uno spettacolo di Koreja /coproduzione Naprawski (SE)
GUL (2017)
uno sparo nel buio
“E così la profezia è realizzata: viviamo in un mondo in cui la suprema funzione del segno è quella di far scomparire la realtà e di mascherare al contempo questa scomparsa.
Questa è la storia di un delitto: l’uccisione della realtà. E dello sterminio di un illusione: l’illusione vitale, l’illusione radicale del mondo.”
Jean Baudrillard
Centotrentaquattro persone hanno rivendicato la responsabilità dell’omicidio di Olof Palme, il primo ministro svedese ucciso la sera del 28 febbraio 1986 dopo essere uscito da un cinema di Stoccolma, in
Svezia. È a tutti gli effetti un cold case, un giallo scandinavo di cui abbiamo elementi e indizi ma nessuna soluzione. L’omicidio Palme ha condizionato la politica internazionale, spianando la strada alla svolta liberista di fine anni Ottanta. La sua morte fu l’inizio della crisi dello stato sociale svedese ed europeo.
Oggi intorno a quell’ omicidio si incrociano decine di teorie del complotto che vanno dal coinvolgimento della CIA a quello dei curdi del PKK. Ci sono indizi che legano addirittura la P2 e Licio Gelli, ma esistono tracce che chiamano in causa i servizi segreti sudafricani e i neonazisti scandinavi.
Nessuno ha un alibi, tutti hanno un movente.
I veri gialli sono lo specchio di nevrosi e fobie della società: sono considerati intrattenimento, invece dicono tantissimo di noi.
In “Il delitto perfetto” Baudrillard parla di scomparsa della realtà, di annullamento della differenza tra mondo reale e immagine mediata. L’ iperrealtà a cui abbiamo accesso – video, dirette live, streaming, il
mondo dei social media – è un simulacro della realtà, non abbiamo più un contatto diretto con gli eventi.
Attraverso la struttura del noir, avviene il disvelamento: quella a cui stiamo assistendo non è una storia qualsiasi, ma la storia con la S maiuscola, la realtà.
GUL è un gioco che ci siamo concessi, tra il giallo scandinavo e la tragedia della cronaca, nella convinzione che il teatro – la totale illusione, l’effimero dell’immaginazione – sia oggi l’unico luogo in grado di rendere un fatto reale, concreto ma dimenticato, di nuovo attuale.
VERSIONE IN LINGUA INGLESE GUL – A shot in the dark
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da un’idea di e con Gemma Carbone scritto da Gemma Carbone, Giancarlo De Cataldo, Giulia Maria Falzea, Riccardo Festa assistenti alla regia Giulia Maria Falzea e Riccardo Festa musiche di Harriet Ohlsson costumi di Marika Hansson luci e scene di Gemma e Carlo Carbone consulenza artistica di Salvatore Tramacere cura tecnica Alessandro Cardinale ricerca attoriale in collaborazione con Marco Sgrosso con il supporto di Konstnärsnämnden, ABF, L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino, Armunia – Centro di residenza artistica Castiglioncello, Festival Inequilibrio e Residenza IDRA Coproduzione Naprawski (SE) Organizzazione e tournée Laura Scorrano e Georgia Tramacere