Ricordo di Gianni Rodari
Visioni
di Gigi Mangia
Il 14 Aprile di 40 anni fa moriva Gianni Rodari in ospedale, l’intellettuale che insegnò a vivere con le parole e a scoprire la vita con la fantasia. Oggi abbiamo un grande bisogno della filosofia di Gianni Rodari. Ci sentiamo chiusi in casa e viviamo male il nostro tempo. Subiamo la siepe ansiogena: “che da tanta parte dell’ultimo orizzonte il guardo esclude”. La fragilità del nostro Io non regge il pericolo invisibile e va in frantumi; come un cristallo finisce in pezzi la nostra identità. L’Io perde la sua centralità e non è più “la misura di tutte le cose”. È il tramonto dell’identità liberare teorizzata dal filosofo John Locke alla fine del 1600 nel saggio sull’ intelletto. Nel 1960, Gianni Rodari completava la sua teoria sulla grammatica dell’immaginazione e indicava un mondo costruito sul punto di vista dei bambini. La sua favola “Il palazzo di gelato” in piazza Maggiore, nella città di Bologna, è una festa di gioia sociale con il coinvolgimento di tutti i bambini per la realizzazione ed in particolare per la vecchia invalida, che nella sua sedia a rotelle di gelato lecca felice i braccioli, disinvolta e piena di vita. La favola di Rodari indica la fiducia nell’ Italia che trovava la forza della rinascita nella liberazione e nell’ architettura sociale che progettava la città per tutti. E fu ancora in Emilia, che Gianni Rodari, in compagnia del suo amico Loris Malaguzzi che volle progettare il modello di scuole di Reggio e Modena, per educare i bambini sin dall’ inizio al sapere e a usare la conoscenza. Gianni Rodari, ricco di valori sociali, sapeva bene che la cultura è il cibo della mente e che la scuola è il posto migliore dove imparare a mangiare e a crescere. Il punto di vista dei bambini ci salverà; le loro parole, semplici e sincere, ci porteranno al porto della serenità, lontani dalla paura. È proprio vero, oggi più che mai, che nelle Favole c’è il mondo migliore.