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Febbraio 2020


21 dic

Ennio Marchetto

The Living Paper Cartoon

immagine di copertina Attrattori, il punto di vista di Salvatore Tramacere

Attrattori, il punto di vista di Salvatore Tramacere

Interviste
di Eleonora Tricarico

Koreja è sempre stata avanti dal punto di vista dell’innovazione, basti pensare che è un luogo al 100% accessibile. Come si è evoluta la struttura anche grazie ad Attrattori?

I Cantieri Teatrali Koreja, fin dalla loro origine, sono stati pensati e realizzati come un luogo aperto e inclusivo. Questo mantra ha accompagnato il progetto e la successiva elaborazione di una grande struttura completamente priva di barriere architettoniche. Non è solo un principio architettonico o estetico, piuttosto è l’oggettivazione di un pensiero artistico, o meglio culturale, di come Koreja pensa e vuole il teatro. Una ex fabbrica di mattoni nella periferia leccese, anche grazie alla lungimiranza delle politiche regionali, è diventata un luogo di cultura, o meglio, di culture, e un presidio di sicurezza per tutto il quartiere che è cresciuto esponenzialmente nel corso di questi anni. Questo pensiero inclusivo è stato maggiormente avvalorato grazie all’AVVISO PUBBLICO PER IL SOSTEGNO ALLE IMPRESE DELLA FILIERA DELLO SPETTACOLO DAL VIVO TEATRO MUSICA E DANZA, che nel 2018, primi in tutta la Puglia, ci ha permesso di inaugurare la nuova foresteria del teatro: 12 posti letti per 4 appartamenti indipendenti. Le compagnie e gli artisti che ospitiamo hanno la rara possibilità di accedere al teatro in qualsiasi momento e quindi di lavorare in assoluto libertà. Sono anch’esse strutture accessibili, innovative, realizzate secondo i principi di efficientamento energetico.  Un unicum nel sud Italia che ci permette di affacciarci ancora più fiduciosi al futuro.

Cultura che sposa la sostenibilità: qual è l’investimento effettuato in tal senso?

Ci si interroga spesso su cosa voglia dire sostenibilità culturale. Che la cultura sia sostenibile è uno degli obiettivi del millennio su cui hanno scommesso le Nazioni Unite. Sostenibilità, poi, è una di quelle parole malleabili che si adattano a più contesti: Koreja, da sempre, ne sposa sia il significato squisitamente economico applicando una politica dei prezzi calmierata e garantendo un’ottima visibilità del palco e quindi dello spettacolo da ogni ordine di fila e numero; che quello più legato alle politiche ambientali e all’accesso garantito alle fasce deboli. Semplicemente, mi piacerebbe pensare, che siamo tutti fasce deboli e che quindi realizzare un teatro dove non si spreca, si ricicla, dove gli spazi per i bambini sono sicuri, dove i nonni possono aspettare i propri nipoti, dove le mamme e i papà possono cambiare agevolmente pannolini, sia un dovere morale di chi fa della cultura il proprio pane quotidiano. 

Il privato ha bisogno del pubblico e viceversa: che ruolo giocano in tal senso i finanziamenti?

Koreja da sempre, pur essendo un soggetto privato, svolge una funzione pubblica: è un collettore di persone ed esperienze, fa muovere l’economia e genera guadagno. Questa funzione è riconosciuta e apprezzata dalle istituzioni statali e regionali. La vilipesa “cosa pubblica”, nel caso di Koreja, ha avuto e continua ad avere un ruolo fondamentale, non solo per il supporto economico, ma soprattutto per la lungimiranza e la condivisione delle scelte in campo artistico – culturale. Saper guardare alle realtà del territorio e valorizzarne le eccellenze non è una banalità. Vuol dire, per prima cosa, affidarsi e comprendere la necessità di dialogo tra pubblico e privato, che è l’unica vera forza propulsiva per far crescere la cultura e garantirne luna vita.

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