Le parole ci cambiano
Settimana otto
Visioni
di Giorgia Cocozza e Anđelka Vulić
Buongiorno ragazzi, sviluppiamo ulteriormente il nostro gioco: vorremmo movimentarlo un po’ ascoltando le vostre voci. L’attore e regista francese Jean-Louis Barrault diceva che “l’attore è colui che col suo corpo incide lo spazio e con la sua voce incide il silenzio”. Ci avete mai pensato a quanto possa rivelarsi intimo l’ascolto di una voce? Con la nascita dei social, è molto facile scoprire il volto/corpo di qualcuno. Siamo bombardati da facce, di conoscenti e perfetti sconosciuti. È molto più raro e (forse) prezioso, invece, incontrare la voce di qualcuno. Sentir parlare una persona può stravolgere istantaneamente la percezione che abbiamo di lei o di lui. Infatti, attraverso il timbro vocale, il colore di una voce, la sua intensità e tono, il suo ritmo, le sue pause e respiri, il suo volume, le sue inflessioni regionali e, probabilmente, i suoi difetti di pronuncia, una voce può trasmetterci innumerevoli sensazioni. Una voce poi cambia nel tempo, così come cambia la pelle delle persone. Chi lo sa come sarà la voce dei nostri figli, se ne avremo. Bene. Da adesso giochiamo anche con le voci. Le vostre.
Il gioco è questo:
1) Chiedersi: “Come mi sento oggi?”;
2) Scegliere un’opera d’arte che racconti visivamente le mie sensazioni;
3) Scegliere una parola che descriva il mio mondo interiore oggi e, quindi, l’opera d’arte scelta.
*Pratica in Cerca di Teoria under 17 – esperimento di
laboratorio a distanza per la costruzione di pensiero.