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L’italia è nata con la lingua italiana

Visioni
di Gigi Mangia

L’università di Bologna, la più antica in Europa, attiverà nel 2024 un corso di laurea in Economia Turistica in lingua inglese, escludendo la lingua italiana. La lingua italiana peró è nata dal Dolce Stilnovo del poeta Guido Guinizzelli proprio nell’università di Bologna. Un corso di laurea in economia turistica, solo in lingua inglese, fa discutere molto dal momento che la cultura per l’Italia è la risorsa principale ed è il grande vantaggio proprio nel turismo.

L’Italia infatti vanta un patrimonio culturale di grande ricchezza: sono 42.000 beni culturali: musei, teatri, chiese, monumenti, siti archeologici, fontane nelle piazze, il mare e le grotte. Il linguaggio della musica, sinfonica e del melodramma, è solo italiano riconosciuto nel mondo intero. Anche la lingua del mare, come le carte geografiche fanno parte della cultura italiana. La cultura italiana è un portafoglio unico per ricchezza e quindi per la proposta turistica.

Perchè rinunciare allora alla lingua italiana nel corso di laurea in cui formare i giovani nelle imprese del turismo?

E si puó studiare, conoscere, comprendere, capire e sentire le radici e la profondità dei valori con una lingua diversa del nostro paese?

La cultura, fuori dalle parole, non è forse un pensiero nudo, senza colori, senza sentimenti? Cesare Pavese ci ha insegnato che: gli intellettuali e i poeti, sono veri quando scrivono e parlano la linguae la terra che vivono e conoscono.

Per preparare i futuri professionisti del turismo della mobilità, non si puó e non si deve rinunciare ad insegnare la lingua italiana. È certo peró che va riconosciuto che l’inglese è insegnato poco e male nella scuola italiana a partire da quella primaria. Siamo in ritardo e poco preparati per organizzare un turismo culturale ed enogastronomico degno delle nostre tradizioni. Il turismo nelle nostre città spesso è nelle mani di cuochi e camerieri improvvisati, senza preparazione, senza la conoscenza delle lingue straniere. Sicuramente bisogna fare molto, investire risorse importanti nella formazione e nell’educazione, superando il provincialismo del governo che intende eliminare con legge le parole inglesi dalla lingua italiana. In passato anche Benito Mussolini eliminó e trasformó le parole straniere in italiano e fu sicuramente un gravissimo errore. Per una preparazione adeguata dei giovani nel turismo serve sicuramente più inglese senza peró rinunciare alla lingua italiana e bene ha fatto, L’Accademia della Crusca a difendere la lingua italiana, grazie alla quale è nata l’Italia ed è diventata uno degli stati più importanti d’Europa.

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