I disabili guardano al futuro
Visioni
di Gigi Mangia
Nel mese di novembre del 2024, il G7, grazie alla spinta delle organizzazioni più rappresentative della disabilità, ha approvato la Carta di “Solfagnano”. È un documento articolato in diversi punti, grazie ai quali i disabili guardano al loro futuro.
La Carta di Solfagnano è importante perché stabilisce un cambiamento nell’impegno internazionale nella lotta per garantire i diritti delle persone con disabilità. Rispetto alle politiche del passato, la visione della Carta è innovativa, poiché il concetto di disabilità diventa un punto di vista privilegiato nell’approccio progettuale, a qualunque livello e in qualsiasi ambito della vita comunitaria. Non si tratta di estendere e assicurare i diritti ai disabili, ma di includerli a priori in un quadro di progettazione che parta proprio dalle esigenze dei soggetti più vulnerabili, per arrivare a un’organizzazione capace di comprendere tutte le classi sociali fragili ed emarginate.
Nella Carta di Solfagnano, infatti, si parte dalla progettazione dell’accessibilità degli spazi, fino alla produzione e progettazione di beni, infrastrutture di servizio e tecnologie, per assicurare l’eliminazione delle barriere architettoniche e della comunicazione. Inoltre, si sollecita la realizzazione di modelli educativi e aziendali volti a rendere l’istruzione e l’occupazione inclusive, valorizzando il terzo settore nel suo ruolo di forza progettuale.
Oltre alla creazione di strumenti tecnologici accessibili, grande rilevanza viene data alla realizzazione di soluzioni inclusive nelle discipline artistiche e sportive, nonché nelle attività culturali e creative, che valorizzino le potenzialità di tutti e di ciascuno.
Con la Carta di Solfagnano, il movimento della disabilità afferma finalmente una visione di società inclusiva, in cui la disabilità non significa essere “meno”, ma, al contrario, essere “diverso”, portatore di bisogni soggettivi e personali.
Con questo documento, finalmente, il mondo della disabilità dispone di un testo politico internazionale con il quale affermare una visione di inclusione sociale per tutte le fragilità.