Bertuccia e la principessa rapita (1997)
Lo spettacolo trae spunto da una leggenda medioevale in cui la Morte, sfidando il protagonista della storia, Bertuccia, innesta la trama dell’azione che, come in ogni favola che si rispetti, andrà a buon fine, o quasi. Tutto parte da una scena vuota, solo un baule, da cui un cantastorie, non per magia ma per “arte di teatro”, tira fuori una storia con tanto di castello, torri e principessa. Sulla scena narratore, burattini, pupazzi e altro, giocano a raccontare un’avventura senza paura di scoprire il “trucco” teatrale. Il protagonista, il burattino Bertuccia, è quasi sempre animato a vista dal narratore; con lui discute, si punzecchia e gioca, insieme affrontano i pericoli, fino al momento in cui tutto rientra nel baule: la storia è finita, il cantastorie è di nuovo solo sulla scena, ma con cento altre storie da raccontare. Ed è proprio qui il senso dello spettacolo: la riscoperta del racconto, della comunicazione diretta all’ immaginazione del ragazzo, senza mediazioni, il piacere semplice di “ascoltare” la storia di un burattino.
testo, regia e messa in opera Fabrizio Pugliese in collaborazione con Salvatore Tramacere, Ippolito Chiarello, Cristina Mileti con Sabrina Daniele e Fabrizio Pugliese
cura tecnica Marco Oliani