La crociata dei bambini (2000)
“Agli inizi del Duecento, partirono dalla Germania e dalla Francia due spedizioni di bambini. Erano persuasi di riuscire a traversare il mare a piedi asciutti. (…..) In certi libri dell’Indostan si legge che l’universo non è altro che un sogno della divinità immobile che esiste indivisa in ogni uomo; alla fine dell’Ottocento, Marcel Schwob – creatore, attore e spettatore di questo sogno – cerca di tornare a sognare ciò che aveva sognato tanti secoli fa, nelle solitudini africane e asiatiche: la storia dei bambini che anelarono a riscattare il Sepolcro”. Siamo partiti da questa lucida osservazione di Borges per cercare la linfa di un testo che, essendo molto lirico, non ha quasi concretezza storica e si colloca piuttosto nella tradizione di miti e leggende, patrimonio onirico collettivo. Abbiamo applicato il testo alla geografia di oggi e siamo caduti nelle periferie di una qualsiasi grande metropoli contemporanea: i ragazzi di strada saranno i nostri cantori.
In una sera d’estate, tra le solite baruffe dopo la partita di calcetto, un gioco nuovo si trasforma in esperienza allucinogena. Si tratta del «potere del rospo»: leccare un rospo porta strane sensazioni, è quasi meglio che tirare la lacca o la colla. Noto nei secoli antichi per i suoi poteri sovrannaturali,
umbratile fratello rettile dell’LSD, il rospo chiama i ragazzi come il Pifferaio Magico e li trasporta a tempo di vertigine in un’avventura psichedelica vissuta da altri bambini molti secoli fa. Un viaggio ai confini fisici e teologici del Cristianesimo, tra mito e leggenda, dove la fede non è un presupposto, non è niente, è solo vibrazione del cuore, incomprensibile e potente, che ha voglia
di gridare e far l’amore. Due frasi del Vangelo e una serata densa di vita: la piazzetta del quartiere diventa la montagna, il bosco, il porto di Marsiglia e il mare, diventa Gerusalemme, la via di un
villaggio arabo e la cella di Innocenzo III. Alla fine rimarranno solo i panni stesi di una serata qualunque, troppo calda e afosa per non essere innaffiata dalla pioggia.
Un progetto di Salvatore Tramacere per la Comunità Europea
con Luca Centonze, Sabrina Daniele, Carlo Durante, Alessandra De Cristofaro, Federico De Giorgi, Tonio De Nitto, Nadia Esposito, Francesco Giosa, Emanuele Lelli, Silvia Marchi, Stefano
Mazzotta, Cristina Mileti, Antonio Nicolardi, Viviana Palazzo, Roberto Petracca, Rosaria Ricchiuto, Fabrizio Saccomanno, Maria Pia Trisolini, Vera Vaglio Massa con la partecipazione di Silvia Ricciardelli regia Roberto Zibetti assistente alla regia e luci Benedetta Francardo scene Enrico Saletti Salza elaborazioni sonore Paolo Berutti cura tecnica Marco Oliani