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Gennaio 2021

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Il ritardo del governo sulla scuola

Visioni
di Gigi Mangia

Il ritardo del governo sulla scuola nasce fra aprile e maggio del 2020 quando non si è capito che il Covid-19 stava portando dei cambiamenti profondi nell’organizzazione sociale e quindi nelle relazioni personali.

Si è perso tempo di studio prezioso per i giovani: meno si studia e più si è vulnerabili. A torto si è pensato che, superata la crisi, tutto sarebbe tornato alla vecchia normalità. È stato un gravissimo errore non vedere i ritardi della scuola, soprattutto i ritardi nella tecnologia digitale e ancor di più non aver avuto un’idea di scuola capace di rispondere ai bisogni formativi ed educativi del futuro delle nuove generazioni.

Si è perso tempo prezioso e soldi spesi inutilmente per i banchi a rotelle e non si è pensato invece a come far arrivare in sicurezza gli studenti a scuola. Nonostante la scuola sia la priorità del Paese, di essa si è solo parlato, senza ragionamenti né programmazioni.

La scuola del futuro

La scuola che non lascia indietro nessuno deve avere spazi aperti e accessibili, senza barriere e deve essere in rete con i musi, biblioteche, teatri e fondazioni culturali per imparare il mestiere delle arti e della scrittura per diventare generazione matura. Per cambiare la scuola servono soldi, molti soldi, per portare la rete della fibra ottica, tutti gli istituti devono essere cablati e interconnessi, ma soprattutto serve una “visione culturale” della scuola di domani. Anche il tempo della scuola deve cambiare: non può più essere quello del tempo delle lezioni con i professori, ma quello dello studio, della ricerca, dello scambio e della condivisione fra gli studenti.

La scuola del futuro è quella che non chiude mai, rimane sempre attiva, comunica sapere e promuove socialità. La nuova scuola ha bisogno di personale preparato al cambiamento. L’Italia nella conoscenza e nell’uso delle competenze tecnologiche è ultima in Europa. La scuola nuova deve essere quella di uno spazio sociale libero dal mercato e lontano dal capitalismo. La scuola deve essere l’incontro dei Maestri da seguire e ascoltare. I Maestri aiutano ad essere liberi e capaci di rispettare la vita degli altri.

La scuola siamo noi, nostro è il dovere di
lottare, di partecipare e di ascoltare. Nella scuola si cresce, si diventa
maturi e da essa dipende il futuro che vogliamo.

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Magdaclan

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Davide Iodice / Sardegna Teatro

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Compagnia Scimone Sframeli

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LàQua

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