Fratello mio
Visioni
di Andrea Ortese*
Fratello mio,
sogno di quel posto ove l’anima mia, il cuore e la mente si ritemprano e vagano inconsapevoli vivendo colorate realtà; ove conigli, gatti, volpi e giovani draghi raccontano le loro storie e le loro gesta. Mi perderei nelle loro paure, decidendo di non sottrarmi dinanzi ad esse, poiché l’abbandono è un viaggio straordinario, necessario a ritrovarti, fratello mio, nei loro occhi ed in quelli sognatori e disubbidienti della mia
piccola Clara, seduta accanto a me, composta e timorosa, in una buia sala.
La tua assenza non segna l’oblio, ma ne perpetua la memoria e porta a comprendere la ragione del terrore. I confini tra sogno e realtà sono sfumati e la tua sigaretta restituisce immaginifiche figure che prendono vita, trafitte da luci psichedeliche nel silenzio fragoroso di una danza ancestrale.
“Zac, hai visto Sergio?” “Ma certo! È lì che insegue la sua amata in un candido abito da sposa, dirigendosi, curiosa, nella stanza proibita…”
“Ma non lo vedi? É là! Intento a cercare ristoro nel castello di Barbablù con i suoi due fratelli ed il loro biondo cane Dick”.
Ed io, ad un tratto, assaporo la bellezza di cui tanto parlavi e che la scena mi aiuta a rimembrare…un certo Tancredi, Conte di Lecce e re di Sicilia, le sue valorose imprese ed il suo regno breve come la tua esistenza, che segnò la fine del dominio normanno nel sud Italia.
Pensami Sergio, come io faccio sulla scena, tutto mi riporta a te e, desideroso, attendo riaprirsi il sipario.
“The greater is the struggle, and more glorious is the triumph“ (Nick Vujicic)
*ASSENTI, PRESENTI – Progetto di scrittura e drammaturgia partecipata con gli spettatori Guarda il video https://vimeo.com/521344407