappa tracciata dall’Osservatorio regionale sull’uguaglianza di genere pubblicata dalla Commissione Ue ad ottobre 2021. Compilata sulla base della combinazione dell’indice di successo e quello di svantaggio femminile, questa fotografia della situazione riporta, per le quattro regioni del Sud Italia, un punteggio si attesta mediamente su quota 37. Il più alto tra le regioni italiane è invece il punteggio dell’Emilia-Romagna (51), seguito da quello di Lombardia e Provincia autonoma di Bolzano (entrambe a quota 50).

Inoltre sono stati 2.349 i nuovi accessi ai Centri antiviolenza pugliesi nel 2020, con un aumento di 290 rispetto al 2019 (+14%) e di 599 rispetto al 2018 (+34%). Le donne vittime di violenza sono di nazionalità italiana per il 90% dei casi. Nel 2020 la tipologia di violenza prevalente è quella psicologica (44,9%), seguita da quella fisica (40,7%) e dallo stalking (6,4%).

Il sud è al centro del progetto. Partendo dall’analisi territoriale pugliese, si utilizzerà la storia di Rosa Balistreri, donna del Sud per il sud, come esempio di un territorio che lotta e resiste: Rosa Balistreri ha vissuto di canzoni, di fame, di botte e sogni mai realizzati. La sua storia è fatta di sofferenza, lacrime, privazioni, lutti e dolore.

Il suo è il racconto dei lavoratori dimenticati, delle donne che stringono i pugni e vanno avanti e come tale, grazie anche al linguaggio dell’arte, è in grado di essere universale.

OBIETTIVI DEL PROGETTO

La violenza contro le donne rappresenta un importante problema di sanità pubblica, oltre che una violazione dei diritti umani. La violenza ha effetti negativi a breve e a lungo termine, sulla salute fisica, mentale, sessuale e riproduttiva della vittima.

La violenza sulle donne è sistemica, un prodotto dello specifico ambiente culturale in cui viviamo.

Negli ultimi anni, in ambito educativo e pedagogico, la creatività ha assunto un ruolo progressivamente sempre più rilevante: se ne è infatti compresa la straordinaria valenza formativa, soprattutto in qualità di veicolo privilegiato per favorire e migliorare lo sviluppo, sia individuale che socio-relazionale.

Il teatro offre un’occasione straordinaria per educare alla vita emotiva, le cui ricadute non sono sempre immediatamente valutabili con strumenti scientifici.

La cultura e lo spettacolo hanno un ruolo centrale nella vita del Paese: sia per il benessere delle persone, in quanto fattore di coesione e inclusione sociale, sia come mezzo per la trasmissione di valori.  In particolare le priorità legate a nuovi modelli di gestione della cultura e allo sviluppo delle potenzialità di innovazione dei settori creativi, con l’obiettivo di fare emergere il ruolo decisivo della cultura per migliorare il benessere e la coesione sociale. E la cultura può produrre questi effetti soprattutto quando aiuta le persone a prendere confidenza con idee, esperienze e realtà poco familiari, in grado di sviluppare una capacità individuale e collettiva di apprendere e costruire valori, capaci di ricadute future.

È compito di tutti, ma anche e soprattutto del mondo dell’arte, indagare situazioni che possano sensibilizzare sul tema della violenza di genere accrescendo la consapevolezza e la sensibilità su queste tematiche.

Grazie al percorso di sensibilizzazione, il progetto contribuirà a rafforzare la crescita culturale e l’attrattività del territorio innescando processi culturali e sviluppando crescita inclusiva: l’ambito culturale, infatti, è fra i più adatti alla promozione del dialogo sulla parità di genere e sui diritti delle donne, al rafforzamento della coesione sociale e dello sviluppo delle collettività.

Risposta ad un bisogno sociale, preminenza di obiettivi sociali su quelli di profitto,  focus sul valore collettivo generato, realizzazione di “cambiamento” e “trasformazione sociale” attraverso la creazione di relazioni sociali e collaborative sviluppatesi su un territorio, rappresentano al meglio un modello di buone pratiche e un processo di innovazione culturale capace di stimolare la partecipazione, fornire spunti di riflessione e generare crescita sociale.

14 MARZO ORE 9.00

Tavola Rotonda

QUESTO NON È AMORE

Racconti e testimonianze

Partecipano:

Prof.ssa Anna Maria Rizzo, Docente di Sociologia della Salute,  Università del Salento

Dott.ssa Annamaria Vitale, Equipe Multidisciplinare Abusi e Violenza, ambito di Galatina

14 MARZO ORE 10.00

Spettacolo

ROSA ROSE. I corpi. Le voci.

Rosa Balistreri, la cantatrice del Sud. Una rosa, una donna e una voce da cui stilla il racconto in musica e parole che riavvolge con cura il nastro delicato della sua vita intensa e drammatica.

Un’artista dalla voce potente, che si porta addosso tutto il peso di essere donna dolente, resistente e miracolata dalla sua stessa voce, una donna del sud.

A seguire

Incontro dopo spettacolo

prossimi Appuntamenti

1 ott

LABPERM /Domenico Castaldo

LE PECORE DELLA LUNA

1, 2, 3, 4, 5 ott

con Domenico Castaldo, Marta Laneri e Zi Long Ying del LABPERM

OPEN PRACTICE OPEN MIND IN LIVING BODY

2 ott

Carla Pollastrelli , Eugenio Imbriani

TRA RITO E PERFORMANCE: catarsi e trance