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Produzioni

Per fare un teatro di mani, pensieri, piedi e parole, di cuori, di occhi e di sogni

Refrattari (1990)

dal Woyzeck di Georg Büchner

I refrattari vivono in un luogo chiuso: l’aria aperta e la luce è a loro negata. Vivono la stagione del vuoto; un vuoto che li attraversa interamente, un vuoto che ormai li ha contaminati profondamente. Una tappa, un passaggio per quell’attimo di spavento o di orrore, un attimo che può essere un periodo, quando le certezze sono perse, quando i progetti e gli ideali diventano l’errore della vita passata.Il furore, l’agitarsi, la confusione, sono la ricerca di una soluzione al silenzio e alla
solitudine. Avevamo pensato tutto diverso nella nostra mente e nei nostri sogni. Il vento della storia ha spazzato via tutto. Tutto è silenzio. Tutto è vuoto. Ci siamo avvicinati al “Woyzech”, e a Büchner in generale, portandoci dietro le nostre illusioni e le
nostre sconfitte. Lungo la strada scopriamo piccole verità: agitarsi da soli non serve a niente non basta a cambiare né il mondo né sé stessi. I refrattari sono folli circondati da follia. L’accorgersi del mondo in cui vivono è la scintilla che porta al crollo ovvero il primo passo verso la salvezza: è una via crucis che percorrono, è un internamento che subiscono. È un sonno della ragione che genera. Buchner e i suoi personaggi sono stati il terreno in cui abbiamo seminato, in cui ci siamo un po’ rispecchiati e un po’ perduti, in cui ci siamo cercati. E, la natura, che si cerca di negare ai reclusi, ci ha attratto a sé.


con Stefano Bove, Maria Teresa Del Pero,
Emilio Martinez, Tommaso Correale Santacroce, Teresa Ludovico regia Salvatore Tramacere scene Luca Ruzza