Attrattori, il punto di vista di Salvatore Tramacere
Interviste
di Eleonora Tricarico
Koreja è sempre stata avanti dal punto di vista dell’innovazione, basti pensare che è un luogo al 100% accessibile. Come si è evoluta la struttura anche grazie ad Attrattori?
I Cantieri Teatrali Koreja, fin dalla loro origine, sono stati pensati e realizzati come un luogo aperto e inclusivo. Questo mantra ha accompagnato il progetto e la successiva elaborazione di una grande struttura completamente priva di barriere architettoniche. Non è solo un principio architettonico o estetico, piuttosto è l’oggettivazione di un pensiero artistico, o meglio culturale, di come Koreja pensa e vuole il teatro. Una ex fabbrica di mattoni nella periferia leccese, anche grazie alla lungimiranza delle politiche regionali, è diventata un luogo di cultura, o meglio, di culture, e un presidio di sicurezza per tutto il quartiere che è cresciuto esponenzialmente nel corso di questi anni. Questo pensiero inclusivo è stato maggiormente avvalorato grazie all’AVVISO PUBBLICO PER IL SOSTEGNO ALLE IMPRESE DELLA FILIERA DELLO SPETTACOLO DAL VIVO TEATRO MUSICA E DANZA, che nel 2018, primi in tutta la Puglia, ci ha permesso di inaugurare la nuova foresteria del teatro: 12 posti letti per 4 appartamenti indipendenti. Le compagnie e gli artisti che ospitiamo hanno la rara possibilità di accedere al teatro in qualsiasi momento e quindi di lavorare in assoluto libertà. Sono anch’esse strutture accessibili, innovative, realizzate secondo i principi di efficientamento energetico. Un unicum nel sud Italia che ci permette di affacciarci ancora più fiduciosi al futuro.
Cultura che sposa la sostenibilità: qual è l’investimento effettuato in tal senso?
Ci si interroga spesso su cosa voglia dire sostenibilità culturale. Che la cultura sia sostenibile è uno degli obiettivi del millennio su cui hanno scommesso le Nazioni Unite. Sostenibilità, poi, è una di quelle parole malleabili che si adattano a più contesti: Koreja, da sempre, ne sposa sia il significato squisitamente economico applicando una politica dei prezzi calmierata e garantendo un’ottima visibilità del palco e quindi dello spettacolo da ogni ordine di fila e numero; che quello più legato alle politiche ambientali e all’accesso garantito alle fasce deboli. Semplicemente, mi piacerebbe pensare, che siamo tutti fasce deboli e che quindi realizzare un teatro dove non si spreca, si ricicla, dove gli spazi per i bambini sono sicuri, dove i nonni possono aspettare i propri nipoti, dove le mamme e i papà possono cambiare agevolmente pannolini, sia un dovere morale di chi fa della cultura il proprio pane quotidiano.
Il privato ha bisogno del pubblico e viceversa: che ruolo giocano in tal senso i finanziamenti?
Koreja da sempre, pur essendo un soggetto privato, svolge una funzione pubblica: è un collettore di persone ed esperienze, fa muovere l’economia e genera guadagno. Questa funzione è riconosciuta e apprezzata dalle istituzioni statali e regionali. La vilipesa “cosa pubblica”, nel caso di Koreja, ha avuto e continua ad avere un ruolo fondamentale, non solo per il supporto economico, ma soprattutto per la lungimiranza e la condivisione delle scelte in campo artistico – culturale. Saper guardare alle realtà del territorio e valorizzarne le eccellenze non è una banalità. Vuol dire, per prima cosa, affidarsi e comprendere la necessità di dialogo tra pubblico e privato, che è l’unica vera forza propulsiva per far crescere la cultura e garantirne luna vita.